Riforma pensioni, ultime notizie: si continua a lavorare per la proroga di Opzione donna

Stefania Manservigi

7 Febbraio 2017 - 17:06

Riforma pensioni, ultime notizie: alla luce dei dati resi noti dal Ministero del Lavoro continua la battaglia per la proroga di Opzione donna al 2018. Si riaprono le speranze?

Riforma pensioni, ultime notizie: si continua a lavorare per la proroga di Opzione donna

Si riaprono le speranze per una proroga al 2018 del regime sperimentale di Opzione donna.
La misura, infatti, a causa della mancata proroga non inserita nella riforma delle pensioni approvata con l’ultima Legge di Stabilità, prevede per il momento la data termine del 31 dicembre 2015 per il perfezionamento dei requisiti di accesso alla pensione anticipata.
Tuttavia i dati forniti dal Ministero del Lavoro, a seguito dell’interrogazione parlamentare dell’Onorevole Polverini, restituiscono un quadro positivo in ottica di una possibile prosecuzione della misura anche per il futuro.
Continua quindi la battaglia del Movimento Opzione donna che, forte dei numeri, chiede ora al Governo una spiegazione su quali siano gli impedimenti a una proroga al 2018 della misura. Rimane in piedi anche l’ipotesi, accarezzata da tempo e mai abbandonata del tutto, di rendere strutturale la misura, unico strumento al momento dedicato al pensionamento anticipato delle lavoratrici donne.

Riforma pensioni: proroga Opzione donna, ecco i numeri
I dati resi noti dal Ministero del Lavoro e messi a disposizione dall’Inps regalano un quadro positivo in vista di una possibile proroga al 2018 della misura. Le pensioni liquidate dal 2016 fino ad oggi risultano essere infatti 18.743: tra queste 14.083 riguardano il settore privato mentre le restanti 4.660 il pubblico. Ricordiamo inoltre che l’accesso alla pensione anticipata con Opzione donna prevede l’accettazione da parte della lavoratrici di una decurtazione sull’assegno pensionistico; chi accede ad Opzione donna, infatti, percepisce una pensione il cui importo è calcolato esclusivamente con il metodo contributivo. Alla luce di questo l’importo medio delle pensioni erogate nel 2016 risulta essere di 1.000 euro per le lavoratrici dipendenti del settore privato, di circa 800 euro per le lavoratrici autonome e di circa 1.200 euro per le lavoratrici del settore pubblico.
Numeri decisamente bassi se si paragonano a quelli degli anni passati quando le pensioni liquidate risultavano essere almeno il doppio.
La domanda che si pongono le lavoratrici che da mesi si stanno battendo per la proroga di Opzione donna è quali siano, quindi, gli impedimenti a una possibile proroga della misura se si considera anche il fatto che, come sottolineato anche dall’Onorevole Renata Polverini

"si continua a essere ben lontani dall’esaurimento del fondo destinato".

Riforma pensioni: Opzione donna come diritto e non come privilegio
La proroga di Opzione donna al 2018 era attesa con la riforma delle pensioni. La manovra previdenziale approvata con la Legge di Stabilità 2017, tuttavia, ha previsto solo un’estensione della misura anche alle lavoratrici autonome nate nell’ultimo trimestre del 1957 e alle lavoratrici dipendenti nate nell’ultimo trimestre del 1958. Condizione necessaria per l’accesso alla pensione anticipata con il regime sperimentale di Opzione donna, oltre al perfezionamento del requisito anagrafico richiesto, resta anche il raggiungimento dei 35 anni di contribuzione entro la data del 31 dicembre 2015. Limite, questo, che renderebbe secondo molte lavoratrici Opzione donna un privilegio per poche e non un diritto di tutti. Proprio su questo punto si sta battendo il Movimento Opzione donna, che non si arrende e continua a battersi per la proroga. Quale sarà la risposta del Governo davanti ai numeri riportati?

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