E’ slittato a mercoledì 28 settembre l’incontro tra sindacati e Governo sulla riforma delle pensioni. Ecco i motivi.
E’ slittato a mercoledì 28 settembre l’incontro tra sindacati e Governo sulla riforma delle pensioni.
Il confronto tra esecutivo e parti sociali, tanto atteso da tutti gli interessati alla prossima manovra riguardante il settore previdenziale, doveva avvenire oggi.
Già nella serata di ieri però era trapelata la notizia del secondo slittamento nell’arco di una settimana. L’incontro, infatti, all’inizio doveva aver luogo mercoledì 21 settembre salvo poi essere spostato dal Governo per la necessità di studiare meglio le diverse situazioni sul tavolo delle trattative.
Stavolta il rinvio è dovuto all’approvazione della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def): il Ministero del Lavoro in accordo con i sindacati e il sottosegretario Tommaso Nannicini ha deciso per l’occasione di spostare l’incontro nel pomeriggio del 28 settembre.
Riforma pensioni: incontro decisivo il 28 settembre
L’incontro tra sindacati e Governo di domani mercoledì 28 settembre dovrebbe essere l’incontro decisivo e conclusivo del lungo percorso di confronti sulla riforma delle pensioni iniziato lo scorso 24 maggio.
Sono ancora molti i punti della prossima riforma previdenziale rimasti in sospeso in attesa di una decisione da parte del Governo: dai lavoratori precoci alle categorie per l’Ape agevolata, fino ai lavoratori usuranti e alle penalizzazioni.
Domani finalmente si saprà qualcosa di più su tutte le misure che verranno inserite nella prossima riforma delle pensioni o, almeno, si avranno delle indicazioni sulle stesse: per il testo con gli interventi veri e propri, infatti, è possibile che sia necessario attendere la fine di ottobre.
Riforma pensioni: problema risorse
L’ostacolo principale a un accordo sulla riforma delle pensioni resta quello delle risorse, che divide le parti in causa. Se da una parte i sindacati chiedono l’ampliamento della platea di beneficiari della pensione anticipata, dall’altro il Governo deve avere un occhio di riguardo per le casse dello Stato.
L’esecutivo ha stimato per il 2017 uno stanziamento sulle pensioni che oscilla tra 1,8 e 2 miliardi di euro; i sindacati, dal canto loro, affermano che la cifra necessaria per la riforma delle pensioni è 2,5 miliardi di euro.
Nell’ultimo incontro il Governo aveva ipotizzato le cifre da investire per ogni intervento, lasciando il residuo per i lavoratori precoci: sarebbe proprio quello riguardante i lavoratori precoci uno dei punti nevralgici della riforma. L’Inps ha dichiarato che sarebbero 3,5 milioni i lavoratori che hanno almeno un anno di contributi versati prima dei 18 anni e che quindi per legge possono essere inclusi nella categoria.
Riforma pensioni: la posizione dei sindacati
La posizione dei sindacati sulla prossima riforma delle pensioni è spaccata. Se Cisl e Uil si sono dimostrate più concilianti soprattutto nei confronti dell’Ape, la Cgil ha così commentato:
"L’Ape è uno strumento finanziario, non previdenziale. Questo deve essere molto chiaro. In pratica, ha tutte le caratteristiche di un prestito sul quale abbiamo espresso sin da subito una posizione di contrarietà. È vero che durante il confronto si è aperta una discussione su alcune agevolazioni. Ma strutturalmente resta uno strumento che non vede il nostro consenso, è evidente che non siamo nelle condizioni di fare un accordo".
Non resta che attendere l’incontro di domani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti