Plastica nell’acqua, quando stare attenti e come evitarla

Giorgia Bonamoneta

04/07/2021

03/08/2021 - 16:41

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Bere acqua rimasta sotto al sole fa male? La plastica cambia il sapore dell’acqua per via del rilascio di alcune molecole potenzialmente pericolose. Vediamo se fanno male e come evitarle.

Plastica nell’acqua, quando stare attenti e come evitarla

Per sopportare il calore e le giornate soleggiate beviamo molta più acqua. In estate succede spesso di fermarsi a un bar o in un supermercato per fare scorta di acqua fresca. Venduta in bottiglie di plastica, formato comodo per quanto poco eco-friendly, l’acqua non sempre è “buona”. Ci sono delle volte in cui risulta più dolciastra, altre volte invece assume proprio il sapore della plastica.

Fin da piccoli ci sentiamo ribadire dai nonni e dai genitori di non bere l’acqua in bottiglia rimasta sotto al sole. La motivazione è: lo scioglimento della plastica nell’acqua. Ma è davvero così?

In questo articolo, pensato per non essere una lezione di chimica ma che di chimica parla, cercheremo di mettere in chiaro, una volta per tutte, perché bere (o non bere) l’acqua nelle bottiglie di plastica rimaste sotto al sole.

Le bottiglie di plastica sotto al sole sono pericolose per la salute

La maggior parte delle volte che compriamo una bottiglia in plastica di acqua la si scorda in macchina, soprattutto nella stagione più calda. A fine giornata, calda e dallo strano sapore, finiamo per gettarla a terra o nel secchio, sprecando non solo soldi, ma anche una delle sostanze più importanti del nostro pianeta Terra.

Lo facciamo perché ci è stato insegnato che l’acqua nelle bottiglie di plastica riscaldate dal sole fa male. Prima di dare indicazioni sul modo per stare attenti alla plastica riscaldata e sull’uso che possiamo fare di questa acqua calda e plasticosa, cerchiamo di capire se fa davvero male come nonna ci ha insegnato.

L’idea che sia pericoloso bere dell’acqua in bottiglia lasciata sotto al sole è dato da quel sapore di plastica, un po’ dolciastro, che assume l’acqua a contatto con la plastica. Il sapore “strano” infatti è dato da alcune sostanze che ne alterano la composizione. Queste sostante sono rilasciate nell’acqua per via del calore alla quale è sottoposta la bottiglia di plastica, che in auto può arrivare a toccare i 60-65°.

Le bottiglie di plastica sono principalmente in PET (polietilene tereftalato), ovvero una resina termoplastica della famiglia delle resine, adatta all’uso alimentare. Per tenere insieme le catene della plastica vengono utilizzati alcuni catalizzatori come l’ossido di antimonio. Sottoposta a un alto calore, come quello nell’auto sotto al sole di mezzogiorno, la plastica rilascia molecole di antimonio, formaldeide e acetaldeide.

Non ci stanno avvelenando, dobbiamo infatti ricordare che la pericolosità di una sostanza è quantificabile. Più ne assumiamo, maggior sarà la possibilità che diventi pericolosa per il nostro organismo. Ma secondo gli ultimi studi in merito le quantità di queste sostanze sarebbero troppo basse per rappresentare un vero pericolo per l’uomo.

Come evitare di sprecare il bene più prezioso al mondo?

Bere acqua nella quale sono state rilasciate delle sostanze potenzialmente pericolose, anche se la quantità è considerata sicura e molto al di sotto del limite di avvelenamento, non è piacevole. In caso di necessità quell’acqua, per quanto poco buona a livello di sapore, non compromette il corpo e può (deve) essere assunta in caso di mancanza di alternative. Ovviamente non stiamo parlando solo di acqua, ma anche di tutte quelle sostanze liquide vendute in bottiglie di plastica.

Riutilizzo

Evitare di dimenticare l’acqua in auto sarebbe il primo passo, ma se fosse così facile non ci saremo posti neanche la domanda. Una volta calda l’acqua è considerata imbevibile e viene gettata, ma esistono degli utilizzi alternativi e totalmente sicuri per non sprecarla. Per esempio si può usare quell’acqua per irrigare le piante o per lavare le superfici.

Alternative alla plastica

Non dimentichiamoci che esistono delle alternative alle bottiglie in plastica, non solo più economiche (basta un solo acquisto) ma anche migliori a livello di resa del sapore. Sostituire la plastica con il vetro è semplicissimo, il costo delle bottiglie o delle brocche è basso e sono riutilizzati fino a una rottura.

Un altro modo per eliminare la plastica è acquistare una borraccia in acciaio. Ci sono di tutti i colori e dimensioni, da borsetta o da bici e riescono a mantenere la temperatura bassa molto più a lungo.

In conclusione possiamo dire che l’acqua lasciata dentro una bottiglia di plastica sotto al sole non fa così tanto male, ma è pur vero che sarebbe meglio evitare d’ingerire altre sostanze potenzialmente pericolose. Il rischio concreto, a detta degli esperti, esisterebbe solo nel caso di assunzione di oltre dieci litri di acqua al giorno contenente molecole di antimonio, formaldeide e acetaldeide. In generale quindi si dovrebbe tentare di diminuire, o eliminare la plastica, dagli alimenti e dalla vita di tutti i giorni.

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