Nel nostro Paese sta peggiorando la qualità alimentare e sta aumentando la quantità di cibi ultra-processati consumati. Ecco l’allerta lanciata dall’ISS
Noi italiani siamo famosi nel mondo per la bontà della cucina e per la qualità della nostra dieta mediterranea. Ma in questi ultimi anni qualcosa sta cambiando. Purtroppo in peggio.
Un recente studio promosso dal Reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di sanità ha sottolineato come nel nostro Paese stia aumentando a livelli preoccupanti il consumo di cibi ultra-processati (Upf) a scapito degli alimenti meno “lavorati”.
Analizziamo i dati emersi dalla ricerca e proviamo a capire quanto è pericoloso quello che portiamo ogni giorno in tavola.
Dieta italiana in peggioramento: i dati dello studio
La ricerca sui regimi alimentari degli italiani, pubblicata su Frontiers in Nutrition, ha studiato le abitudini a tavola degli italiani negli ultimi 15 anni. I dati emersi sono abbastanza allarmanti: stiamo progressivamente abbandonando la dieta mediterranea a favore di cibi di origine animale, alcol e prodotti confezionati e ultra processati.
Un carrello della spesa potenzialmente dannoso che è arrivato a coprire più del 20% dell’apporto di energia quotidiano.
Lo studio si è svolto in due fasi distinte. Nella prima sono state analizzate le abitudini alimentari di 2.313 adulti e 290 anziani nel biennio 2005-2006. Nella seconda, incentrata sul triennio 2018-2020, quelle di 726 adulti e 156 anziani.
Quello che è emerso è che, se gli anziani hanno progressivamente migliorato la composizione della loro dieta, gli adulti l’hanno peggiorata notevolmente, registrando dati negativi in tutti gli indicatori di qualità.
Il “peso” dei cibi ultra-processati
Mettendo a confronto i due periodi, l’apporto calorico degli Upf è salito dal 12% al 23%. Questo sta a significare che è aumentato notevolmente il consumo di snack, sia dolci che salati, di bibite ricche di zuccheri, di piatti già pronti e di proteine animali trasformate.
La questione di fondo, è bene precisare, non è quella della quantità di cibi ultra-processati consumati, bensì quella della qualità. Questo perché nella categoria rientrano sia prodotti “sani” come quelli vegetali o i cereali integrali, sia alimenti potenzialmente molto pericolosi per la salute come la carne processata e le bevande in lattina.
I cibi ultra-processati sono sempre pericolosi?
Per questo motivo gli studiosi che hanno realizzato la ricerca invitano alla cautela quando si parla di Ufp. Di questo “gruppo”, oltre agli alimenti pericolosi, fanno parte alternative vegetali alla carne, verdure o cereali che sono associati a notevoli benefici per la salute.
L’invito, dunque, è quello di non demonizzare questa categoria alimentare ma di tenere conto delle qualità alimentari dei singoli prodotti. A tal proposito l’ISS consiglia di non evitare in toto gli UPF, ma di leggere bene le etichette degli ingredienti, di preferire gli alimenti freschi e di evitare i prodotti con zuccheri aggiunti, molto sale e molti additivi.
Sale, grassi saturi e zuccheri che vanno sempre tenuti sotto controllo quando mangiamo. Anche se abbiamo una dieta interamente a base di prodotti tradizionali e non trasformati.
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