Nonostante il rialzo di oggi, il prezzo del petrolio potrebbe tornare a scendere fino sotto quota 30 dollari al barile secondo BNP Paribas. Ecco perché.
Non fatevi ingannare dalla ripresa di oggi: il prezzo del petrolio può “tornare facilmente ai minimi visti all’inizio dell’anno”, come dichiarato dalla francese BNP Paribas nell’ultima nota ai clienti.
A guidare il nuovo crollo del prezzo del petrolio saranno le dinamiche della domanda di greggio a livello mondiale, che si vanno ad aggiungere ai timori per l’esito della riunione sulla produzione a Doha il 17 aprile e al peso della sovrapproduzione sul mercato.
Questi fattori potrebbero spingere di nuovo il prezzo del petrolio ai minimi sotto quota 30 dollari al barile, ovvero i livelli raggiunti all’inizio del 2016.
Ad ora, il prezzo del petrolio WTI con consegna a maggio si trova a quota 39.79 dollari, in rialzo del +2.68%, mentre il Brent con consegna ad aprile viene scambiato a 40.73 al barile (+2.70%), in correzione dal forte rally del prezzo del petrolio registrato nell’ultima sessione.
Prezzo del petrolio: ribasso in vista, pesa la domanda
La nuova view sul prezzo del petrolio di BNP Paribas viene resa nota dopo la pubblicazione dei dati secondo qui l’acquisto di benzina negli Stati Uniti è diminuito a gennaio per la prima volta in 14 mesi.
Inoltre, il consumo generale di petrolio è in calo nel Paese di circa un punto percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Il prezzo del petrolio, storicamente, vive un ribasso della domanda nel secondo trimestre di ogni anno, insieme ad un aumento dell’attività di manutenzione negli impianti di estrazione.
Tutte questo coincide con un calo d’utilizzo di petrolio nei mercati asiatici.
Le scorte di petrolio negli Stati Uniti continuano a segnare livelli record.
Il prezzo del petrolio è fortemente influenzato dal calo della domanda, soprattutto se considerato che i livelli di produzione giornalieri superano la richiesta del mercato di 1-2 milioni di barili, causando così la continuazione del crollo del prezzo del petrolio.
Prezzo del petrolio: nessuna buona notizia dalla riunione di Doha
La produzione in questo periodo potrebbe addirittura aumentare a causa dell’Iran, impegnato nel rialzare i livelli di output dopo la fine delle sanzioni internazionali.
Contemporaneamente, le possibilità un accordo tra i maggiori produttori di petrolio, tra cui l’Arabia Saudita e Russia, ai fini di congelare la produzione ai livelli di gennaio iniziano a vacillare soprattutto a causa dell’Iran, che rifiuta di partecipare.
In ogni caso, solo una mente contorta può vedere un blocco della produzione come una buona notizia, in quanto in realtà non fa altro che garantire l’eccesso di produzione e l’aumento delle scorte.
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