Recentemente Zero Hedge ha tentato di provare che gli Stati Uniti sono in recessione, mostrando dati manipolati e non attendibili. Ecco 7 grafici che smontano la teoria del blog finanziario.
Un recente articolo di Zero Hedge, il famoso blog finanziario statunitense, cerca di dimostrare che gli Stati Uniti sono in recessione secondo 7 grafici.
Ma ecco altri 7 grafici che mostrano che gli Stati Uniti non sono affatto in recessione, evidenziando come Zero Hedge ami manipolare i dati a suo piacimento per essere forzatamente cospirativo e per far girare notizie all’apparenza sensazionali, ma che non si basano affatto su dati veritieri e coerenti.
Iniziamo ad osservare il modo in cui Zero Hedge sceglie solo riferimenti, dati e grafici che più si adattano alle sue teorie cospirative, senza offrire al lettore una visione reale d’insieme e menzionare anche quei fattori che possono contraddire l’opinione del fondatore del blog finanziario.
Il recente articolo su Zero Hedge presenta sette grafici grazie ai quali si riuscirebbe ad affermare che gli Stati Uniti sono in una fase di recessione; ma i dati sono stati manipolati per alimentare un caso che in realtà non esiste, e per contrastare la fallace teoria di Zero Hedge ecco altri sette grafici che dicono esattamente il contrario.
Il primo di questi è un modello di probabilità di recessione e si basa su un’ampia serie di dati economici, mostrando che il rischio di recessione per l’economia degli Stati Uniti è intorno al 5.25%. Solo quando si supera la soglia del 20%, si può considerare la situazione critica.
Un altro grafico che contraddice con forza la speculazione di Zero Hedge riguardo una fantomatica recessione negli Stati Uniti è quello che mostra la situazione del mercato del lavoro. Solo quando vediamo il tasso di disoccupazione andare oltre il 7,5% su base annuale o la media mobile a 4 settimane di richieste di sussidi di disoccupazione sale oltre il 15% su base annua dovremmo iniziare a preoccuparci. E’ importante sottolineare che entrambi i tassi annuali non sono neanche vicini alle soglie menzionate che potrebbero fornire un segnale di allarme per una recessione.
Un punto di vista diverso sul mercato del lavoro ci viene offerto dall’indice del trend sull’occupazione del Conference Board. Quando il tasso annuale di questo indice scende in territorio negativo abbiamo la possibilità di entrare in una fase di recessione entro alcuni mesi. Ma l’ultimo calo in territorio negativo si è verificato nel settembre 2007, tre mesi prima dell’inizio dell’ultima recessione, in linea con l’anticipo di 4 mesi fornito dallo stesso indice prima della recessione del 2001. Con l’attuale lettura annuale positiva del 5,81% siamo ben lontani da qualsiasi segnale di recessione.
Un altro grafico che mostra quanto la teoria di Zero Hedge sia fuori dal mondo è quanto le imprese stiano aggiungendo nuovi posti di lavoro. Infatti, negli ultimi tre mesi il 66,3% delle imprese hanno aggiunto nuovi posti di lavoro disponibili.
Solo quando il mercato del lavoro è diviso 50 a 50, dove la metà delle aziende licenzia mentre la metà assume l’economia tende a scivolare in recessione come è avvenuto con le ultime due recessioni negli Stati Uniti.
Guardando invece ai consumi, sarebbe molto strano per l’economia degli Stati Uniti entrare in recessione quando la spesa dei consumatori sui prodotti discrezionali (come mangiare fuori in un ristorante) è forte come è sempre stata. Durante l’ultima recessione si è verificato un calo dell’indice delle aspettative di performance dell’Associazione Nazionale dei ristoratori sotto il livello 100 e, alla lettura attuale, siamo ora appena al di sotto ai massimi di 9 anni e ben al di sopra ai livelli associati al rischio di recessione.
Se gli Stati Uniti stessero veramente scivolando in una recessione dovremmo vedere segnali di stress sui consumatori statunitensi che prevederebbero tagli ai prodotti discrezionali e inoltre dovremmo assistere ad un aumento dei tassi di insolvenza delle carte di credito. Ma questo, in modo molto semplice, non sta accadendo.
Prima delle ultime due recessioni statunitensi l’insolvenza sulle carte di credito hanno iniziato a salire (aree evidenziate in giallo). Qualcuno vede un aumento dei tassi di insolvenza attualmente?
In realtà stiamo assistendo ai tassi di insolvenza più bassi mai registrati e non c’è alcuna tendenza percepibile che indichi il contrario.
Le teorie di Zero Hedge non passano il test della verità.
Se fossimo in una fase di recessione o se ci stessimo avvicinando, vedremmo della debolezza sui mercati del credito, con spread sul credito che inizia ad aumentare. Questo è ciò che dovremmo vedere poco prima di una recessione e non c’è alcuno stress significativo sui mercati del credito attualmente.
Bloomberg ha un indice composito sugli spread creditizi che chiama Bloomberg US Financial Conditions Index (BUSFCI) dove una lettura sotto lo zero indica una stress finanziario, mentre una lettura sopra lo zero indica che siamo al di sotto dei livelli medi di stress finanziario. Il BUSFCI caduto in territorio negativo ben prima dell’arrivo delle recessioni precedenti ma oggi in territorio positivo.
I sette grafici appena presentati indicano il motivo per cui quelli di Zero Hedge siano stati scelti per testimoniare qualcosa che non esiste, mentre utilizzare un approccio basato sul peso delle prove mostra che la probabilità di una recessione è ancora piuttosto bassa.
Traduzione libera dall’opinione originale di Chris Puplava su Financialsense.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA