Forze armate vecchie, il piano della Pinotti: ecco i contratti a termine

Alessandro Cipolla

20/02/2017

20/02/2017 - 12:47

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Le forze armate italiane sono sempre più vecchie, ecco quindi che il ministro della Difesa Roberta Pinotti pensa ai contratti a termine per abbassare l’eta media del nostro esercito.

Forze armate vecchie, il piano della Pinotti: ecco i contratti a termine

Le forze armate italiane sono sempre più vecchie, così il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha pronto un piano per diminuire drasticamente l’età media del nostro esercito.

La preoccupazione del ministro Pinotti nasce da alcuni dati impietosi riguardanti le nostre forze armate: l’età media dei militari italiani è di 38 anni, molto più alta rispetto a quella di altri paesi come Usa e Gran Bretagna.

Un problema dettato soprattutto dall’alto numero dei contratti a tempo indeterminato nelle nostre forze armate, con il ministro della Difesa Roberta Pinotti che così pensa a dei contratti a tempo per svecchiare l’esercito italiano.

Punto fondamentale però sarà a quel punto trovare anche un modo per ricollocare nel mondo del lavoro i militari una volta scaduti i contratti. Ma anche per questo il ministro Pinotti sembrerebbe avere la soluzione pronta.

Le forze armate italiane sempre più vecchie

Le attuali forze armate italiane hanno un duplice problema: sono troppe nel numero e troppo in là per quanto riguarda l’età media. Circostanze queste che rischiano di mettere a rischio la piena efficienza del nostro esercito.

In Italia in questo momento l’82% dei militari in organico è a tempo indeterminato. Una differenza enorme rispetto ad altri paesi europei come la Francia dove ne sono il 37% e la Germania che ne conta il 30%.

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti vorrebbe ridurre il numero dei contratti a tempo indeterminato almeno al 60% del totale. Questo porterebbe ad un risparmio sui fondi a disposizione dell’esercito ogni anno, soldi che potrebbero essere utilizzati invece per investire sul miglioramento delle dotazioni militari.

Obiettivo è anche quello di diminuire il numero di generali e ammiragli come indicato nel Libro Bianco delle forze armate. In Italia ne abbiamo in totale 443, uno ogni 380 militari. Negli Usa invece la proporzione è di uno ogni 1440. Anche qui è prevista una drastica riduzione.

Altro punto è quello dell’età media. Al momento per le forze armate italiane è di 38 anni. Negli Usa invece è di 28,6 anni mentre in Gran Bretagna è di 30 anni. Visto il gran numero di tempi indeterminati, la prospettiva per il nostro esercito è quella di avere nel 2020 un’età media di 42 anni e nel 2027 di 46 anni.

Un esercito italiano che quindi si appresta a diventare sempre più vecchio, ragion per cui il ministro Roberta Pinotti ha messo a punto un piano per abbassare drasticamente l’età media introducendo dei contratti a termine.

Forze armate: la Pinotti propone i contratti a termine

L’obiettivo dichiarato del ministro della Difesa Roberta Pinotti è quello di far scendere l’età media delle forze armate italiane a non più di 32 anni. Per far questo la titolare del dicastero ha le idee chiare su come fare.

Con la legge delega, proponiamo un modello che preveda il 60% a contratto indeterminato ed un 40% che dopo alcuni anni di esperienza militare vengano accompagnati a lavori diversi.

Oltre alla diminuzione dell’organico a 150.000 unità come previsto da una legge del 2012, la Pinotti vuole un esercito più giovane grazie ad un uso massiccio dei contratti a tempo determinato. Importante però poi sarà la ricollocazione nel mondo del lavoro.

Diminuire l’età media delle nostre forze armate è una scelta giusta, però si deve evitare che i nostri ragazzi, una volto finito il loro impegno di un numero di anni nell’esercito, si ritrovino ad essere lasciati a loro stessi.

Ecco quindi che il ministro Pinotti dovrà trovare un modo per far si che ci siano degli sbocchi occupazionali ben definiti per i militari una volta scaduto il contratto a tempo.

Rendere le nostre forze armate più snelle ed efficienti è una grande obiettivo, realizzarlo però creando una futura generazione di disoccupati che hanno messo a repentaglio la propria vita per la nazione non è la soluzione migliore.

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