Rientro dei capitali dall’estero: nuovo piano dall’Agenzia delle Entrate

Alessandro Genovesi

2 Ottobre 2013 - 15:34

Rientro dei capitali dall’estero: nuovo piano dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle entrate si appresta a varare un piano di rientro dei capitali illecitamente portati all’estero: piano che però non si presenta affatto come un nuovo condono o scudo fiscale, anche se basato sulla volontarietà del contribuente evasore.

Chiare indicazioni in questo senso sono emerse nel corso del convegno dedicato al tema del «Rientro nella legalità dei patrimoni esteri» organizzato all’Almo Collegio Borromeo di Pavia dall’Università pavese e dagli Ordini dei dottori commercialisti di Pavia e Voghera. Convegno al quale hanno preso parte anche il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera, il capo dell’Ucifi (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) Antonio Martino e l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

L’iniziativa dell’Ucifi

Protagonista del progetto è l’Ucifi, che sta mettendo a punto la procedura che dovrà essere seguita dai contribuenti che non avendo più la possibilità o la convenienza a mantenere all’estero patrimoni o redditi esportati illegalmente e sui quali dunque sono state evase le imposte di competenza, vorranno rimettersi in regola. Una necessità, più che una opportunità, visto il nuovo clima di contrasto ai paradisi fiscali e all’evasione internazionale che si è venuto a creare negli ultimi anni e i nuovi strumenti che in sede bilaterale e multilaterale si stanno costruendo. Basti pensare all’atteggiamento del tutto nuovo di un paese come la Svizzera, paese simbolo di quello che era il segreto bancario.

Sanzioni ribassate

La procedura di rientro dei capitali è possibile anche grazie ad un regolamento comunitario dell’agosto 2013 che ha disposto il ribasso delle sanzioni sulle omissioni di quadri della dichiarazione dei redditi, relativi al monitoraggio fiscale delle disponibilità estere (il cosiddetto quadro RW). Presto sarà resa praticabile e l’Agenzia diffonderà le istruzioni per integrare la circolare 25 del 31 luglio 2013 che ha appunto affidato agli uffici che si occupano dei controlli sull’estero.

Il procedimento di regolarizzazione

Il Presidente dell’Ucifi ha anticipato i passaggi chiave di quello che sarà il procedimento di "regolarizzazione". In una prima fase i professionisti, dopo aver effettuato le verifiche antiriciclaggio, saranno ammessi a chiedere chiarimenti preliminari all’Ucifi in modo da avere tutti gli elementi tecnici per consigliare i propri assistiti salvaguardandone l’anonimato. Anonimato che verrà meno, ovviamente, quando si deciderà di firmare l’autodenuncia.
In questa seconda fase, l’amministrazione finanziaria valuterà la domanda alla luce di una serie di requisiti soggettivi e oggettivi. La confessione del contribuente dovrà essere tempestiva (cioè la potranno esercitare solo coloro che non hanno ancora subito verifiche o ricevuto questionari), piena e veritiera. Il contribuente dovrà dire al Fisco anche come intende gestire i capitali emersi e anche ciò sarà oggetto di valutazione.

Sconto per il contribuente

Il contribuente che compirà una collaborazione di questo tipo riceverà una sorta di “premio” da parte dell’amministrazione finanziaria: dovrà comunque pagare imposte e interessi su tutte le annualità accertabili ma potrà puntare a uno sconto sulle sanzioni come previsto dall’articolo 7, comma 4 del decreto legislativo 472/97.

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