Come ottenere il porto d’armi e quanto costa in Italia

Simone Micocci

06/10/2025

Vuoi prendere il porto d’armi? Ecco come devi fare: la guida completa con tutte le informazioni su costi e procedure.

 Come ottenere il porto d’armi e quanto costa in Italia

La licenza di porto d’armi è un’autorizzazione amministrativa che consente al cittadino di portare e trasportare legalmente un’arma.

Si tratta di un titolo estremamente delicato, concesso solo a determinate condizioni e previa verifica di rigorosi requisiti di affidabilità, idoneità fisica e motivazione personale.

Negli ultimi anni la materia è stata oggetto di aggiornamenti normativi significativi, in particolare con l’approvazione del D.Lgs. n. 104 del 10 agosto 2018, che ha recepito la direttiva europea 2017/853, e con successivi interventi che hanno precisato aspetti legati alla detenzione, al rinnovo e ai casi particolari, come ad esempio il porto fuori servizio per gli appartenenti alle Forze di polizia o la disciplina delle armi utilizzate nelle rievocazioni storiche.

A tal proposito, in questo articolo spieghiamo come ottenere il porto d’armi in Italia, illustrando requisiti, procedure, tempistiche e tipologie di licenza disponibili (per difesa personale, uso sportivo e uso venatorio). Nella parte conclusiva, invece, andremo a riassumere tutti i costi da sostenere, sia iniziali che di mantenimento, così da avere un’idea rispetto a quanto costa prendere il porto d’armi.

L’obiettivo è offrire una guida aggiornata e completa per orientarsi tra le diverse autorizzazioni e comprendere con chiarezza quali sono i passaggi da seguire e le spese da mettere in conto per ottenere o rinnovare il porto d’armi nel 2025.

Le diverse tipologie di permesso

In Italia, il porto d’armi si può richiedere per tre diversi scopi: difesa personale, uso sportivo e uso venatorio. A seconda del tipo di licenza che si intende ottenere, esistono regolamentazioni e limiti specifici da rispettare.

Ad esempio:

  • Porto d’armi per difesa personale: questo permesso, valido un anno, consente di portare un’arma fuori dalla propria abitazione. Per il rilascio è necessario, oltre ad aver compiuto la maggiore età, dimostrare un motivo concreto e documentato che giustifichi l’esigenza di armarsi per la propria sicurezza personale. L’autorizzazione viene concessa, in casi eccezionali, dal Prefetto competente.
  • Porto d’armi per uso sportivo: ha validità di 5 anni ed è rilasciato dal Questore. Consente di utilizzare la propria arma esclusivamente per attività di tiro a segno o tiro a volo presso poligoni o centri autorizzati. Durante il tragitto verso il luogo di esercitazione, l’arma deve essere scarica e custodita in modo sicuro.
  • Porto d’armi per uso venatorio: autorizza al porto di fucili da caccia, da utilizzare soltanto durante la stagione venatoria e nelle zone e giornate consentite. La licenza ha validità di 5 anni (ridotta da 6 in seguito al D.Lgs. 104/2018).

Oltre al porto d’armi vero e proprio, per acquistare, detenere o trasportare armi da fuoco è necessario richiedere ulteriori certificazioni e autorizzazioni specifiche:
Denuncia di detenzione e cessione: obbligatoria ogni volta che si entra in possesso di armi o cartucce (per acquisto o eredità) o si cedono a terzi:

  • Autorizzazione all’acquisto: certificato che consente di acquistare armi da fuoco e munizioni e di trasportarle fino al proprio domicilio;
  • Licenza di collezione: permette di detenere armi corte o lunghe a fini collezionistici, ma non ne consente il porto;
  • Carta europea d’arma da fuoco: estende la validità dei permessi italiani anche agli altri Paesi dell’Unione Europea;
  • Vidimazione della carta di riconoscimento: necessaria per il trasporto delle armi dal luogo di detenzione alle sezioni di tiro (e viceversa).

Dopo aver chiarito i diversi tipi di licenza e i certificati collegati, vediamo ora quali sono i requisiti e le procedure per ottenere il porto d’armi in Italia.

Come prendere il porto d’armi

La prima cosa da fare per ottenere il porto d’armi è recarsi presso la Asl del proprio Comune di residenza per richiedere il certificato di idoneità psico-fisica all’uso delle armi da fuoco.

Questo documento serve a dimostrare che il richiedente non presenta patologie fisiche o mentali che possano compromettere la capacità di maneggiare un’arma in sicurezza e che possiede stabilità e idoneità psicologica.

Il certificato può essere rilasciato dagli uffici medico-legali delle Asl, dai distretti sanitari o dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato. È bene ricordare poi che dal 2018, la normativa distingue tra il certificato per la detenzione di armi e quello necessario per il porto, quest’ultimo più rigoroso.

Successivamente, è necessario dimostrare la capacità tecnica di utilizzo dell’arma.

Chi ha prestato servizio nelle Forze Armate o di Polizia può presentare un attestato rilasciato dall’Amministrazione di appartenenza; chi invece non ha precedenti esperienze deve ottenere il certificato di idoneità al maneggio delle armi, rilasciato da una sezione del Tiro a segno nazionale (Tsn) dopo la frequenza di un corso teorico e pratico.

Una volta ottenuti i certificati, occorre seguire questi passaggi per completare la richiesta di porto d’armi:

  • Compilare una dichiarazione sostitutiva in cui si attesta di non trovarsi nelle condizioni ostative previste dalla legge (es. precedenti penali, misure di sicurezza, o incapacità civili). Nella dichiarazione vanno indicate anche le generalità delle persone conviventi e deve essere specificato di non essere obiettori di coscienza. Dal 2007, infatti, è possibile revocare lo “status di obiettore” compilando un apposito modulo, superando così l’incompatibilità con il possesso di armi.
  • Allegare due contrassegni telematici da 16,00 euro ciascuno (importo aggiornato rispetto ai vecchi 14,62 euro): uno va applicato sulla domanda e l’altro sul nulla osta.

A questo punto si può presentare la domanda alla Questura o Prefettura competente per territorio, allegando:

  • il certificato medico di idoneità psico-fisica;
  • la dichiarazione sostitutiva e la copia del documento d’identità;
  • l’attestato di idoneità al maneggio (se richiesto);
  • i contrassegni telematici e le eventuali ricevute dei versamenti.

Dopo la presentazione della documentazione, l’autorità di pubblica sicurezza effettua le verifiche amministrative e di affidabilità personale. In genere, l’esito arriva entro circa 30 giorni, anche se i tempi possono variare in base alla Questura e al carico di pratiche.

Una volta ottenuto il rilascio, la durata del porto d’armi è la seguente:

  • Porto d’armi per difesa personale: validità 1 anno;
  • Porto d’armi per uso sportivo: validità 5 anni;
  • Porto d’armi per uso venatorio: validità 5 anni (ridotta da 6 a 5 in seguito al D.Lgs. 104/2018).

Si ricorda, infine, che la denuncia di detenzione e cessione delle armi resta obbligatoria anche nei casi in cui l’arma venga ereditata o si trasferisca il luogo di detenzione. La mancata presentazione di tale denuncia comporta sanzioni penali.

Denuncia detenzione e cessione

Come abbiamo visto in precedenza, per trattare con delle armi da fuoco non c’è bisogno solamente del porto d’armi, ma anche di altri certificati specifici.

Uno di questi è la denuncia di detenzione e cessione, che deve essere presentata nei seguenti casi:

  • quando si viene in possesso di armi e cartucce per acquisto personale o per eredità;
  • quando si cedono armi o cartucce a terze persone;
  • quando varia il luogo di detenzione delle armi o delle munizioni;
  • nel caso in cui si erediti un’arma.

La denuncia deve essere presentata presso la Questura, il Commissariato di zona oppure la Stazione dei Carabinieri competente per territorio.

Dal 2018, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 104/2018, è inoltre possibile trasmettere la denuncia anche in via telematica, purché venga inviata agli stessi uffici che sarebbero stati competenti per la presentazione tradizionale.

Il modulo per presentare la denuncia può essere scaricato direttamente dal sito della Polizia di Stato o richiesto presso gli uffici di pubblica sicurezza.

Modulo per la denuncia e cessione di armi comuni
Scarica qui il modulo per la detenzione e cessione di armi comuni.

Quante armi si possono detenere?

La normativa stabilisce limiti precisi riguardo al numero di armi che un privato può legalmente detenere:

  • fino a 3 armi comuni da sparo;
  • fino a 12 armi sportive;
  • numero illimitato di fucili da caccia.

Chi desidera detenere un numero superiore di armi deve presentare richiesta al Questore per ottenere la licenza di collezione, che consente di detenere (ma non portare) un numero maggiore di armi corte e lunghe.

Ricordate che le armi detenute non possono essere trasportate in altri luoghi, tranne nei casi in cui si disponga di una specifica autorizzazione.

Denuncia delle munizioni

Anche la detenzione di munizioni è sempre obbligatoriamente denunciata in alcuni casi:

  • cartucce per pistola o rivoltella, fino a un massimo di 200 pezzi;
  • munizioni per fucile da caccia con carica a pallini: la denuncia è obbligatoria se si superano i 1.000 pezzi, fino a un limite massimo di 1.500 cartucce.

Il superamento dei limiti senza regolare autorizzazione comporta sanzioni penali e amministrative, pertanto è fondamentale mantenere la documentazione aggiornata e comunicare tempestivamente ogni variazione.

Cosa cambia per le Forze Armate e di Polizia?

Le Forze Armate e di Polizia possono portare armi anche fuori dal servizio, senza la necessità di ottenere un porto d’armi ordinario.

Tuttavia, questo diritto riguarda solo le armi d’ordinanza in dotazione, salvo quanto previsto da alcune recenti modifiche legislative.

In particolare, il Decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48 (il cosiddetto “Decreto sicurezza”) ha esteso la possibilità, per gli appartenenti ai corpi di polizia e agli agenti di pubblica sicurezza, di portare anche armi personali corte (acquistate privatamente), purché regolarmente denunciate e registrate ai sensi dell’art. 38 del Tulps.

In questo caso, non è più necessario essere titolari di un porto d’armi civile separato, purché appunto l’arma personale rientri tra quelle autorizzate dall’art. 42 del Tulps (arma corta da difesa) e l’uso resti connesso all’attività di servizio.

Resta invece valido l’obbligo di porto d’armi per la detenzione in casa di armi diverse da quelle d’ordinanza o non connesse al servizio: ad esempio, fucili da caccia, armi sportive o da collezione.

La procedura per il rilascio o rinnovo dell’idoneità psicofisica è inoltre differente rispetto ai civili. Con una modifica al decreto del Ministro della Sanità recante i “Requisiti psicofisici minimi per il rilascio e il rinnovo dell’autorizzazione al porto di fucile per uso di caccia e al porto d’armi per uso difesa personale”, è stato infatti stabilito che il personale in servizio attivo può dimostrare la propria idoneità semplicemente presentando un attestato di servizio rilasciato dall’Amministrazione di appartenenza.

In tal modo, gli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia non sono più tenuti al pagamento della certificazione medica, poiché la valutazione sanitaria è già garantita dalle periodiche verifiche interne di idoneità previste dal proprio ordinamento.

Collezionare armi: la licenza da prendere

Chi desidera collezionare armi deve essere titolare di una licenza di collezione, che autorizza la detenzione (ma non il porto) di un numero di armi superiore a quello normalmente consentito.

Le licenze si distinguono in base alla tipologia delle armi collezionate:

  • Armi comuni da sparo: questa licenza consente la detenzione, ma non l’utilizzo, di armi corte e lunghe in numero superiore rispetto ai limiti ordinari (che ricordiamo essere 3 armi comuni da sparo e 12 armi sportive).
  • Armi antiche, artistiche o rare: riguarda le armi d’epoca, tra cui quelle ad avancarica o fabbricate prima del 1890. Con questa licenza è possibile detenere fino a 8 armi a retrocarica, prive di munizioni.

Le armi ad avancarica (caricate dalla bocca) restano invece liberamente detenibili, in quanto non classificate come armi comuni da sparo.

Per richiedere la licenza di collezione occorre presentare l’apposito modulo presso la Questura, il Commissariato di Pubblica Sicurezza o la Stazione dei Carabinieri competente per territorio.

Modulo per la richiesta di autorizzazione per acquisto, porto, trasporto, armi sportive e collezione
Scarica qui il modulo per richiedere la licenza per il collezionismo di armi comuni o antiche.

Il modulo può essere consegnato a mano oppure inviato con raccomandata con avviso di ricevimento. Alla domanda devono essere allegati:

  • due contrassegni telematici da 16,00 euro, da applicare sulla richiesta e sulla licenza;
  • certificazione di idoneità psico-fisica, rilasciata dalla Asl di residenza o dagli uffici medico-legali e dalle strutture sanitarie militari o della Polizia di Stato;
  • dichiarazione sostitutiva con cui l’interessato attesta:
  • di non trovarsi nelle condizioni ostative previste dalla legge;
  • le generalità delle persone conviventi;
  • di non essere stato riconosciuto obiettore di coscienza, oppure di aver formalmente revocato tale status.

In alternativa alle dichiarazioni sostitutive è possibile allegare la documentazione ufficiale rilasciata dagli organi competenti.

Il porto d’armi europeo

Il porto d’armi rilasciato in Italia ha validità esclusivamente sul territorio nazionale.

Tuttavia, chi già possiede una licenza italiana può richiedere la Carta europea d’arma da fuoco, un documento che estende la validità del porto o trasporto d’armi anche agli altri Paesi membri dell’Unione Europea.

Questa carta è particolarmente utile per chi partecipa a gare o eventi sportivi di tiro all’estero, o per chi viaggia con armi da caccia o sportive in altri Stati UE.

La Carta europea d’arma da fuoco ha una durata di 5 anni, ma la sua validità resta strettamente legata a quella del porto d’armi italiano: se quest’ultimo scade o viene revocato, anche la Carta europea perde automaticamente efficacia.

La richiesta deve essere presentata al Questore competente per territorio, utilizzando l’apposito modulo disponibile presso la Questura o il Commissariato di zona. È possibile consegnarla di persona o, in alcune province, anche tramite invio postale o telematico (secondo le modalità indicate dall’ufficio di riferimento).

Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti:

  • Dichiarazione sostitutiva che confermi il possesso di una valida licenza di porto o trasporto d’armi;
  • Denuncia di detenzione di armi, con l’indicazione dei dati identificativi di ciascuna arma (marca, modello, calibro e matricola);
  • Due fotografie formato tessera recenti;
  • Due contrassegni telematici da 16,00 euro ciascuno, da applicare sulla richiesta e sul documento rilasciato;
  • Ricevuta di versamento di 0,83 euro (oppure 2,06 euro in caso di rilascio della versione bilingue).

Le coordinate per il pagamento sono fornite direttamente dagli uffici di pubblica sicurezza territorialmente competenti.

La carta riporta l’elenco delle armi possedute e i Paesi in cui il titolare può portarle, conformemente alle autorizzazioni ricevute in Italia.

È importante ricordare che ogni Stato membro può comunque imporre limitazioni o ulteriori requisiti per l’introduzione temporanea di armi nel proprio territorio, pertanto è sempre consigliabile informarsi preventivamente presso le autorità locali.

Quanto costa il porto d’armi nel 2025

Come visto in questo articolo, quindi, ottenere un porto d’armi comporta una serie di spese iniziali e costi di mantenimento che variano in base al tipo di licenza e agli adempimenti burocratici necessari per il rilascio.

In generale, la prima spesa da sostenere riguarda il certificato medico di idoneità psico-fisica, indispensabile per tutte le categorie di porto d’armi. Il costo medio si aggira tra i 60 e gli 80 euro, ma può variare a seconda della regione o della struttura sanitaria a cui ci si rivolge (Asl, uffici medico-legali, strutture militari o di polizia).

A questo si aggiunge il costo del corso di maneggio delle armi, obbligatorio per chi non ha prestato servizio nelle Forze Armate o di Polizia. Il corso, tenuto presso una sezione del Tiro a segno nazionale (Tsn), comprende lezioni teoriche e pratiche e ha un costo che in media va dai 100 ai 150 euro.

Sulla domanda di rilascio devono poi essere applicati due contrassegni telematici da 16 euro ciascuno (uno sulla richiesta e uno sulla licenza), oltre alle spese minori per le fototessere, le copie dei documenti e il rilascio del libretto, che costa 1,27 euro.

Nel complesso, solo per le pratiche iniziali e la documentazione, si possono stimare circa 40o 50 euro di costi amministrativi.

Ma vediamo nel dettaglio quanto costa ogni singolo porto d’armi:

  • Porto d’armi per difesa personale: questa è la licenza più costosa e complicata da ottenere, poiché viene concessa solo in presenza di motivi di comprovata necessità, valutati dal Prefetto. Prevede una tassa di concessione governativa di 115 euro all’anno, da rinnovare ogni 12 mesi. Considerando anche certificati, corso e marche da bollo, il costo iniziale complessivo si aggira intorno ai 250 o 300 euro, a cui si sommano i 115 euro annui per il rinnovo.
  • Porto d’armi per uso sportivo: questo è più accessibile e non prevede tasse governative. L’unico costo ricorrente è l’iscrizione annuale al Tiro a segno nazionale o a una federazione sportiva, in media tra 100 e 150 euro. Tra certificato medico, corso e bolli, il costo iniziale complessivo va da un minimo di 200 a un massimo di 300 euro, con spese annuali limitate all’iscrizione.
  • Porto d’armi per uso venatorio: questo richiede il pagamento di una tassa di concessione governativa di 173,16 euro e della tassa regionale di caccia, che varia da 60 a 80 euro l’anno. A queste si aggiunge l’assicurazione obbligatoria (circa 60–100 euro annui) e le spese per certificati e bolli. Nel complesso, la spesa iniziale si aggira tra 300 e 400 euro, più i costi annuali legati a tasse e assicurazione.

Come visto in precedenza, poi, chi intende collezionare armi deve richiedere la licenza di collezione, che comporta il pagamento di due contrassegni telematici da 16 euro e la presentazione del certificato medico. Non vi è una tassa di concessione governativa periodica, ma resta l’obbligo di mantenere aggiornata la documentazione e di denunciare ogni nuova acquisizione o variazione del luogo di detenzione.

Nel complesso, il costo per ottenere un porto d’armi in Italia nel 2025 oscilla mediamente tra 200 e 400 euro, a seconda della tipologia di licenza, con spese di rinnovo o mantenimento che variano da zero a 115 euro l’anno. Si tratta dunque di un procedimento non solo impegnativo dal punto di vista burocratico, ma anche economicamente significativo, motivo per cui è importante valutare in anticipo la tipologia di licenza più adatta alle proprie esigenze e mantenere sempre aggiornate le scadenze e la documentazione.

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