Prezzo del petrolio: è vero rimbalzo o solo un altro inganno?

Flavia Provenzani

22 Agosto 2016 - 08:46

Prezzo del petrolio, analisti e mercati si interrogano: il rimbalzo della quotazione del greggio è sostenibile o è in arrivo un’altra delusione?

Prezzo del petrolio: è vero rimbalzo o solo un altro inganno?

A quasi due anni dall’inizio del crollo del prezzo del petrolio, siamo finalmente di fronte ad una solida inversione di tendenza o il mercato rimarrà di nuovo deluso?
Dai movimenti del prezzo del petrolio e tra tutte le dinamiche attuali, il mercato conoscerà la risposta molto presto.

Il prezzo del petrolio è aumentato nelle ultime settimane con la serie di guadagni migliore dal mese di marzo. Tutto merito dell’OPEC, l’Organizzazione del Paesi Esportatori di Petrolio, e delle voci per cui il cartello sarebbe pronto a mettere un limite ai suoi livelli di produzione durante la riunione informale ad Algeri in programma a settembre.

Il prezzo del petrolio WTI, il futures con scadenza a settembre, ha chiuso la sessione di venerdì a $48.52 al barile, con un rialzo di 30 centesimi per la giornata e di oltre 4 dollari per la settimana, sostenendo il ribasso nelle scorte di petrolio negli Stati Uniti.

Anche il prezzo del Brent, la quotazione benchmark internazionale, è in forte rialzo; venerdì è riuscito a chiudere sopra quota $50.

Al momento il prezzo del petrolio WTI scambia in flessione a 48.38 dollari; anche il WTI scende, alle 08:40 di lunedì si trova a 50.01 dollari al barile.

Prezzo del petrolio: il rimbalzo è definitivo?

Da quando il prezzo del petrolio statunitense ha rimbalzato attorno quota $39,50 al barile all’inizio di agosto, grazie al picco dell’uso delle macchine durante la stagione estiva nel Nord America, il movimento è stato a dir poco sorprendente: il prezzo del petrolio statunitense è aumentato di oltre $9 a barile, vale a dire di quasi il 23%.

Nonostante la ripresa del prezzo del petrolio abbia spinto un rimbalzo dei titoli energetici e riavvicinato gli investitori, gli analisti non sembrano convinti che la quotazione del greggio possa aumentare ancora, ad eccezione di uno scenario in cui l’OPEC agisce con un limite alla sua produzione.

Prezzo del petrolio: tutto nelle mani dell’OPEC

L’OPEC ha rivelato che terrà una riunione informale per discutere di un possibile taglio alla produzione alla fine di settembre, occasione in cui i 14 membri del cartello si riuniranno per una conferenza sull’energia in Algeria. L’Arabia Saudita, leader de facto dell’OPEC, e la Russia, primo produttore mondiale di petrolio, dicono di essere disposte a partecipare.

Ma l’Iran - che ha già rifiutato di partecipare ad un accordo simile lo scorso aprile a Doha e che è ancora impegnato ad aumentare i suoi livelli di produzione a seguito della rimozione delle sanzioni occidentali - potrebbe non voler partecipare. il che potrebbe offuscare ogni possibilità di un accordo.

"Il mercato del greggio sta per affrontare un momento molto difficile nel mantenimento di questi livelli di prezzo",

ha commentato Tim Evans, a capo della strategia di mercato presso la Long Leaf Trading Group, a MarketWatch.

"I fondamentali del mercato sembrano deboli andando avanti e agiranno come uno dei principali ostacoli per il prezzo del petrolio non solo sui movimenti al rialzo, ma anche semplicemente per il mantenimento dei livelli che abbiamo raggiunto questa settimana".

Altri osservatori del prezzo del petrolio - tra cui i rapprensentanti della Nigeria, membro dell’OPEC - fanno esco allo scetticismo di Evans, sottolineando come l’Arabia Saudita recentemente abbia aumentato ancora i suoi livelli di produzione da record nel tentativo di guadagnare le quote di mercato a spese dell’Iran.
Questo mossa aggressiva in vista dell’incontro potrebbe dimostrare che un accordo è molto improbabile.

L’Arabia Saudita, dopo due mesi di perdite e sacrifici, non vorrà arrendersi proprio ora, dando di fatto la vittoria della guerra del prezzo del petrolio agli Stati Uniti.

Secondo alcuni analisti l’Arabia Saudita potrebbe anche accettare un accordo, ma solo quando gli Stati Uniti ed altri produttori saranno a terra e senza la possibilità di alzarsi. E non siamo ancora a questo punto.

Questo è il linea con la view di Josef Schachter, analistia presso la Maison Placements Canada, che è short sul prezzo del petrolo da quando ha raggiunto il massimo del 2016 a quot $51,23 al barile all’inizio di giugno.

Nel suo ultimo report mensile, pubblicato nel mese di luglio, Schachter avverte che il prezzo del petrolio scenderà attorno i 30 dollari al barile entro settembre, con l’offerta a livello mondiale che continuerà a superare la domanda di oltre due milioni di barili al giorno.

Prezzo del petrolio, analisti ottimisti: $80 entro fine 2017

Ma le previsioni sul prezzo del petrolio non sono tutte negative, anzi.
Dopo un calo tipico dell’autunno, molti analisti si aspettano che il prezzo del petrolio si consolidi ancora durante la fredda stagione invernale, e alcuni sono particolarmente rialzisti nelle loro previsioni sul prezzo del petrolio per il 2017.

L’analista di Bank of America Merrill Lynch, Savita Subramanian, si aspetta che il prezzo del petrolio colpisca quota $54 al barile entro la fine dell’anno e $69 entro giugno 2017, grazia all’influenza del forte calo degli investimenti dell’industria energetica sul calo delle scorte.

Anche Leon Tuey, che ha trascorso decenni ad analizzare i mercati azionari per le maggiori case di investimento statunitensi prima di ritirarsi, prevede un futuro migliore per il prezzo del petrolio con una ripresa dell’economia mondiale e del mercato delle materie prime.

Sulla base della sua analisi, Tuey vede il prezzo del petrolio tra i $75 e i $80 al barile entro la fine del prossimo anno.

"La gente continua a dimenticare che il mercato azionario è un indicatore economico di primo piano",

ha commentato.

"I mercati emergenti, i titoli legati alle materie prime, e tutte le azioni sensibili all’andamento dell’economia stanno tutti rimbalzando e tornando a salire. Perché dovrebbero se l’economia non stesse migliorando?”

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