Più poveri in Italia a causa della pandemia: il rapporto Caritas 2021

Luna Luciano

17 Ottobre 2021 - 08:55

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Il rapporto della Caritas sulla povertà in Italia: più poveri a causa del Covid. Una soluzione indicata dall’ente confessionale della CEI è quella di “riordinare” il Reddito di cittadinanza.

Più poveri in Italia a causa della pandemia: il rapporto Caritas 2021

Un milione di poveri assoluti in più. È questo quello che racconta il report della Caritas: Rapporto 2021 sulla povertà e l’esclusione sociale. A causa della pandemia sono aumentati sensibilmente i poveri in Italia, con una maggiore concentrazione al Nord.

Il Covid e la pandemia globale hanno portato alla luce le forti disparità tra i privilegiati e chi a stento riesce ad arrivare a fine mese. Dallo scoppio della pandemia la Caritas ha infatti prestato soccorso a 1,9 milioni di persone, davanti a questa situazione la Caritas indica una valida soluzione: il riordino del Reddito di cittadinanza.

Povertà in Italia: i dati del rapporto della Caritas

Una situazione preoccupante che spesso nasconde storie di povertà minorile. È questo l’allarme lanciato dalla Caritas nel suo rapporto. I dati raccolti non sono irrisori e rivelano una situazione della povertà in Italia del tutto “inedita”. Nel 2020 la rete Caritas ha soccorso circa 1,9 milioni di persone. Di questi il 44% delle persone si è rivolta all’ente per la prima volta, senza particolari differenze tra italiani e stranieri.

Da un punto di vista regionale tra i territori più colpiti si possono annoverare:

  • la Valle d’Aosta con il 61,1%;
  • la Campania con il 57,0%;
  • il Lazio con il 52,9%;
  • la Sardegna con il 51,5%;
  • il Trentino Alto Adige con il 50,8%.

Allo stesso modo si scorgono importanti differenze legate all’età: per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà corrispondono al 57,7%, a cui contribuisce la condizione di sfruttamento in cui vivono ragazzi e ragazze che lavorano in Italia. I nuovi poveri sono quindi famiglie giovani che lavorano con figli minori a carico. Nel 2020 è aumentato del 2% la quota di poveri cronici, passando dal 25,6% al 27,5%. L’età media dei “nuovi poveri” è di 46 anni. Il 57% ha al massimo la licenza di terza media, e solo uno su cinque ha il Reddito di cittadinanza.

I dati mostrano una situazioni in cui appare evidente una forte vulnerabilità culturale e sociale che impedisce la possibilità di fare il salto necessario per superare l’ostacolo. Dal 2021 il 70,3% dei nuovi assistiti del 2020 non ha fatto più ricorso ai servizi Caritas, lo studio però legge questo dato in maniera ambivalente: questo può essere interpretato come un segno di speranza, ma allo stesso tempo preoccupa il 29,7% di “nuovi poveri” che ancora continuano essere in grave difficoltà. A preoccupare infine è la situazione dei poveri intermittenti”, circa il 19,2%, che oscillano ripetutamente tra la condizione di bisogno e non, collocandosi appena al di sopra della soglia di povertà.

Caritas: “Più poveri assoluti a causa della pandemia”

Sono oltre un milione i poveri assoluti in più in Italia, arrivando al valore record di 5,6 milioni di persone in stato di povertà assoluta, pari a 2 milioni di nuclei familiari. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno con il 9,4%, anche se la crescita più ampia è stata registrata nelle regioni del Nord, passando dal 5,8% al 7,6% delle persone. Se prima quindi le famiglie povere erano distribuite in egual misura al Nord (43,4%) e al Sud (42,2%), nel 2020 si è giunti al 47% al Nord, con circa 2 milioni 554mila persone, e al Sud al 38,6, con circa 2 milioni 259 mila persone. Sono più contenuti invece i dati del Centro Italia, che registra un’incidenza del 6,6% per un totale di 788mila poveri assoluti.

Povertà in Italia: il Reddito di cittadinanza come soluzione

Non abolire il Reddito di cittadinanza ma ripensarlo e rafforzarlo. È questa la conclusione a cui giunge il rapporto della Caritas 2021, proponendo interventi sia espansivi che restrittivi sul Reddito, indicato come unico strumento di contrasto alla povertà esistente in Italia. L’obiettivo deve essere quello di arrivare a tutti i poveri assoluti, passando poi ai poveri relativi.

Tra gli interventi espansivi trova spazio l’ampliamento di alcuni criteri di accesso, come ad esempio diminuire il numero di anni di residenza richiesti oggi 10; innalzare le soglie del patrimonio mobiliare; alzare le soglie economiche al Nord e infine modificare la scale discriminatoria verso le famiglie numerose. Tra gli interventi restrittivi trovano spazio la riduzione di alcuni criteri di accesso, come l’abbassamento delle soglie economiche dell’assegno per i single e per i nuclei di due persone. Una possibilità quindi di ripensare e trasformare il Reddito di cittadinanza in un vero strumento di aiuto per tutti i poveri assoluti in Italia, senza discriminazioni.

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