La Russia ha vietato Linkedin. A dar ragione allo Stato, tra i vari motivi, è una legge specifica che si abbatte contro l’applicazione.
La Russia apre il 2017 vietando LinkedIn ai suoi cittadini. Da questo momento infatti i russi non potranno più usufruire di una delle applicazioni più famose per la ricerca del lavoro e rete professionale più grande al mondo: LinkedIn.
Il motivo di tale scelta da parte del governo russo di chiedere ad Apple e Google di rimuovere LinkedIn dai negozi online russi, ci sarebbero questioni legali legate alla sicurezza dei cittadini ed alla privacy, tutte facenti capo ad una legge specifica sulla localizzazione. La società incriminata al sito Recode ha così commentato la scelta fatta dalla Russia:
“Siamo delusi dal blocco di LinkedIn operato dal Roskomnadzor (il regolatore russo delle tlc). Tale scelta nega l’accesso ai nostri membri in Russia e alle società che usano LinkedIn per far crescere il proprio business.”
La richiesta avviene in uno dei momenti peggiori, in cui la tensione tra Russia e Stati Uniti d’America sul fronte cyber è altissima a causa del Datagate. Inoltre le accuse di hacking rivolte alla Russia dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti non accennano a diminuire.
Ora andiamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quali sono i motivi che hanno spinto la Russia a chiedere il blocco di LinkedIn e cosa dice la legge a cui fa riferimento.
LinkedIn: il motivo del divieto in Russia
Il motivo alla base della richiesta da parte del governo russo sarebbe da ricercare nel fatto che, secondo la sentenza del 2014 di una corte locale, il social network Linkedin violerebbe la legge russa sulla protezione dei dati. A non andare giù al governo sarebbe la richiesta dell’app di memorizzare le informazioni sugli utenti russi in server in luoghi situati non all’interno del Paese.
Secondo questa sentenza, le aziende che conservano i dati personali degli utenti russi devono utilizzare server che si trovano fisicamente su territorio russo. Questo significa che Linkedin, che al momento non ha server simili in Russia, dovrebbe costruirli appositamente per continuare a fornire il servizio ai cittadini.
Le leggi di localizzazione e la falla di Linkedin
La legge russa in questione che ha causato il blocco di Linkedin farebbe riferimento alle “leggi di localizzazione”. Si tratta di normative di restrizione della fuoriuscita e conservazione al di fuori dei confini nazionali dei dati personali.
Secondo dati dell’Information Technology Industry Council, queste leggi di localizzazione sono già in vigore in 13 Stati compresi gli Usa, ed obbligano i servizi di cloud e partner del Dipartimento della Difesa a conservare i dati sensibili entro il proprio territorio.
Tuttavia LinkedIn, che dallo scorso anno è entrata nella scuderia di Microsoft, è la più grossa piattaforma ad essere finita preda delle restrizioni imposte dai governi al web.
Il divieto di Linkedin in Russia: gli antecedenti
La decisione presa dal governo russo in base alla legge di localizzazione però non è saltata fuori dal nulla. Già dallo scorso novembre 2016 l’accesso a Linkedin era stato bloccato ed il servizio era accessibile con qualche difficoltà di connessione grazie alle app dedicate su smartphone.
Inoltre non è la prima volta che un governo chiede la rimozione di una delle numerose app ormai di uso comune tra i cittadini. Già il governo di Pechino nel 2012 aveva chiesto ed ottenuto la rimozione dell’ app del New York Times dalla versione cinese dell’App Store di Apple.
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