Petrolio, è notte fonda. Quotazione verso i minimi del 2009

Nicola D’Antuono

16 Novembre 2015 - 06:35

L’ultima ottava è stata la peggiore degli ultimi 8 mesi per il petrolio. La quotazione del Wti è scesa quasi fino a 40$ al barile e ora potrebbe raggiungere i minimi di 38$

Petrolio, è notte fonda. Quotazione verso i minimi del 2009

Dopo una fase lateral-rialzista promettente, che aveva illuso i “Tori” quando i prezzi erano riusciti addirittura a sfondare quota 50$ al barile, il petrolio è tornato sotto pressione tanto da archiviare la peggiore settimana da marzo. Sia il greggio Wti che il riferimento europeo Brent hanno perso l’8% circa del proprio valore, con la quotazione che è scesa per entrambi sia minimi di fine agosto. Il petrolio Brent ha chiuso l’ultima ottava in area 43,6$ al barile, mentre il petrolio Wti intorno a 40,7$ al barile. Dietro la caduta dei prezzi c’è soprattutto la debolezza dei fondamentali macroeconomici, oltre ai consueti fattori di natura tecnica.

L’AIE, ovvero l’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel suo ultimo rapporto mensile sul mercato energetico aveva sottolineato che l’offerta era salita su livelli eccezionali, un po’ sulla falsariga di quanto evidenziato dall’Opec. Il cartello dei paesi produttori di greggio ha dichiarato che le scorte di barili sono giunte a un livello record, pari a circa 3 miliardi a settembre. Dal canto suo l’AIE ritiene che si tratta di “un cuscinetto senza precedenti contro eventuali shock geopolitici o inattese interruzioni dell’offerta”. Considerando poi le attese per un inverno mite, ecco che i “sell” potrebbero continuare a fare pressione verso il basso anche nei prossimi mesi.

Tra l’altro l’AIE ritiene che nel 2016 ci sarà anche un calo della produzione non-Opec, oltre a una riduzione significativa della domanda dopo il boom di 1,8 milioni di barili al giorno nel corso del 2015. Secondo l’Agenzia la domanda aumenterà solo di 1,2 milioni di barili al giorno. Da un punto di vista grafico il petrolio Wti ha accelerato vistosamente al ribasso, complice la forza del dollaro americano e la debolezza generalizzata del comparto delle commodity. La quotazione potrebbe scendere sotto 40$ e raggiungere quantomeno il supporto di lungo periodo di area 38$ al barile.

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