Prezzo del petrolio scende a $42: con Trump la possibile ripresa. Ecco perché

Matteo Bienna

14 Novembre 2016 - 14:43

Il prezzo del petrolio è vicino all’aver perso $10 in tre settimane e continua il suo crollo: vediamo come il nuovo presidente degli Stati Uniti può risollevare le sorti del greggio.

Prezzo del petrolio scende a $42: con Trump la possibile ripresa. Ecco perché

Il prezzo del petrolio raggiunge questa mattina i $42 a barile proseguendo quello che sembra essere un cammino verso i minimi di agosto, a quota $40,8.

L’ultimo fallimento dell’OPEC e il mancato raggiungimento di un accordo per il taglio della produzione non lasciano scampo al valore del greggio, mettendo nuove ombre sull’organizzazione e la sua reale capacità di guidare il mercato.

L’andamento di tutte le materie prime ha in realtà visto un calo generalizzato, in particolare dei beni rifugio, limitando ad un piccolo numero i casi di rialzo, come accaduto con il rame.

Vediamo quindi le prospettive del prezzo del petrolio con l’insediamento di Trump e per quale motivo è possibile aspettarsi una ripresa della quotazione.

Prezzo del petrolio e Trump: l’accoppiata vincente?

Il prezzo del petrolio ha ormai raggiunto i $42 a barile, dopo essersi affacciato oltre quota $52 durante la seconda metà di ottobre e prima delle ultime novità in casa OPEC e dell’uragano Trump.

Nell’ultimo report sulla produzione mensile, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha evidenziato un aumento di 240.000 barili su base quotidiana (per un totale di 33,64 milioni di barili), un nuovo record, guidato al rialzo principalmente da Nigeria, Libia ed Iraq.

Più aumenta la quantità di output e più cresce la dimensione del taglio alla produzione, o almeno di quella richiesta per arrivare alla quantità voluta e discussa a fine settembre con l’Algeria, distante circa 1 milione di barili su base mensile.

Anche l’Iran ha recitato un ruolo da protagonista, visto l’ingente aumento nell’esportazione di petrolio dopo l’alleggerimento delle sanzioni da parte dell’amministrazione Obama.

Le poche speranze rimaste all’OPEC di riprendere in mano la situazione, che appare ad oggi fuori il loro controllo, potrebbero risiedere proprio nel nuovo presidente degli Stati Uniti.

Durante la sua colorita campagna elettorale, infatti, Trump ha evidenziato la volontà di stracciare l’accordo sul nucleare attualmente in vigore tra Stati Uniti e Iran, uno dei fiori all’occhiello della presidenza Obama.

La possibilità di tramutare quelle che furono parole in fatti esiste, sebbene molti analisti e lo stesso presidente dell’Iran sembrano non essere d’accordo.

Il pensiero appartiene a Julian Lee, di Bloomberg, che ritiene possibile un annullamento dell’accordo, o per via diretta o attraverso un meccanismo di disputa che passi dalle Nazioni Unite ma che possa, alla fine dell’iter, giungere allo stesso esito e quindi alla re-imposizione delle sanzioni nei confronti dell’Iran.

La stima delle conseguenze di questo intervento è di un calo nell’output di petrolio da parte dell’Iran di 1 milione di barili su base mensile, più o meno l’ammontare necessario a portare la quotazione del greggio lì dove era intenzione dell’OPEC.

Una presa di posizione di questo genere metterebbe inoltre l’Arabia Saudita in ottimi rapporti con l’amministrazione Trump, visto che il paese avrebbe intoccata la sua quota di mercato e beneficerebbe dell’aumento di prezzo, le cui conseguenze andranno però anche pesate nell’ottica del mercato interno agli USA.

Situazione delicata, quindi, che quasi sicuramente porterà alta volatilià sul prezzo dell’oro nero se e quando Trump deciderà di chiarire le sue intenzioni con l’Iran.

Intanto la quotazione si dirige verso i minimi di ottobre, come osservabile dal seguente grafico:

Con l’aver passato quota $43,5 il prezzo del petrolio è ora sospeso in una fascia di minimi che vede i due principali supporti attenderlo tra i $40 e i $41, ovvero i minimi di aprile ed agosto.

Lontano dalle medie mobili il crollo sembra proprio mirare lì, mentre eventuali rialzi dovranno recuperare quota $43,5 e il terreno perso nelle ultime giornate prima di mostrarsi credibili, per quanto i trend avviati con l’elezione di Trump sembrano destinati a continuare decisi.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it