Petrolio: prezzo a 30$ è “irrazionale” - Arabia Saudita

Livio Spadaro

22 Gennaio 2016 - 12:55

Il chairman di Aramco, società saudita numero 1 al mondo per produzione di greggio, ha definito "irrazionale" l’attuale prezzo del petrolio prevedendo un rialzo nel corso del 2016.

Petrolio: prezzo a 30$ è “irrazionale” - Arabia Saudita

L’Arabia Saudita ha descritto il collasso del petrolio al di sotto di 30$ a barile come “irrazionale” e si aspetta che il mercato del greggio troverà un rimbalzo nel 2016 anche se il Paese continuerà a mantenere una produzione alta. Questo è quanto dichiarato dal chairman di Aramco, compagnia nazionale saudita numero 1 al mondo per la produzione di oro nero, al World Economic Forum in corso a Davos.

L’Arabia Saudita continua quindi a sostenere le politiche di produzione di greggio vigenti nonostante la richiesta di intervento pervenuta pochi giorni fa dal ministro del petrolio della Nigeria che ha fatto seguito a quella dell’omologo del Venezuela, Eulogio del Pino.

CEO Aramco: prezzi torneranno a crescere nel 2016

Il chairman di Aramco, compagnia nazionale petrolifera dell’Arabia Saudita (numero uno al mondo per la produzione di petrolio), intervenendo al World Economic Forum di Davos ha dichiarto che il prezzo del petrolio sotto i 30$ a barile è “irrazionale”.

Khalid al-Falih, CEO di Aramco, sostiene che i prezzi correnti non rimarranno tali nel 2016, visto che molti piccoli produttori di petrolio stanno riscontrando difficoltà finanziarie.

Secondo il manager, il mercato ha colpito eccessivamente i prezzi del greggio ed è inevitabile che lo stesso torni a risalire a prezzi più alti entro la fine dell’anno. Al-Falih ha ricordato inoltre che l’Arabia Saudita non taglierà la fornitura di greggio unilateralmente o che aprirà la strada ai produttori rivali.

Proprio quest’ultimo punto è il motivo per cui l’Arabia Saudita ha deciso di alzare l’output di greggio. L’innalzamento della fornitura degli Stati Uniti, produttori di shale oil, negli ultimi 5 anni ha contribuito a creare un’eccessiva offerta globale che ha scatenato un deprezzamento dell’oro nero del 75% in 18 mesi.

Il sell-off sul greggio è andato via via accelerando quest’anno, con il WTI che è sceso del 30% a causa del ritorno sul mercato dell’Iran che è il maggior rivale dell’Arabia Saudita nella regione medio-orientale.

L’ultimo pesante sell-off, nel quale i prezzi del petrolio sono scesi a quota 27$, è stato scatenato non solo dal ritorno dell’Iran sul mercato ma anche dalle paure emerse tra gli investitori riguardo il rallentamento dell’economia globale.

Petrolio: produzione di shale oil USA dovrebbe diminuire quest’anno

Tuttavia, i produttori di shale oil americano, stanno diminuendo l’offerta nel tentativo di generare abbastanza liquidità per pagare gli enormi debiti contratti durante il periodo di rapida espansione del settore, dato che i prezzi del greggio tra il 2010 e il 2014 oscillavano su una media di 100$ a barile.

Gli analisti hanno previsto che, se i prezzi del greggio non saliranno oltre il 30$ a barile, molte compagnie petrolifere statunitensi andranno in bancarotta nel 2016.

A differenza delle società petrolifere americane, Aramco detiene una quota di debito molto bassa e al momento produce 1 barile di petrolio prodotto ogni 9 emessi su scala globale. E’ per questo che il CEO della società ha affermato che, anche nell’evenienza in cui i prezzi del greggio rimanessero bassi più del previsto, non sarebbe un problema per la compagnia saudita.

Petrolio: Arabia Saudita taglierebbe produzione solo insieme ad altri membri Opec

I bassi prezzi del petrolio stanno però creando più di qualche problema ad altri membri dell’Opec. Nei giorni scorsi, il ministro del petrolio nigeriano, aveva richiesto una riunione di emergenza dell’organizzazione petrolifera per cercare di trovare una soluzione all’eccessivo calo dei prezzi.

Non più di un mese fa anche l’omologo del Venezuela, Eulogio del Pino, aveva chiesto un meeting dell’organizzazione petrolifera per trovare un accordo sulla produzione.

L’Arabia Saudita in questo senso non ha chiuso le porte agli altri membri dell’Opec. Il Paese medio-orientale ha infatti dichiarato che prenderebbe in considerazione un taglio della produzione solo nel caso in cui altri membri dell’Opec facessero lo stesso così come altri grandi produttori al di fuori dell’organizzazione come ad esempio la Russia.

Petrolio, Azerbaijan: serve maggiore coordinazione tra grandi produttori mondiali

Commentando la richiesta dell’Arabia Saudita di gestire la produzione anche con fornitori al di fuori dell’Opec, il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev, ha spiegato che il suo Paese è in favore ad un taglio della produzione ma questo dovrebbe riguardare solo i grandi produttori di petrolio.

Il presidente azero ha dichiarato che, se ci fosse una maggiore coordinazione tra i membri dell’Opec e i grandi produttori non membri, ci sarebbero sicuramente dei risultati.

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