Pensioni precoci, ultime novità: la soluzione è ancora lontana

Stefania Manservigi

14 Settembre 2016 - 09:30

Sul fronte delle pensioni dei precoci ancora nessuna novità in vista. Si allontana sempre più la Quota 41.

Pensioni precoci, ultime novità: la soluzione è ancora lontana

Le ultime notizie sulle pensioni dei precoci non sono incoraggianti.
La soluzione alla situazione di difficoltà vissuta da quella categoria di lavoratori che ha iniziato a lavorare in giovane età e che, nonostante abbia accumulato diversi anni di contributi versati, non può andare in pensione a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero sembra essere ancora lontana.
Durante l’incontro che si è tenuto lunedì tra sindacati e Governo non è stata infatti affrontata la questione precoci. In base alle ultime indiscrezioni trapelate, tuttavia, sembrerebbe sempre più difficile l’approvazione della Quota 41, la misura che consentirebbe ai lavoratori che hanno versato 41 anni di contributi di poter andare in pensione senza penalizzazioni indipendentemente dall’età pensionabile.
E se i lavoratori precoci non si arrendono e continuano la loro mobilitazione a favore della Quota 41, dalle parti di Palazzo Chigi tutto tace.

Pensioni precoci, si sta ancora lavorando a una soluzione
Al termine dell’incontro tra sindacati e Governo, che ha lasciato ancora una volta l’amaro in bocca ai precoci, il segretario generale di SPI-CGIL Ivan Pedretti ha cercato di tranquillizzare gli interessati spiegando come gli interventi da attuare siano ancora tanti, assicurando inoltre che i sindacati non mancheranno di soffermarsi sui temi che più interessano i precoci.
Pedretti ha così concluso:

"Molte misure sono già state definite; molte altri no. Vi terremo aggiornati".

Nonostante i chiarimenti arrivati da parte delle parti sociali, tuttavia, le indiscrezioni trapelate non sono positive per quanto riguarda i lavoratori precoci. La Quota 41 sembra sempre più lontana a causa dei costi dell’operazione non sostenibili, secondo il Governo, dalle casse dello Stato.
La soluzione alternativa ideata dal Governo sarebbe il bonus contributivo, ma anche qui la beffa per i lavoratori precoci sembra dietro l’angolo. Secondo fonti giornalistiche, infatti, il bonus contributivo al vaglio dell’esecutivo non consisterebbe più in 4-6 mesi "abbuonati" per ogni anno di lavoro compiuto tra i 14 e 18 anni, come riportato inizialmente, ma in soli 2 mesi di sconto. Stando così le cose, un lavoratore precoce per poter godere dello sconto di 8 mesi dovrebbe aver versato 4 anni di contributi prima dei 18 anni.

Pensioni precoci, incontro decisivo il 21 settembre
L’incontro decisivo, nel quale verranno decise le sorti dei precoci, sarà quello del 21 settembre. Una piccola apertura alle esigenze manifestate più volte dalla categoria è stata mostrata dal segretario confederale UIL Domenico Proietti che, commentando la questione Quota 41, ha detto:

"La riforma delle pensioni va modificata sulla base di un’analisi concreta, e quarantuno anni sono oggettivamente sufficienti se non troppi per una pensione. È giusto e comprensibile che l’argomento pensioni sia molto sentito: è così che si arriva alla riapertura di un confronto coi cittadini".

In attesa dell’incontro del 21 settembre tra Governo e sindacati, intanto, nella giornata di oggi è previsto un confronto tra una delegazione in rappresentanza dei lavoratori precoci e il sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini.

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