Pensioni, ultime notizie: Quota 102 è una possibilità, ecco come funziona

Antonio Cosenza

12 Gennaio 2020 - 08:55

condividi

Riforma pensioni: salgono le quotazioni di Quota 102 per il dopo Quota 100. Ecco quali sarebbero i vantaggi di questa nuova misura di flessibilità.

Pensioni, ultime notizie: Quota 102 è una possibilità, ecco come funziona

Pensione con Quota 102, è veramente una possibilità? In questi ultimi giorni si sta parlando con insistenza di una nuova forma di pensionamento anticipato, Quota 102; una misura che secondo alcuni organi di stampa dovrebbe prendere il posto di Quota 100, nonostante le smentite del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Il Ministro, annunciando una nuova riforma delle pensioni a breve, ha infatti spiegato che Quota 100 non si tocca, almeno fino al termine della fase di sperimentazione prevista per la fine del 2021. Questo non vuol dire che le notizie in merito all’introduzione di una Quota 102 siano una fake news, ma che se ne riparlerà solamente per il 2022 quando Quota 100, salvo clamorose e al momento inaspettate sorprese, sarà un lontano ricordo.

A tal proposito si parlerà di Quota 102 nella commissione tecnica che il Ministro del lavoro, Nunzia Catalfo, intende avviare a breve con lo scopo di pensare a nuove misure di flessibilità così da superare la riforma pensioni attuata dalla Fornero nel 2011.

Quota 102 potrebbe far parte delle proposte; difficile, infatti, che visti i vincoli riguardanti il bilancio si riuscirà ad introdurre misure migliori di Quota 100, ossia che hanno una somma contributi-età anagrafica inferiore a 100.

Si parlerà di Quota 41 per tutti, ma effettivamente Quota 102 sembra garantire migliori garanzie dal punto di vista dei conti pubblici considerando il minor costo.

Ma vediamo nel dettaglio di cosa tratta questa misura e quali sarebbero i lavoratori interessati.

Pensione con Quota 102: come funziona?

A differenza di Quota 41 per tutti - che prevede un solo requisito contributivo, pari a 41 anni - per andare in pensione con Quota 102 si dovrebbe tener conto sia dell’età anagrafica che degli anni di contributi.

Capirne il funzionamento è molto semplice in quanto è simile a quello dell’attuale Quota 100. Nel dettaglio, con Quota 102 si potrebbe andare in pensione una volta che la somma tra i due elementi, l’età e i contributi, dà come risultato 102. Anche questa, però, prevede sia un minimo anagrafico che contributivo, al di sotto dei quali non si potrebbe ricorrere alla misura di flessibilità neppure nel caso in cui la somma dia un risultato pari o superiore a 102.

In questo caso si parla di un minimo contributivo pari a 38 anni (come Quota 100), con possibilità di un bonus per le donne a seconda del numero dei figli (l’ipotesi è di 8 mesi di contributi per ogni figlio, ma è ancora oggetto di studio). Per quanto riguarda l’età, invece, sarebbe più alta di due anni, ossia pari a 64 anni.

Complessivamente, quindi, coloro che hanno lavorato per un numero elevato di anni (comunque più basso di quanto previsto da Quota 41 o dalla pensione anticipata) potrebbe anticipare l’accesso alla pensione di tre anni, visto che oggi l’età per la pensione di vecchiaia è pari a 67 anni.

Il requisito anagrafico sarebbe comunque oggetto di incremento, in quanto si parla di adeguarlo alla variazione delle aspettative di vita.

Pensione con Quota 102, quali vantaggi?

Il vantaggio principale sarebbe nei conti pubblici: secondo le stime contenute nel dossier su Quota 102, che circola da mesi tra tecnici e politici, infatti, questa avrebbe un costo più basso rispetto a Quota 100 (e non potrebbe essere altrimenti visti i requisiti) e quindi sarebbe maggiormente sostenibile per i conti pubblici.

Ci sarebbero vantaggi anche per i lavoratori: Quota 102 sarebbe una misura strutturale e quindi non soggetta a vincoli temporali come Quota 100 o Opzione Donna (rinnovata nel 2020 ma dal futuro incerto).

C’è da dire però che nel progetto di Quota 102 è prevista anche una penalizzazione per coloro che vi accedono. Si tratta dello stesso sistema previsto per Opzione Donna, ossia di un ricalcolo contributivo dell’assegno che - a seconda della posizione contributiva dell’interessato, potrebbe comportare penalizzazioni dal 15% al 30%.

Argomenti

Iscriviti a Money.it