Il ministro della Difesa Roberta Pinotti in una lunga intervista a La Repubblica illustra come intende cambiare le Forze Armate: creazione di un Pentagono italiano ed esercito più giovane e snello.
Roberta Pinotti si appresta a rivoluzionare le Forze Armate del nostro paese.
Il ministro della Difesa in una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha ampiamente illustrato le linee guida del suo Libro bianco, il disegno di legge con il quale intende cambiare la struttura delle Forze Armate italiane.
Un lavoro lungo tre anni, dove c’è stato un profondo confronto con tutte le componenti delle nostre Forze Armate e il ministro Pinotti, culminato con la stesura degli 11 articoli del Libro bianco e anche nell’accordo sul riordino delle carriere appena approvato dal Consiglio dei Ministri.
L’obiettivo della riforma che la Pinotti sta portando avanti è quello di aumentare il coinvolgimento interforze, oltre che diminuire entro il 2024 il numero dei militari svecchiando le Forze Armate attraverso un uso massiccio dei contratti a tempo determinato.
Un radicale cambiamento quello proposto dalla Pinotti con lo scopo di rendere più snelle ed efficienti le nostre Forze Armate, soprattutto in questo periodo di crescente tensione internazionale.
Le linee guida della Pinotti
Mentre altri suoi colleghi di governo preferiscono prendere parte alle beghe interne al Pd, Roberta Pinotti più che delle vicende del suo partito al momento sembrerebbe essere totalmente concentrata solo sul suo progetto di riordino delle Forze Armate.
A metà febbraio è stato approvato dal governo il Libro bianco, il disegno di legge voluto dalla Pinotti che ha come obiettivo il riordinare i vertici ed il funzionamento di tutte le strutture delle quali risponde il ministero della Difesa.
Un traguardo importante quello raggiunto dal ministro, che ha sottolineato ampiamente nell’intervista concessa a La Repubblica come questo potrebbe essere una sorta di grande svolta per il futuro delle Forze Armate.
Per fare delle riforme devi avere delle idee di fondo. Ora la difficoltà e la bellezza di questo percorso sono state quelle di concepire un disegno organico. Partendo dal fatto che la Difesa in Italia funziona, ci sono stati però cambiamenti globali nella geopolitica, innovazioni tecniche e un calo di risorse che hanno imposto nuove sfide e la necessità di una trasformazione culturale.
Una Difesa che quindi secondo il ministro in Italia funziona, ma i tempi cambiano e anche le nostre Forze Armate devono adeguarsi. Principio base del Libro bianco è la maggiore collaborazione interforze per un autentico lavoro di squadra.
Oggi non esiste una missione che non richieda componenti di tutte le forze armate: ci può essere prevalenza di Marina, Aeronautica, Esercito ma poi hai bisogno di uno sguardo d’insieme. L’identità viene preservata perché è un elemento importante, positivo, ma questa identità non può essere vissuta come competizione interna mentre ci sono tradizioni inveterate in cui l’appartenenza al corpo prevale rispetto allo spirito globale.
Ha le idee chiare quindi la Pinotti su quale direzione si debba seguire. Vediamo allora quali sono i principali cambiamenti che il ministro della Difesa ha in serbo per le nostre forze armate.
I cambiamenti della Pinotti
La riforma delle Forze Armate voluta da Roberta Pinotti segue diverse linee guida. L’obiettivo finale è quello di aumentare la collaborazione tra le varie forze, oltre che snellire e ringiovanire in generale tutto il settore al fine di renderlo più efficiente.
Per prima cosa entro il 2024 avverrà la diminuzione dell’organico complessivo dell’esercito, con i militari che saranno 40.000 in meno passando dagli attuali 190.000 al numero di 150.000. Saranno 10.000 in meno anche i civili che lavorano nel settore, con un sostanziale taglio anche nel numero dei generali e degli ammiragli.
Il più grande sogno poi della Pinotti è la creazione di una sorta di Pentagono italiano, con il progetto che è già a buon punto. L’area scelta è quella sita nel quartiere romano di Centocelle, con il ministro che ora è alla ricerca dei fondi necessari per completare il trasferimento e realizzare le opere strutturali necessarie.
A Centocelle già sono state trasferite le 1.500 persone della Direzione generale degli armamenti e il Coi. Lo scopo è quello di mettere sotto lo stesso tetto i vertici di tutte le Forze Armate, per migliorare il lavoro di squadra e gestire meglio i costi di gestione, con numerosi immobili che verrebbero liberati.
Altro punto cardine della riforma Pinotti è quello di diminuire l’età media dei nostri soldati. Al momento l’82% dei militari ha un contratto a tempo indeterminato, percentuale che per il ministro deve scendere al 60%.
Il restante 40% dovrà essere formato da giovani a tempo determinato, con un contratto di ingaggio di sette anni che prevede anche una formazione professionale per permettere poi ai ragazzi di poter facilmente entrare nel mondo del lavoro.
In quest’ottica la Pinotti non esclude anche l’istituzione di percorsi legislativi per facilitare, una volta terminato il contratto, il ricollocamento di tutti i militari al termine dei sette anni del loro ingaggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA