Perché l’interrogatorio bendato potrebbe salvare l’omicida del Carabiniere

Isabella Policarpio

29/07/2019

29/07/2019 - 09:56

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La foto dell’interrogatorio bendato del giovane americano che ha ucciso il carabiniere Cerciello hanno indignato il web. Ecco perché potrebbe scagionare l’omicida.

Perché l’interrogatorio bendato potrebbe salvare l’omicida del Carabiniere

L’interrogatorio bendato del giovane americano, Gabriel Christian Natale Hjorth, uno degli omicidi del carabiniere Mario Rega Cerciello, ha fatto in poche ore il giro del web, scatenando l’indignazione di avvocati, magistrati e delle Forze dell’Ordine.

Il carabiniere che ha diffuso lo scatto è già stato trasferito, tuttavia questo non è bastato a placare le polemiche, soprattutto quelle provenienti dalla famiglia del ragazzo che ha forti dubbi sulle garanzie del sistema penale italiano.

Proprio per questa ragione, lo scatto potrebbe giustificare l’estradizione del giovane, che verrebbe giudicato nel suo Paese natale anziché dalla Giustizia italiana. La famiglia ha anche fatto sapere che non riesce a sentire il figlio da venerdì 26. Ecco i dettagli della vicenda.

Interrogatorio bendato del giovane assassino, perché potrebbe salvarlo

Sta suscitando scalpore e indignazione la foto del ragazzo americano che ha ucciso con 11 coltellate il Vice Brigadiere Mario Rega Cerciello nella notte tra il 25 e il 26 luglio.

L’immagine ritrae Gabriel Christian Natale Hjorth seduto ammanettato e bendato nel reparto investigativo dei carabinieri di via Selci a Roma, durante l’interrogatorio. Lo scatto è stato diffuso su Facebook ed ha fatto il giro del web, tanto da suscitare la preoccupazione dei familiari.

Il carabiniere responsabile della diffusione della foto è stato trasferito, ma ciò non basta a fermare le polemiche, tanto che adesso si parla di rischio di estradizione.

Infatti, i legali e i familiari del giovane americano potrebbero chiedere l’estradizione del figlio e farlo giudicare negli Stati Uniti, sottraendolo alla giustizia italiana.

Intanto il generale dell’Arma, Giovanni Nistri, ha avviato un’inchiesta interna per scoprire i nomi dei responsabili e ricorrere a provvedimenti il prima possibile.

Dall’interrogatorio bendato ai dubbi sul sistema penale italiano

Quanto accaduto nel corso dell’interrogatorio del giovane americano è senza dubbio un atto contrario ai principi del nostro sistema penale in merito alle modalità di svolgimento dell’interrogatorio.

Per questa ragione, Pietro Grasso, e molti altri esponenti della giustizia italiana, hanno parlato di un vero e proprio “scandalo”. In questo modo, infatti, l’Italia rischia di passare dalla parte del torto, facendo lo stesso gioco degli assassini.

Una mossa non solo contraria a quanto dice la legge, ma anche poco intelligente: si rischia, infatti, di dare alla difesa americana un motivo per far richiamare l’omicidio nel suo Paese natale, sottraendolo alla Giustizia italiana.

Ma i dubbi sulle modalità di svolgimento dell’interrogatorio non finiscono qui: secondo quanto riportato dai genitori del ragazzo, pare che non ci sia nessuno che parli in inglese con il figlio e che non riescano a mettersi in contatto con lui da venerdì 26.

Oggi i funerali del Vicebrigadiere, che verrà seppellito a Somma Vesuviana, suo Paese d’origine.

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