Prezzo del petrolio precipita, Iran e Iraq dicono No all’accordo OPEC

Riccardo Magalotti

11 Novembre 2016 - 17:49

Prezzo del petrolio scende, Iran e Iraq dichiarano di non voler tagliare la produzione. Sempre più a rischio l’accordo OPEC.

Prezzo del petrolio precipita, Iran e Iraq dicono No all’accordo OPEC

Prezzo del petrolio di nuovo sotto pressione, accordo OPEC a rischio.
Sembrava essere fatta dopo l’incontro di Algeri del 28 settembre, l’accordo era vicino e sarebbe stato ufficializzato nel meeting del 30 novembre a Vienna, con il relativo ottimismo del prezzo del petrolio.

Questo era emerso dall’ultima riunione dei paesi Opec sul taglio della produzione di petrolio, ma in realtà la situazione sembra esser tornata a complicarsi. Iran ed Iraq sembrano aver cambiato idea ritrattando la loro posizione, trascinando al ribasso la quotazione del greggio.
Le scorte di greggio nel frattempo continuano ad aumentare grazie ad una produzione che cresce di mese in mese.

Prezzo petrolio scende, accordo OPEC a rischio

Nuovo crollo dei prezzi del petrolio dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha comunicato nel suo report mensile un aumento delle scorte globali pari a 800 mila barili al giorno ad ottobre, per un totale record di 97,8 milioni di barili. Dati non certo rincuoranti per il prezzo del petrolio che cede un altro 2% nella giornata di oggi.

A pesare ora è lo scetticismo per l’accordo tra i Paesi Opec sul taglio della produzione che sarebbe dovuto arrivare nel meeting di Vienna in programma per il 30 novembre. L’accordo prevedere una produzione media giornaliera pari 32,5/33 milioni di barili al giorno, notevolmente più basso quindi rispetto agli attuali standard produttivi.

Vari i Paesi che stanno facendo salire l’incertezza sull’accordo. L’Iran ad esempio ha già dichiarato di non voler partecipare al taglio della produzione ed ha mandato un forte segnale ai Paesi rivali facendo registrare un incremento della produzione pari a 210 mila barili al giorno solo nel mese di ottobre. Produzione in aumento anche per l’Iraq ben oltre le stime OPEC. L’Arabia Saudita invece, che in genere ha un decremento della produzione in questo periodo dell’anno, ha mantenuto la produzione di ottobre a livelli record.

Sia Iran che Iraq hanno inoltre ammesso che i dati pubblicati sottostimano la loro produzione, la quale potrebbe quindi essere addirittura maggiore.

Quale futuro per il prezzo del petrolio?

Al momento il petrolio è scambiato a 44,42$ al barile. Forti le perdite degli ultimi giorni dopo oltre il 16% di guadagno a seguito dell’incontro Opec di Algeri.

Dall’osservazione del grafico il trend di medio periodo, che sembrava essere in ripresa, è nuovamente compromesso. Dopo il meeting di Algeri i prezzi si sono fermati a quota 52$ non riuscendo a trovare un massimo di swing più alto del precedente. Con la rottura al ribasso del supporto a 50$ si è verificato un vero a proprio tracollo dei prezzi che sono tornati a testare il supporto dinamico in area 44,4$.

Nessuna delle medie mobili è riuscita ad arrestare la caduta dei prezzi che però si sono fermati sul supporto dinamico. L’ulteriore rottura al ribasso di tale area porterebbe i prezzi direttamente in direzione dei 40$. A quel punto il minimo storico a 35$ potrebbe iniziare a far paura.

Il meeting del 30 novembre sarà decisivo per capire cosa accadrà nei prossimi mesi.

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