Quanto guadagna uno scrittore?

Veronica Caliandro

29 Settembre 2025 - 11:59

Quanto guadagna uno scrittore? Ecco come funziona la retribuzione, i diritti d’autore, le percentuali e chi sono gli scrittori più ricchi in Italia e nel mondo.

Quanto guadagna uno scrittore?

Sapere quanto guadagna uno scrittore è un dato molto interessante per chi ama esprimersi attraverso la sua penna e desidera fare di questa passione il proprio lavoro. Fare lo scrittore, d’altronde, è il mestiere dei sogni per molte persone. Ma è davvero possibile vivere svolgendo questa professione? Scrivere un libro, in effetti, è spesso vista come una passione romantica, ma diventare scrittore professionista che vive di questo mestiere è una strada difficile.

Se tutto questo non bastasse si deve partire dal presupposto che non esiste uno stipendio fisso e che non si può fare un calcolo medio delle effettive entrate perché la situazione è molto variabile. Basti sapere che pochissimi sono coloro che vivono di sola scrittura in Italia e in generale nel mondo, molti di più sono quelli che affiancano questa attività ad altri mestieri per mantenersi. Allo stesso tempo è vero anche che c’è chi ce la fa e arriva a fare della propria passione anche il proprio mezzo di sostentamento. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo quanto può guadagnare uno scrittore.

Quanto si guadagna scrivendo un libro?

Quando si stipula un contratto con una casa editrice tradizionale, il primo compenso che l’autore riceve è rappresentato dall’anticipo, ovvero una somma corrisposta dall’editore prima della pubblicazione del libro. Questo importo viene successivamente assorbito dalle vendite. In particolare se i ricavi non raggiungono la cifra anticipata, l’autore non è tenuto a restituirla, ma non percepisce ulteriori guadagni fino a quando le vendite non superano quella soglia.

Una volta pubblicato il libro, le entrate derivano principalmente dai diritti d’autore, ovvero le royalties. Le percentuali riconosciute agli autori variano di solito tra il 5% e l’8% del prezzo di copertina per le edizioni cartacee. In presenza di sconti, promozioni o ampia distribuzione, la percentuale può risultare più bassa. Per quanto riguarda il formato digitale e gli audiolibri, la quota spettante all’autore può essere differente e in alcuni casi risultare addirittura più alta. Il tutto comunque dipende dagli accordi contrattuali con l’editore.

Self-publishing vs editoria tradizionale

Negli ultimi anni il self-publishing ha assunto un ruolo crescente, consentendo a molti autori di pubblicare senza passare attraverso una casa editrice. In questo caso i guadagni per copia venduta sono generalmente più alti, perché vengono eliminati alcuni intermediari della filiera editoriale. Tuttavia l’autore deve sostenere personalmente i costi di editing, grafica, distribuzione e promozione. Ciò significa che il rischio economico è maggiore. In particolare un titolo poco venduto potrebbe generare entrate quasi nulle, mentre un ebook di successo può garantire cifre considerevoli.

Aspetti fiscali in Italia

In Italia i diritti d’autore rientrano nel sistema di tassazione e vanno dichiarati come reddito. Se non esiste un contratto di lavoro subordinato, vengono generalmente classificati come redditi diversi. In alcune situazioni, soprattutto quando l’attività di scrittura è continuativa, può applicarsi anche l’IVA. Per gli autori considerati liberi professionisti o freelance esiste la possibilità di dedurre i costi legati all’attività, come ad esempio quelli di editing, correzione bozze, promozione, spese di stampa e strumenti digitali utilizzati per la produzione e la distribuzione. La gestione fiscale quindi può cambiare in base alla natura dell’attività e alla frequenza delle pubblicazioni.

Qualche dato recente sul mercato editoriale italiano

Il mercato del libro in Italia continua a essere importante, ma non sempre facile per chi sogna di vivere di scrittura. A tal proposito sono interessanti i dati resi noti sul sito dell’Associazione Italiana Editori (AIE), da cui si evince che:

«Si intensifica la flessione nei primi quattro mesi del 2025 per il mercato libro. Cala del 3,6% l’editoria italiana di varia – romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione – rispetto allo stesso periodo del 2024, registrando 431,3 milioni di euro di vendite a valore per una minor spesa degli italiani di 15,9 milioni di euro. Il calo a copie è stato del 3,2%: quasi un milione di copie di libri acquistati in meno (975mila) su 29,2 milioni di copie complessive. La flessione coinvolge tutti gli editori, con gradi di intensità diversi: i grandi gruppi e gli editori con un venduto superiore a 5 milioni di euro di nell’anno precedente perdono l’1,3% a valore, gli editori medi (tra uno e cinque milioni di euro di venduto) il 13,1%, i piccoli (sotto il milione di euro di venduto) il 7,3%».

Quanto guadagna uno scrittore in Italia?

Stabilire a quanto ammontino i guadagni medi degli scrittori è complicato, perché non esistono dati ufficiali univoci. Tuttavia alcune ricerche aiutano a farsi un’idea.
Ad esempio un sondaggio di Redacta e Acta Ricerche ha rilevato che i lavoratori dell’editoria percepiscono un reddito medio annuo di circa 17.660 euro. Non è una cifra riferita esclusivamente agli scrittori, ma rappresenta un indicatore della fascia media di chi opera nel settore, quindi comprende autori, traduttori ed editor.

Le indagini internazionali e italiane degli ultimi anni confermano comunque un dato costante, ovvero che la maggior parte degli scrittori guadagna cifre molto basse dai propri libri. Uno studio condotto da Authors Guild negli Stati Uniti, risalente al 2023, ad esempio, ha evidenziato che il reddito medio derivante esclusivamente dalle vendite di libri si attesta intorno ai 2.000 dollari l’anno. Una cifra, come è facile intuire, che difficilmente consente di vivere di sola scrittura. Per gli autori che scrivono a tempo pieno, il reddito complessivo derivante da attività correlate alla scrittura, come anticipo editoriale, royalties, conferenze, insegnamento e adattamenti, si attesta attorno ai 20.000 dollari annui.

Un elemento centrale nei contratti editoriali è l’anticipo, i cui importi variano sensibilmente a seconda della dimensione dell’editore e della notorietà dell’autore:

  • piccole case editrici indipendenti: spesso non prevedono anticipi o li riconoscono in misura molto contenuta, generalmente sotto i 1.000 euro;
  • case editrici di medie dimensioni: possono offrire anticipi che oscillano tra 1.000 e 5.000 euro, a seconda del progetto e del potenziale commerciale;
  • grandi gruppi editoriali: gli anticipi più consistenti, in Italia, si collocano nella fascia tra 5.000 e 15.000 euro, con punte più alte solo per autori già affermati o con forte seguito mediatico.

È bene sottolineare che cifre superiori ai 20.000 euro rappresentano un’eccezione e riguardano soltanto i nomi più noti o progetti editoriali con grandi aspettative di vendita. Per la maggior parte degli scrittori esordienti o di fascia media, l’anticipo rimane modesto e raramente sufficiente a coprire il tempo investito nella scrittura.

In questo quadro, il self-publishing si è affermato come una valida alternativa. Non prevede anticipi, ma garantisce all’autore una percentuale più alta sulle copie vendute, che può oscillare dal 35% al 70%. Tuttavia richiede di investire in proprio in editing, grafica e promozione, con il rischio concreto di non rientrare delle spese se le vendite restano basse.

Chi sono gli scrittori più ricchi in Italia e nel mondo?

Quando si parla di guadagni milionari nella scrittura, si entra in una realtà che riguarda pochissimi autori, sia in Italia che a livello globale. A livello internazionale i dati più recenti mostrano come figure celebri quali J.K. Rowling, creatrice della saga di Harry Potter, restino in cima alla classifica con patrimoni stimati nell’ordine di centinaia di milioni di dollari, in gran parte derivanti non solo dai libri ma anche da adattamenti cinematografici, diritti televisivi e merchandising. Accanto a lei compaiono nomi come James Patterson, celebre per la sua produttività e per i contratti multimilionari con grandi editori americani, Stephen King, che continua a generare introiti grazie al vastissimo catalogo di romanzi e alle numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, Danielle Steel, regina del romanzo rosa, e John Grisham, maestro del legal thriller.

In Italia, la situazione è diversa e più contenuta, sia per la dimensione del mercato che per il peso internazionale delle opere. Se tutto questo non bastasse, i dati sugli autori più ricchi del nostro Paese sono meno trasparenti e più rari, perché molte case editrici non rendono noti gli anticipi e i contratti. Tuttavia alcuni autori hanno raggiunto riconoscimenti importanti. Tra i più noti spiccano Elena Ferrante, apprezzata in tutto il mondo per la tetralogia de L’amica geniale, e Roberto Saviano, i cui libri e adattamenti hanno avuto un vasto eco mediatico.

Tra i grandi nomi del recente passato si annoverano Andrea Camilleri e Umberto Eco, che con le loro opere hanno ottenuto vendite milionarie. Anche autori come Paolo Giordano hanno conosciuto ampi successi commerciali, soprattutto con i primi romanzi.

Nonostante questi esempi, i guadagni degli scrittori italiani rimangono generalmente inferiori rispetto alle superstar internazionali. Un best-seller nazionale può garantire anticipi anche superiori ai 50.000-100.000 euro, ma si tratta di casi eccezionali e non della norma. La regola generale resta che pochi autori riescono a raggiungere guadagni tali da entrare nell’élite mondiale degli scrittori più ricchi.

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