Perché l’Isis fa di nuovo paura?

E. C.

25/06/2021

27/08/2021 - 09:45

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L’Isis torna a fare di nuovo paura e ciò che si teme è una nuova minaccia terroristica. Vediamo perché.

Perché l’Isis fa di nuovo paura?

L’Isis sta tornando con forza nella Siria orientale. Pare, infatti, che l’organizzazione terroristica attiva per la maggior parte in Siria e in Iraq sia tutt’altro che sconfitta e che sia rimasta attiva in particolar modo nei territori siriani.

Tutta l’area in cui l’Isis sta riattivandosi è tenuta sotto controllo sia dalle forze curde - di fianco al supporto dagli Stati Uniti - sia dalle forze del governo locale - che conta sull’appoggio degli eserciti della Russia e dell’Iran.

Nonostante il controllo militare esercitato sull’intera area, ciò che si teme è una nuova minaccia terroristica che andrebbe a coinvolgere non solo la zona siriana interessata, ma anche altre parti del mondo.

In questo contesto che si riforma e che desta gli occhi del mondo e dell’Europa, la domanda che sorge è: perché l’Isis fa di nuovo paura? Proviamo a capirlo.

Gli episodi a Deir az Zor, nella Siria orientale

Il primo motivo per cui l’Isis sta tornando a fare paura - quello che tiene gli occhi del mondo intero puntati sulla vicenda - può essere ritrovato proprio nei territori della Siria orientale. Nel capoluogo dello Stato siriano, infatti, si è registrato un aumento delle attività militari e amministrative da parte dello Stato islamico.

Soltanto alcune settimane fa, membri della Hisba, vicini all’Isis, avevano minacciato, nella zona est della città Deir az Zor, dei leader tribali e, sempre nella stessa zona, l’Isis aveva dato fuoco a negozi che vendevano alcol e tabacco, a mo’ di gesto simbolico, dato che, secondo la legge dell’Islam, sia il tabacco sia l’alcol sono prodotti proibiti.

La nuova Isis: il file audio diffuso da Al Furqan

Non è tutto: un file audio è stato recentemente diffuso dall’organizzazione islamica e, in particolare, da Al Furqan, un media del gruppo terroristico.

Nel messaggio audio, che dura 37 minuti e 41 secondi, a parlare è il portavoce del califfo Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawla. L’uomo si congratula con tutti i membri dell’Isis che continuano la lotta nonostante gli attacchi di coalizioni e governi locali.

Inoltre, il portavoce del califfo ha ringraziato i combattenti per gli attacchi eseguiti durante il periodo di Ramadan, nominando diversi Paesi, tra cui la Libia, l’Africa centrale e occidentale, il Sinai e l’Afganistan. Ha inoltre chiesto al gruppo islamico di intensificare gli attacchi contro Israele.

Gli attentati nella Repubblica Democratica del Congo

È avvenuta una serie di attentati collegati alla presenza di gruppi poi-Isis provenienti da Tanzania, Burundi e Kenya. I gruppi pro-Isis stanno tentando di espandere la loro influenza in alcune regioni africane, in particolar modo la zona del centro Africa.

In merito, almeno per il momento, il governo della Repubblica Democratica del Congo sta adottando una politica di contenimento, anziché di contrasto armato.

La paura arriva in Europa: l’impegno contro l’Isis

L’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, prenderà parte - in merito al tema dell’organizzazione terroristica - a una riunione ministeriale mondiale della Coalizione anti-Isis, nota col nome di Global Coalition to Defeat Da’esh.

La riunione planetaria vedrà presente anche l’Italia, in prima linea. Infatti, sarà presieduta dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, di fianco al segretario di Stato americano, Antony Blinken.

La riunione avverrà lunedì 28 giugno e avrà come tematica l’impegno nella lotta contro l’Isis e la pianificazione della Coalizione Globale per una strategia di contenimento che vede un approccio integrato tra militari e politici, sforzi umanitari e stabilizzazione del territorio.

L’Inghilterra insieme a UE e USA contro l’Isis

Anche i britannici si dichiarano pronti a condurre operazioni contro lo Stato islamico. A dichiararlo era stato il comandante Steve Moorhouse, al comando della squadriglia 617 della Royal Air Force che fornirà un “supporto tangibile e di impatto alle operazioni anti Daesh in Iraq e in Siria”, come si evince da un comunicato emanato dal Ministero della Difesa di Londra.

Lo stato Islamico è ancora una minaccia e l’Occidente sembra essere unito sotto l’unico scopo di contenimento della coalizione terroristica.

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# Isis

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