Prezzi carburanti marzo 2014: nuova stangata per gli automobilisti, ma la lista è lunga

Tradeinfo72

27 Febbraio 2014 - 12:37

Il Decreto del Fare è pronto a fare lo sgambetto agli automobilisti, ma solo nel 2011 sono state introdotte ben cinque accise. Ecco quali.

Prezzi carburanti marzo 2014: nuova stangata per gli automobilisti, ma la lista è lunga

Il Governo Letta ha lasciato il posto a quello guidato da Matteo Renzi, ma il cosiddetto Decreto del Fare è pronto a fare lo sgambetto agli automobilisti dal prossimo 1 marzo del 2014 con un nuovo aumento delle accise.

Prezzi carburanti marzo 2014: nuova stangata

Il pieno, per la benzina come per il diesel, sarà di conseguenza più caro a conferma di come il prelievo fiscale sui carburanti sia uno dei preferiti dallo Stato per fare cassa in questi ultimi anni.

Accise carburanti: record aumenti nel 2011

Come riporta infatti l’Adiconsum, solo nel 2011 sono state introdotte ben cinque accise come segue: quella doppia per finanziare il fondo unico spettacolo, quella per la crisi degli immigrati dalla Libia, quella del cosiddetto Decreto Salva Italia e quella per l’alluvione in Toscana ed in Liguria.

Accise carburanti: dalla guerra di Etiopia al terremoto dell’Emilia

E nel 2012 un’altra accisa è stata introdotta sui carburanti dopo il terremoto dell’Emilia. Questo solo per citare le accise introdotte più di recente visto che altre, introdotte nel passato, in teoria non avrebbero più motivo di esistere. E’ il caso dell’accisa introdotta nel 1935 per il finanziamento della guerra di Etiopia.

Prezzi carburanti marzo 2014: mini stangata

Per gli automobilisti i rincari dall’1 marzo del 2014, considerando non solo l’introduzione della nuova accisa, ma anche l’effetto Iva, sono pari a 0,34 centesimi di euro per ogni litro di carburante erogato alla pompa.

Prezzi carburanti marzo 2014: rincari sui beni di largo consumo

A farlo presente è la Federconsumatori nel sottolineare come, sebbene i rincari sembrino insignificanti, gli effetti sull’economia e sui consumi, peraltro già stagnanti, saranno negativi. Questo perché l’aumento dei prezzi del carburante genera rincari anche sui beni di largo consumo a causa dei maggiori costi sostenuti per il trasporto che per l’86% in Italia avviene su gomma.

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