In un’epoca di precarietà economica, crisi affettive e modelli culturali incerti, la religione si ripresenta come capitale sociale.
Negli ultimi vent’anni, una parte consistente dell’élite culturale occidentale aveva abbracciato con sicurezza il paradigma del “nuovo ateismo”. La formula era semplice: progresso economico + scienza + tecnologia = emancipazione finale da ogni forma di religione. Ma quella stagione sembra chiusa.
Filosofi, giornalisti, pensatori e persino alcuni protagonisti del mondo tech stanno imboccando una strada opposta: il ritorno a Dio, o almeno alla dimensione religiosa come infrastruttura culturale indispensabile.
Il fenomeno non riguarda le masse, ma chi produce idee. Ed è significativo, perché spesso i trend culturali filtrano nell’opinione pubblica proprio dall’alto. Le storie personali di questo ritorno alla fede sono diverse, ma hanno un tratto comune: la percezione che il modello iper-razionalista non spiega più il mondo e, soprattutto, non aiuta a viverci bene. [...]
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