Prezzo del petrolio ai minimi del 2003: effetti e conseguenze della fine delle sanzioni internazionali contro l’Iran. Altra forte discesa in arrivo?
Con la revoca delle sanzioni contro l’Iran quali saranno gli effetti sul prezzo del petrolio?
Il prezzo del petrolio ha toccato i minimi del 2003 nella sessione di lunedì nella reazione dei mercati alla revoca delle sanzioni in Iran e i timori per un aumento della sovra-offerta mondiale.
Le Nazioni Unite hanno riferito sabato che Tehran ha rispettato le linee guida comprese nel programma sul nucleare e gli Stati Uniti hanno revocato immediatamente le sanzioni che avevano limitato l’export iraniano di petrolio a circa 2 milioni di barili al giorno.
Le preoccupazioni per il ritorno dell’Iran nel mercato del petrolio già saturo hanno portato ad un calo del prezzo del Brent a 27,67 $ al barile nelle prime battute della sessione di lunedì, il livello più basso dal 2003.
Il greggio degli Stati Uniti è sceso di 38 centesimi a 29,04 dollari al barile, non lontano dal minimo del 2003 a 28,36 dollari colpito nei primi momenti della sessione.
Le sanzioni degli Stati Uniti e Unione Europea contro Tehran sono giunte al termine sabato, permettendo il ritorno dell’Iran sui mercati internazionali e mettendo a forte rischio il destino del prezzo del petrolio.
L’Iran era in attesa di questo momento da mesi: il Paese potrà tornare molto presto tra i maggiori esportatori mondiali di petrolio.
I rischio per il prezzo del petrolio con lo stop alle sanzioni in Iran
Il prezzo del petrolio è sotto forte pressione ribassista ormai da mesi, tanto da essere sceso nelle ultime sessioni sotto i 30 dollari al barile. E il nuovo flusso di barili di petrolio proveniente dall’Iran non farà altro che alimentare la discesa dei prezzi.
L’Iran agirà in fretta nell’inserire nei mercati internazionali il petrolio che custodisce in magazzini e piattaforme in mare aperto, dato che lo stoccaggio ha un costo.
Prezzo del petrolio: i nuovi piani dell’Iran
La maggior parte degli analisti si aspettano che l’Iran aggiungerà tra i 600 mila e un milioni di barili al giorno nell’offerta di petrolio a livello mondiale, ma l’Iran a punta ad essere ancor più presente.
Il governo iraniano punta ad aumentare la produzione di circa 1 milione e mezzo di barili entro la fine del 2016, portando la produzione giornaliera totale a 4.2 milioni di barili, come comunicato alle testate internazionali dallo stesso Bijan Zanganeh, il ministro iraniano per il petrolio.
Tuttavia, Tehran è in una situazione scomoda.
Più petrolio esporta, più i prezzi rischiano di scendere. L’Iran ha costi di produzione più bassi rispetto ad altri Paesi, ma un’ulteriore discesa del prezzo del petrolio potrebbe mettere a rischio i suoi piani. Il Paese ha un forte bisogno di dare il via ad investimenti importanti per aggiornare le infrastrutture legate all’industria interna.
L’Iran, inoltre, è un Paese membro del cartello economico dell’OPEC. Solo pochi anni fa, i Paesi dell’OPEC avrebbero modificato la produzione per manipolare il prezzo del petrolio, ma è improbabile che facciano lo stesso oggi.
Il boom di produzione dello shale oil statunitense ha spinto l’OPEC a cambiare strategia e a diffendere a tutti i costi la propria quota di mercato.
Ma le tensioni diplomatiche recenti tra Iran e Arabia Saudita hanno reso la situazione ancor più complicata. L’Arabia Saudita, il leader de facto del cartello, sta già faticando a mantenere la propria quota di mercato e le ambizioni dell’Iran potrebbero causare altri problemi.
Petrolio: revoca delle sanzioni già prezzata dal mercato?
C’è qualche speranza. Lo stop alle sanzioni contro l’Iran non sono una sorpresa e il mercato del petrolio potrebbe già aver prezzato l’evento all’interno del prezzo del petrolio attuale. L’accordo sul nucleare, siglato a luglio, è stato atteso per ben due anni.
Stop alle sanzioni in Iran: la reazione dei mercati del Golfo
I mercati azionari degli Stati del Golfo ricchi di petrolio sono crollati dopo la notizia dello stop definitivo alle sanzioni contro l’Iran.
Il mercato dell’Arabia Saudita ha perso il 7.4% nelle prime ore della sessione di domenica, mentre le azioni del Qatar hanno ceduto il 7% e quelle di Dubai il 4.6%.
Le sanzioni economiche, in atto per quasi 40 anni, sono state revocate dopo la conferma che l’Iran sta rispettando gli step stabiliti all’interno del programma sul nucleare.
L’indice Saudi Tadawul All Share, il più affollato nell’area, è sceso sotto i 5.500 punti al livello più basso dal 2011.
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