Perché le elezioni del presidente della Repubblica sono così importanti

Alessandro Cipolla

28/01/2022

20/07/2022 - 15:12

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Da giorni tutte le attenzioni politiche e mediatiche sono rivolte alla elezione del prossimo presidente della Repubblica: ecco perché in Italia questo voto è così importante.

Perché le elezioni del presidente della Repubblica sono così importanti

Continua l’attesa per l’elezione del presidente della Repubblica con i partiti che ancora non hanno trovato un accordo. Ora che per la fumata bianca basterà una maggioranza assoluta, pari a 505 voti, ogni votazione potrebbe essere quella decisiva per l’agognata fumata bianca.

Nonostante la pandemia, i venti di guerra provenienti dall’Ucraina e la crisi derivante dal caro-bollette, in Italia da giorni TV e giornali si stanno occupando quasi esclusivamente di quello che non a caso è stato ribattezzato Romanzo Quirinale.

Questo perché la figura del Presidente della Repubblica per il suo ruolo è la più importante nel nostro Paese, specie in un momento come questo con il mondo intero alle prese con una pandemia senza precedenti nella nostra storia recente.

Vediamo allora quali sono i compiti e le funzioni del presidente della Repubblica e perché questa elezione, vista l’attuale particolare situazione politica in Italia, potrebbe portare anche a una caduta dell’attuale Governo.

Il ruolo e le funzioni del presidente della Repubblica

Il Capo dello Stato è il garante della Costituzione e il suo mandato dura sette anni. Un periodo lungo e che non coincide con quello di una legislatura (cinque anni) per evitare che ci sia sovrapposizione politica tra la maggioranza di turno e il presidente della Repubblica.

Il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere (tranne che nel semestre bianco), indire le elezioni e i referendum e nominare fino a cinque senatori a vita. È suo compito anche nominare il presidente del Consiglio: secondo la prassi questo avviene dopo le consultazioni.

Tra le funzioni del presidente della Repubblica c’è anche la firma e la promulgazione delle leggi (o il loro rinvio alle Camere). Il Capo dello Stato presiede il Consiglio supremo di difesa, ha il comando delle forze armate, presiede il Consiglio superiore della magistratura e nomina un terzo dei componenti della Corte costituzionale.

Come funziona l’elezione del presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune con l’integrazione dei delegati delle Regioni: si tratta di tre consiglieri (due di maggioranza e uno di opposizione) per ogni Regione con l’unica eccezione della Valle d’Aosta (solo uno). In totale i delegati regionali sono 58.

Il Parlamento è invece composto da 630 deputati e 321 senatori (compresi quelli a vita). La votazione avviene alla Camera a scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini è necessario ottenere la maggioranza di due terzi dei voti per l’elezione. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Nei primi tre scrutini, stando ai numeri attuali, servono almeno 673 voti per l’elezione del capo dello Stato. Dal quarto scrutinio sono invece sufficienti 505 voti tra parlamentari e delegati regionali. Ora che siamo alla quinta votazione di conseguenza sarà più semplice eleggere il prossimo presidente della Repubblica.

I rischi per il Governo

Queste elezioni del presidente della Repubblica sono molto importanti anche perché l’esito del voto potrebbe influire sul prosieguo del governo Draghi, in una sorta di effetto domino dagli esiti al momento difficilmente prevedibili.

Se Mario Draghi dovesse essere eletto al Quirinale, a quel punto l’attuale maggioranza potrebbe anche andare avanti ugualmente a patto che i partiti riescano a trovare un accordo per il nuovo presidente del Consiglio.

Non sarà facile però mettere d’accordo i vari leader che a breve si tufferanno a tempo pieno nella lunga campagna elettorale che ci porterà alle elezioni politiche del 2023. Anche l’attuale maggioranza potrebbe perdere dei pezzi in caso di un nuovo Governo.

Una crisi di governo sarebbe molto probabile pure nel caso di un capo dello Stato eletto da una maggioranza ristretta: se il centrodestra che potrebbe arrivare ai fatidici 505 voti nel caso di una convergenza di una parte del Gruppo Misto dovesse optare per una scelta “muscolare”, a quel punto PD e 5 Stelle uscirebbero immediatamente dall’esecutivo con le elezioni anticipate che diventerebbero inevitabili.

Il destino del Governo di conseguenza sembrerebbe essere legato a doppio filo con l’esito dell’elezione del presidente della Repubblica, tanto che molti parlamentari sperano di poter convincere Sergio Mattarella a considerare l’ipotesi di un mandato-bis.

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