Quantitative Easing: ecco cosa farà la BCE per evitare il pericolo deflazione

Federico Migliorini

1 Settembre 2014 - 13:10

Cosa deciderà la BCE e il suo presidente Mario Draghi per le misure monetarie da adottare per cercare di contrastare subito gli inquietanti segnali di deflazione che arrivano da molti paesi UE?

Quantitative Easing: ecco cosa farà la BCE per evitare il pericolo deflazione

Calo della domanda interna e calo dell’inflazione generalizzata in tutta Europa: bastano questi dati per capire che il pericolo deflazione non riguarda solo l’Italia.

Sono Grecia, Spagna, Portogallo e Slovenia assieme all’Italia i paesi più a rischio, ma considerando anche i primi segnali negativi arrivati anche dalla Germania, si capisce come i rischi siano insiti un po’ in tutta Europa.

Insomma, in questi giorni nessuno si sente al sicuro, per questo motivo diventano fondamentali le risposte che si attendono dalla BCE e in particolare da Mario Draghi.

I mercati aspettano con fermento di sapere se, e quali, saranno le misure da prendere perché ormai è chiaro che è necessario intervenire subito con misure non convenzionali. Per questo motivo stanno tornando in auge le voci che vorrebbero un nuovo piano di “quantitative easing”, ovvero la manovra di ultima istanza in mano alla BCE: l’acquisto dei titoli di stato di vari Paesi, per aumentare la base monetaria e dare respiro all’economia.

La manovra non è certo nuova, basti pensare agli Stati Uniti, che ne hanno fatto uno strumento molto in voga per la FED, oppure alla Gran Bretagna qualche anno fa, o ultimamente al Giappone che ha utilizzato il “quantitative easing”, riuscendo a scacciare efficacemente il pericolo deflazione.

Dopo aver praticamente esaurito le possibili manovre sui tassi d’interesse, la BCE deve inventarsi qualcosa, come avvenuto lo scorso anno, con l’ormai famoso “scudo anti-spread” di Draghi, capace effettivamente di calmierare i tassi dei titoli di Stato.

Per questo motivo il “quantitative easing” è definita appunto manovra di ultima istanza: non potendo più manovrare sui tassi per iniettare liquidità nel sistema, l’ultimo strumento utilizzabile è l’acquisto di titoli di stato già esistenti sul mercato, con l’obiettivo di abbassare i tassi d’interesse, alzare i prezzi e portare maggiore fiducia nel sistema economico.

Ma quale sarebbe il piano di acquisti che ha in mente la BCE? Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni si tratterebbe di un piano di acquisto ABC , ovvero, Asset Baked Securities, ovvero titoli simili ad obbligazioni che rilasciano una cedola di interesse dopo un certo periodo di tempo, oltre il rimborso alla scadenza. Il rendimento di questi titoli sarebbe agganciato all’effettivo rimborso dal debitore al creditore, del prestito sottostante al titolo. I prestiti, che andrebbero a costituire il “sottostante” dell’ABS dovrebbe essere costituito da finanziamenti affidabili, e quindi poco rischiosi, o almeno questo è quanto è nelle intenzioni della BCE.

L’acquisto verrà effettuato su prestiti effettivamente erogati dagli istituti di credito a famiglie e imprese. In questo modo, le banche potranno avere nuova liquidità che servirà, almeno nelle intenzioni, ad oliare nuovamente l’arrugginito ingranaggio dell’erogazione del credito, verso l’economia reale.

Infatti, il rischio effettivo è che la portata del "quantitative easing" si fermi agli istituti finanziari, che potrebbero utilizzare questa nuova liquidità per investire su titoli di stato, sicuramente meno rischiosi rispetto all’effettuare prestiti a imprese e famiglie in difficoltà. Per questo motivo serviranno garanzie da parte degli istituti, ma soprattutto servirà un opinione positiva unanime dei Governi UE verso questo meccanismo di stimolo monetario, che a quanto sembra non è ben accetto da tutti.

In ogni caso, entro giovedì prossimo la Banca Centrale Europea dovrebbe dare indicazioni più chiare sulla strada da intraprendere, perché anche se non c’è da allarmarsi, la situazione deve essere presa con la giusta cautela, ma senza perdere tempo.

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