Non oltre il 1 luglio di quest’anno partirà la riforma del catasto, che si concluderà entro il 2019. Tra le novità in arrivo non solo il nuovo parametro con cui calcolare il valore di un immobile, i metri quadrati e non più i vani. Ecco la riforma riassunta in 4 punti.
Tra le novità attese nel Cdm del prossimo 20 febbraio c’è anche il decreto delegato relativo alla riforma del catasto, che, per avere il via libera, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, dovrà avere l’ok anche dalle Commissioni parlamentari competenti.
La riforma catastale interesserà circa 63 milioni di immobili e, secondo la road map del Governo, partirà non oltre il 1 luglio di quest’anno per poi concludersi entro il 31 dicembre 2019.
La riforma del catasto in 4 punti
Quali saranno le novità principali della riforma del catasto 2015?
Eccole riassunte nei punti principali:
- Rendita catastale e valore patrimoniale. La rendita catastale è la base di calcolo di tutte le tasse sulla casa, come IMU e Tasi. Con la riforma in questione il nuovo parametro sarà il valore patrimoniale, che sarà calcolato dal valore di mercato al mq per la tipologia dell’immobile. Dovranno essere individuati una serie di parametri, quali piano, manutenzione, affaccio, scale, ascensore, riscaldamento. Si darà vita così ad un complesso algoritmo che inciderà sul valore al metro di partenza. Il valore andrà ancora moltiplicato per i metri quadrati della casa. Ecco il nuovo "valore patrimoniale", il cui obiettivo è comunque “assicurare la sostanziale invarianza di gettito complessivo delle imposte erariali e locali (Imu, Tasi, e gli altri balzelli locali)”;
- Categorie catastali. Gli immobili saranno riclassificati in ragione della "destinazione d’uso" e le categorie catastali subiranno un’importante revisione: i gruppi A-B-C-D-E-F lasceranno il posto a due solo gruppi: gli immobili ordinari (gruppo O) e quelli speciali (gruppo S). Tutti gli immobili intesi come appartamenti faranno parte della categoria "O/1" (non ci sarà più la classificazione A/1, A/2, A/3) e un provvedimento del MEF dovrà disciplinare "i criteri di individuazione delle abitazioni di lusso", ovvero gli immobili signorili (A/1), le ville (A/8), i castelli e gli immobili di valore storico-artistico (A/9);
- Sconto del 30%. Gli immobili di interesse storico-artistico subiranno sconti fino al 30% di rendite e valori patrimoniali per palazzi oltre i 300 mq che saranno considerati nella nuova categoria ordinaria;
- Chiese. Anche con la nuova riforma le chiese non pagheranno le tasse, risultando tra gli immobili "improduttivi" a cui non sono attribuiti rendite o valore immobiliare.
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