Protesta Coldiretti al Brennero: perché i nostri agricoltori stanno bloccando i tir al confine?

Valentina Brazioli

4 Dicembre 2013 - 18:21

Al via la protesta Coldiretti “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”. Da dove viene veramente il cibo che mangiamo, e quanto ci costa non tutelare il Made in Italy alimentare?

Protesta Coldiretti al Brennero: perché i nostri agricoltori stanno bloccando i tir al confine?

La protesta Coldiretti che sta avendo luogo in queste ore, nel centro nevralgico dell’autostrada del Brennero, ha un obiettivo molto chiaro: sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della mancata tutela del Made in Italy alimentare. Infatti, specialmente durante questo mese di dicembre, è giusto chiedersi: da dove viene veramente il cibo che a breve troveremo sulle nostre tavole imbandite per le festività di Natale? Ma soprattutto: quanto ci costa non tutelare le nostre eccellenze agroalimentari?

La protesta sul Brennero

Una manifestazione dai toni duri, quella dei nostri agricoltori. Esacerbati dalla disperazione che sta attanagliando un settore strategico per l’economia del nostro Paese, che più di altri sta patendo le sofferenze di una crisi economica che strozza il settore imprenditoriale italiano, hanno scelto l’autostrada del Brennero per mandare un chiaro messaggio alla politica: così non si può andare avanti. Ecco perché, sotto l’occhio attento della Coldiretti, sono finiti camion frigo, autobotti e container provenienti dall’estero, che vengono fermati e ispezionati, allo scopo di smascherare eventuale “finto Made in Italy”. Tutt’altro un paio di maniche, invece, la questione del flusso agroalimentare che viene esplicitamente e regolarmente dall’estero, il quale finisce direttamente sul mercato italiano, entrando in concorrenza con la produzione nostrana, sempre più in crisi. La rabbia di migliaia di agricoltori provenienti da tutta Italia è evidente: si denuncia la chiusura di aziende, la perdita di posti di lavoro, e la caduta generale dei prezzi. E i numeri della Coldiretti fanno paura: dal 2007 ad oggi, 136.351, tra stalle e aziende, hanno chiuso, anche a causa della concorrenza sleale della cosiddetta “pirateria agroalimentare”.

Obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti alimentari

Tra i punti focali della protesta, la richiesta di dare piena attuazione alla normativa italiana e comunitaria sull’obbligo di indicare fin dall’etichetta la provenienza dei prodotti alimentari, sia freschi che lavorati. Una garanzia a tutela della nostra salute e della nostra economia, che, sempre secondo la Coldiretti, perde oltre 60 miliardi di fatturato a causa della contraffazione alimentare. Una misura sicuramente importante, quindi, tra le tante necessarie a tutelare un settore che ci vede leader mondiali, e che potrebbe essere la chiave di volta per uscire dalla crisi economica.

Cosa ne penserebbe l’Europa del protezionismo alimentare?

E se la protesta continuerà anche nei prossimi giorni, con addirittura la previsione di vedere gli agricoltori accompagnati dai loro maiali a Piazza Montecitorio, nascono già le prime perplessità sul nodo gordiano sollevato dalla Coldiretti: come contrastare l’eccessiva importazione dei prodotti agroalimentari dall’estero? Non sono infatti pensabili soluzioni di tipo protezionistico, in quanto del tutto incompatibili con le più elementari regole europee. Aspetto sottolineato anche da Confindustria, che ha espresso “sconcerto” per la presenza, proprio nel bel mezzo della protesta, del ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia de Girolamo.

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