Perché in Austria è stato varato l’obbligo vaccinale?

Chiara Esposito

04/02/2022

04/02/2022 - 21:07

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I 4 motivi che hanno spinto l’Austria a diventare il primo Paese dell’Unione Europea a imporre l’obbligo totale. Ecco come verrà fatto rispettare.

Perché in Austria è stato varato l’obbligo vaccinale?

Nella lenta riconquista da parte degli stati (europei e non) di spazi di normalità ci si muove in ordine sparso, ma nella moltitudine di approcci spicca il caso dell’Austria: il primo Paese dell’Unione Europea a rendere obbligatori i vaccini contro il coronavirus per tutti i maggiorenni.

La volontà politica c’era da tempo e lo Stato si era già reso noto alla stampa internazionale per il tentativo, poi non andato a buon fine, di imporre un lockdown ai soli no vax. Nonostante anche in questo Paese esistano infatti frange nutrite di manifestanti che rivendicano a gran voce la libera scelta per il trattamento sanitario, è stato possibile varare una legge così netta.

A fronte degli ampi dibattiti, capiamo quindi i motivi profondi che hanno portato la Camera austriaca a votare con ampio consenso questa manovra.

La firma apposta dal presidente Alexander Van der Bellen, come ulteriore effetto, apre ora la strada agli sguardi curiosi degli omologhi internazionali. Qualora se ne vedranno i frutti, questa decisione infatti potrebbe condizionare le decisioni anche di altri governi esteri.

4 dati che hanno spinto il governo ad agire

A guidare l’approvazione di questa legge è stata una serie di ragioni di salute pubblica. I motivi della manovra sono principalmente quattro.

Primo punto di forte apprensione sono le terapie intensive, reparti chiave, anche oggi sotto notevole sforzo. Dai dati riportati da Linkiesta si parla di quasi 3mila persone ricoverate di cui ben 520 in terapia intensiva. Il dato potrebbe sembrare contenuto ma in realtà è più alto del numero di pazienti gravi attualmente curati in Italia, nonostante la popolazione dell’Austria sia più o meno un settimo di quella nostrana.

Altra innegabile evidenza: l’Austria, a livello di copertura vaccinale, si trova poco al di sotto della media europea (65,5%) e si vuole alzare l’asticella. Il tasso di vaccinazione è infatti del 64,1% secondo gli ultimi dati dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. Comparando questi parametri alle esperienze dei paesi limitrofi notiamo un 69,1% della Germania e un virtuoso 72,9% per l’Italia.

Veniamo poi ad una questione piuttosto spinosa. Il governo deve fare i conti con l’insufficienza dei risultati del suo «lockdown per non vaccinati» imposto a novembre e poi ritirato. La misura sperimentale non aveva dato esiti tali da giustificare al 100% la sua messa prosecuzione. Tornando sui suoi passi il cancelliere Karl Nehammer in una nota spiegava:

"La priorità assoluta è di limitare il più possibile le restrizioni".

Ciò si collega all’ultimo cruciale aspetto: la voglia di voltare pagina. Andare verso la fine delle restrizioni è uno spirito già marcato nelle correnti politiche europee, Danimarca in testa e Regno Unito e Svezia al seguito, e in Austria si vorrebbe fare lo stesso. Il capo dell’esecutivo di Vienna parla così:

"Non vogliamo una quinta, una sesta e una settima ondata. Il virus non se ne andrà".

Razionalmente parlando infatti i vaccini, e soprattutto le dosi booster, sono l’unica via percorribile per rendere endemica la Sars-Cov 2.

Come raggiungere l’obiettivo? Multe e lotteria

Una volta inquadrati i motivi vien da chiedersi come ci si aspetta di raggiungere il target e le risposte sono due. Si parla di lotteria e di multe.

Partendo da queste ultime possiamo dire che, sebbene l’obbligo entri in vigore dal 1º febbraio, le sanzioni inizieranno ad essere emesse solo dal 15 febbraio con un controllo incrociato delle persone iscritte nelle anagrafi vaccinali. Gli inadempienti riceveranno quindi uno specifico avviso.

I controlli a campione scatteranno invece da metà marzo nella convinzione che il gradualismo spinga diversi cittadini a mettersi «spontaneamente» in regola.

Se nonostante tutto si risulterà ancora non vaccinati, verrà corrisposta una multa di 600 euro ripetuta ogni tre mesi fino al gennaio del 2024, data di decadimento formale dell’obbligo. Per chi non paga ulteriore sanzione da 3.600 euro. Somme insomma ben diverse da quelle italiane.

D’altra parte si cerca poi di attirare gli scettici in cerca di fortuna con una lotteria delle vaccinazioni in cui, con ogni dose, si possono vincere 500 euro in buoni spendibili in ristoranti o negozi. Il governo dice che ha la possibilità di vincere è di una dose su 10 e, per non discriminare i cittadini da tempo in regola, alle estrazioni periodiche partecipano anche i codici QR dei Green Pass rilasciati ai vaccinati.

Insomma, il piano di incentivi è pronto e il fronte delle dissuasioni anche. Mancano solo gli esiti e qui si giocherà poi la partita estera con possibili obblighi vaccinali diffusi.

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