Referendum costituzionale: per lo storico Aldo Giannuli, sostenitore del No, la scissione nel Pd è vicina, indipendentemente dall’esito del voto.
Indipendentemente dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre, nel Pd sembra essere arrivato il momento di una resa dei conti tra la maggioranza renziana e la sinistra del partito che si è schierata per il No. Ne è sicuro Aldo Giannuli, saggista e ricercatore presso la facoltà di scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano.
In un’intervista a Forexinfo.it, lo storico (che non ha mai nascosto le sue simpatie per il Movimento 5 Stelle, del quale è stato anche consulente) ha ricordato le ragioni per cui, a suo avviso, è opportuno respingere il progetto di modifica della Costituzione targato Renzi, analizzando i futuri scenari in caso di vittoria del Sì e del No.
Qual è il motivo principale per cui gli italiani dovrebbero votare No al referendum costituzionale?
“È una riforma che va assolutamente in controtendenza rispetto a ciò che propone. Non semplifica affatto, semmai complica il processo decisionale, crea un pericoloso accentramento di potere e presenta numerosissime imperfezioni tecniche, errori e anche aspetti di illegittimità. Ad esempio, voglio vedere cosa accadrà nelle Regioni a statuto speciale, i cui statuti proibiscono al consigliere regionale di fare anche il parlamentare. Si tratta di una riforma che, al di là dell’ispirazione politica sbagliata, è tecnicamente molto sciatta”.
Come analizzare l’esito del voto, in caso di vittoria del Sì o del No?
“Dipende dalle varie soglie. Un conto è vincere col 51% e un altro col 56%. La cosa più probabile è questa: la vittoria del No spiegherebbe che è stato un errore promuovere una riforma costituzionale di un solo partito contro tutti gli altri. Nel caso in cui dovesse vincere il Sì, bisogna vedere anche che gioco avrà fatto l’astensione”.
Ci sarà una scissione nel Pd se vince il No?
“Secondo me una scissione è nell’ordine dei fatti, anche perché non credo che - sia in caso di vittoria del Sì che in caso di vittoria del No - Renzi perdonerà la minoranza Pd. Per cui, se non la fa la minoranza Pd la scissione, la farà Renzi buttandoli fuori a pedate”.
Perché M5S - nonostante i recenti problemi, come il caso firme false - non perde mai consensi?
“Voi vi ostinate a non capire una cosa. In gran parte quei voti non sono voti ai 5 Stelle, sono voti contro il sistema dei partiti attuale. Il vero sponsor del Movimento 5 Stelle oggi è Renzi e siccome non ci sono motivi per cambiare giudizio su Renzi, la gente continua a votare i 5 Stelle, perché vuole esprimere una protesta. Poi il M5S sta cercando di trasformare questa protesta in una proposta, ma questo è un discorso un po’ più elaborato. Alla base c’è il fatto che la gente non ne può più”.
Secondo lei M5S è maturo per governare?
“Secondo lei il Pd e il Pdl sono stati maturi per governare questi anni o i disastri che hanno fatto sono dipesi anche dall’impreparazione del loro ceto politico? Non capisco perché questo esame di maturità venga sempre fatto al Movimento 5 Stelle, senza renderci conto che veniamo da un’esperienza rovinosa determinata dagli altri”.
Come andrà a finire la sfida del 4 dicembre? Chi vince tra il Sì e il No?
“Per scaramanzia preferisco non pronunciarmi”.
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