Rai, il consigliere Laganà: “Viale Mazzini è una polveriera”

Mario D’Angelo

07/06/2019

07/06/2019 - 00:25

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Il consigliere d’amministrazione di Viale Mazzini Riccardo Laganà lancia un duro attacco contro la logica delle spartizioni di autori e conduttori fra Lega e Movimento 5 Stelle

Rai, il consigliere Laganà: “Viale Mazzini è una polveriera”

In viale Mazzini si preannuncia un inizio estate infuocato. La questione è sempre quella vecchia e nota delle ingerenze dei partiti in Rai, una storia che, a sentire il consigliere d’amministrazione Riccardo Laganà, non è mutata con l’arrivo del governo del cambiamento. La polemica è scoppiata in seguito al conferimento della conduzione di Unomattina Estate a Roberto Poletti, già conduttore di Radio Padania, biografo di Salvini e, in generale, figura controversa.

Con un post su Facebook, Laganà ha ricordato che è lo stesso contratto di governo ad affermare “la necessità di valorizzare le risorse interne e dare spazio a merito e trasparenza”. Più tardi, con un’intervista a Repubblica.it, il consigliere si è spinto fino a descrivere Viale Mazzini come “una polveriera”.

“Viale Mazzini è una polveriera”

Riccardo Laganà, il primo consigliere eletto dagli oltre 13 mila dipendenti pubblici in Rai, si è detto sconcertato dall’assalto sovranista alla diligenza di Viale Mazzini.

Il consigliere ha detto, senza mezzi termini, che “autori e conduttori vengono scelti non in base al merito, bensì alla fedeltà politica”. Ha sottolineato che l’ad Salini ha tentato di dare un segnale, chiedendo ai direttori di valorizzare le risorse interne, ma “la verità è che se ne sono infischiati”.

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Il riferimento, in particolare, è appunto a Poletti, cui la direttrice De Santis ha scelto di affidare la conduzione di Unomattina Estate. Per Laganà si tratta di una decisione che “mortifica le professionalità” già dell’azienda, “mina la credibilità” agli occhi degli spettatori, vanifica la possibilità di sperimentare”.

I palinsesti estivi, spiega Laganà, anni fa erano un’occasione di testare le capacità di aspiranti conduttori fra i giornalisti Rai, una scuola di formazione. “Ma è saltato tutto”, aggiunge il consigliere.

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