Settimana decisiva per i Quota 96. Se il decreto sulla PA non arriverà presto in aula, la pensione a settembre potrebbe saltare. Gli ultimissimi aggiornamenti
Sembrava che finalmente si fosse arrivati ad una soluzione definitiva e che gli insegnanti e il personale ATA che due anni e mezzo fa avevano visto i loro diritti calpestati da un grossolano errore della riforma Fornero potessero accedere a quel trattamento pensionistico che da mesi e mesi attendono in vano.
E invece tutto rischia di saltare. Di nuovo. Quella in corso, è una settimana decisiva per i 4000 Quota 96 che aspettano di conoscere il loro destino.
La riforma della Pubblica Amministrazione che contiene l’emendamento relativo al pensionamento di questi soggetti è ancora arenata in Commissione. Il che vuol dire che la data più volte promessa dai politici che si stanno occupando della pensione ad oggi è tutt’altro che certa.
Se la situazione non si sbloccherà, ed in fretta, a settembre non arriverà nessuna pensione.
Il decreto sulla PA contiene oltre 2.000 emendamenti e l’esame potrebbe richiedere tempi tecnici piuttosto lunghi. Ma i Quota 96 non hanno più tempo.
Il testo con prima firmataria Manuela Ghizzoni (PD) deve arrivare in Aula il prima possibile.
Prima di settembre infatti, non solo ci dovrà essere l’approvazione definitiva e la conversione in legge, ma l’INPS dovrà accogliere e approvare le domande dei soggetti che vogliono rientrare nel computo dei salvaguardati.
Il problema è che la situazione continua ad essere ferma. La speranza adesso è che il Senato rispetti l’ultima calendarizzazione prevista, facendo sì che il testo arrivi in Aula lunedì prossimo, 28 luglio. Se così sarà, potrebbe ancora esserci tempo a sufficienza per risolvere la questione entro il 1°settembre.
Ma siamo ben lontani dalle certezze di cui fino a pochi giorni fa parlavano i vari Boccia e Ghizzoni. Nel caso in cui Palazzo Madama apportasse delle modifiche infatti, la legge richiedere un ennesimo passaggio alla Camera, iter che, de facto, condannerebbe i Quota 96 ad attendere l’inizio del prossimo anno scolastico.
I prossimi giorni saranno dunque decisivi. Se entro fine luglio/inizio agosto il decreto verrà convertito in legge i 4.000 insegnanti che si trovano attualmente in un limbo potranno andare in pensione. Non rimane che attendere.
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