Riforma pensioni: decreti attuativi in ritardo? Ecco i rischi

Stefania Manservigi

18 Gennaio 2018 - 15:00

La Legge di Bilancio 2018 è approvata, ma mancano ancora i decreti attuativi delle misure sulle pensioni. Quali rischi si corrono in caso di ritardo?

Riforma pensioni: decreti attuativi in ritardo? Ecco i rischi

La Legge di Bilancio 2018 è approvata, ma ancora non si è concluso l’iter della riforma delle pensioni.

All’appello mancano infatti i decreti attuativi delle misure inserite nella manovra finanziaria, che servono a rendere effettive le stesse.

I tempi sono stretti, e per questo si riapre lo spettro dei ritardi avuti lo scorso anno con l’approvazione dei decreti sull’Ape (volontario e sociale) e sulla Quota 41, che hanno rallentato tutto il percorso di accesso alle misure di pensione anticipata.

In particolare entro la fine del mese dovrebbe essere approvato il decreto che allarga le categorie dei lavori gravosi da 11 a 15 garantendo ai lavoratori impiegati in tali attività non solo l’accesso all’Ape sociale ma anche l’esclusione dall’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2019.

Quali sono i rischi in caso di ritardo?

Riforma pensioni: attesi decreti attuativi. Quali rischi in caso di ritardo?

I lavoratori interessati dai correttivi sulle pensioni inseriti nell’ultima Legge di Bilancio, attendono in trepidante attesa l’approvazione dei decreti attuativi che renderanno effettive le modifiche, tra le quali l’estensione delle categorie dei lavori gravosi da 11 a 15 che saranno escluse dall’aumento dell’età pensionabile che sarà effettivo a partire dal 2019.

I tempi stretti per l’approvazione dei decreti fa temere altri ritardi, come nel caso dei decreti attuativi delle misure di pensione anticipata introdotte con la Legge di Stabilità 2017. Un rischio che vorrebbe essere scongiurato, e che porta con sé altri interrogativi: cosa succederebbe in caso di ritardo?

In realtà quello fissato per fine mese è un termine ordinatorio e non perentorio, come viene precisato sul quotidiano La Repubblica. Per questo non sono previste sanzioni in caso di inosservanza.

Inoltre sono attesi altri due decreti a fine mese, quello dove verrà spiegato cosa si intende per gravosità dei lavori e quello che renderà chiara la distinzione tra spesa assistenziale e spesa previdenziale.

Riforma pensioni: Poletti, rendere più flessibile la Legge Fornero

Non è ancora finito, dunque, il lavoro del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che dovrà concludere il suo operato prima di lasciare il posto al nuovo Governo.

Poletti ha infatti dichiarato che non si ricandiderà il 4 marzo. Nonostante questo ha commentato l’attuale campagna elettorale giocata anche sul piano delle pensioni, entrando nel merito, in particolare, delle proposte di abolizione della Legge Fornero.

Secondo il Ministro del Lavoro l’abolizione della riforma delle pensioni del 2011 non è possibile, in quanto rischierebbe di compromettere la tenuta delle casse pubbliche: ciò che è auspicabile, invece, è il proseguo degli sforzi fatti negli ultimi anni per rendere più flessibile la legge.

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