L’agenzia americana Standard & Poor’s lascia immutato il rating e segnala i rischi derivanti dalle basse prospettive di crescita reali e nominali.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s annuncia in una nota le preoccupazioni relative all’andamento della finanza pubblica italiana, minacciata dalle basse prospettive di crescita sia in termini reali che in termini nominali. È questa, in sintesi, la causa che porta alla conferma del rating a BBB, aggravato dalle condizioni previsionali (outlook) negative per il prossimo futuro.
Secondo Standard & Poor’s i fattori di cui l’Italia dovrebbe preoccuparsi maggiormente, dal momento che i tre precedenti governi non hanno fatto, in tal senso successivi passi avanti o significativi interventi di riforma, sono il mercato del lavoro interno, in costante andamento negativo, secondo le ultime rilevazioni, e il mercato dei beni di consumo, strettamente collegato all’andamento dell’inflazione. Entrambi i mercati sono considerati meno flessibili e, quindi, meno suscettibili di un significativo cambio di rotta, rispetto a quelli dei principali partner commerciali del Belpaese.
S&P ha anche confermato ad A-2 il rating di breve periodo sull’Italia e ha rilevato anche che le sue valutazioni rimangono stabili, ponendo l’Italia solo due gradini al di sopra del cosiddetto investment grade, per il peso assai rilevante del debito pubblico italiano e per le condizioni di accesso al credito ancora troppo rigide per cittadini e imprese. Quest’ultimo fattore, che S&P imputa a dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria difettosi nel nostro Paese, va tuttavia considerato in una prospettiva di più ampio respiro, dove l’Italia in realtà subisce solo la politica monetaria internazionale e le decisioni della BCE e non ha ampi margini di manovra.
Sempre nella stessa nota, l’agenzia di rating americana valuta come incoraggianti le decisioni che il Governo Renzi ha messo in campo nel DEF 2014, sebbene sia ancora prematuro valutare quanto, di quel programma, sarà effettivamente realizzato e entro quali termini. A proposito del Bonus 80 euro, assegnato ai redditi più bassi, Standard & Poor’s sottolinea come tale misura riuscirà a sostenere la domanda interna, sebbene, per oltre metà del suo importo complessivo, sia stata finanziata da misure non strutturali e, quindi, potrebbe non produrre, nel lungo periodo, variazioni significative sull’andamento del mercato dei beni di consumo.
Altro elemento che ha determinato la decisione di Standard & Poor’s di mantenere invariato il rating italiano a BBB è l’elevato livello delle sofferenze bancarie italiane: nonostante la loro crescita sia rallentata durante il 2014. Un segnale positivo arriva, comunque dal fatto che gli istituti di credito italiani, medi e grandi, siano riusciti a raccogliere capitali sui mercati internazionali, dimostrando che, a livello di debito sovrano, gli elementi negativi stanno diminuendo.
L’elemento più preoccupante della nota di S&P tuttavia, risiede nelle conclusioni che ventilano la possibilità di una revisione al ribasso del rating italiano nelle prossime valutazioni (S&P si pronuncerà di nuovo il prossimo 5 Dicembre 2014, mentre è atteso per Venerdì 13 Giugno il giudizio di Moody’s). Le motivazioni di un possibile peggioramento del rating italiano nel futuro sono state motivate con i ritardi nella realizzazione delle riforme del mercato del lavoro e dei mercati dei beni e dei servizi. Si tratta di fattori a tal punto determinanti che una loro riforma, viene indicata come uno degli elementi fondamentali per un rafforzamento sostenibile della crescita economica e, quindi, per un eventuale miglioramento dell’outlook sul rating italiano da negativo a stabile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA