Pensioni, ultime notizie: stop alla settima salvaguardia degli esodati e all’opzione donna

Stefania Manservigi

9 Settembre 2015 - 16:12

Le ultime notizie in tema di pensioni che riguardano donne ed esodati non sono positive, come ci si aspettava invece in base alle indiscrezioni degli ultimi giorni. Il Mef ha infatti bloccato l’estensione dell’Opzione donna e la settima salvaguardia.

Pensioni, ultime notizie: stop alla settima salvaguardia degli esodati e all’opzione donna

Si aspettavano notizie positive in tema di pensioni per quanto riguarda donne ed esodati, e invece è arrivato lo stop del Ministero dell’Economia alla settima salvaguardia e all’estensione dell’opzione donna.
Il Mef ha infatti annunciato che le risorse non utilizzate sono finite nelle casse dello Stato e che per questo motivo non potranno essere utilizzate a copertura per le misure previste.
Questo è stato l’esito dell’incontro che si è tenuto oggi nella commissione Lavoro della Camera con il Mef, il ministero del Lavoro, l’Inps e la Rgs. Secondo quanto riferito dal presidente della commissione Cesare Damiano, la posizione del Mef non sarebbe condivisa dal Ministero del Lavoro, che avrebbe espresso diversa volontà.

«Insieme a noi non concorda il ministero del Lavoro»,

ha sottolineato infatti Damiano.

Per approfondire quali erano le misure attese per donne ed esodati leggi anche: Pensioni, ultime notizie: le novità su Opzione donna ed esodati

Pensioni: stop alla settima salvaguardia e a opzione donna, le coperture sono necessarie?
Sulla posizione tenuta dal Mef in merito agli interventi attesi per esodati e donne si è espresso Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, contrario alla frenata e alla bocciatura degli interventi.

«Se prevalesse la linea restrittiva del Mef per noi questo è inaccettabile. La questione diventa politica e va affrontata a livello di ministri competenti»

ha detto Damiano.
Inoltre secondo il presidente della commissione in base a quanto espresso dal Mef non ci sarebbero nemmeno coperture per l’opzione donna. Una posizione inaccettabile, considerando che il calcolo dell’assegno pensionistico secondo il metodo contributivo previsto dall’opzione permette allo Stato un risparmio che rende non necessario il reperimento di risorse a copertura.
Damiano ha infatti sottolineato come

«l’anticipo a 57 anni con 35 di contributi con il ricalcolo tutto contributivo dell’assegno non abbia bisogno di alcuna copertura».

Tuttavia sia nel caso della settima salvaguardia sia nel caso dell’opzione donna

«il Mef richiede coperture e secondo calcoli dell’Inps fino al 2023 si tratterebbe di 2 miliardi; a nostro avviso una cifra esagerata, probabilmente calcolata su una platea piu’ ampia di quella reale»

sostiene Damiano.
Secondo il presidente della commissione, dunque, l’approccio utilizzato dal Mef sarebbe sbagliato:

«Vogliamo anche in questo caso sottolineare che nel momento in cui l’aspettativa di vita delle donne è oltre gli ottant’anni queste lavoratrici percepiranno un assegno decurtato del 30% per piu’ di 23 anni. Quindi nel lungo periodo non solo non ci saranno costi ma si produrranno dei risparmi. Noi non possiamo contabilizzare soltanto i costi».

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