Nonostante l’incontro tra sindacati e Governo previsto per oggi sia slittato, prende piede un’altra ipotesi per le pensioni dei precoci, la Quota 41 e 10 mesi.
L’incontro tra sindacati e Governo in programma per oggi per definire gli ultimi dettagli della riforma delle pensioni è slittato, ma si continua a parlare di pensioni dei precoci.
I lavoratori precoci attendevano infatti da mesi questo incontro per conoscere quali sono le misure che il Governo adotterà per loro.
Ricordiamo infatti che i lavoratori precoci sono quella categoria di lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che, pur avendo accumulato diversi anni di contributi versati, non possono andare in pensione a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile disposta dalla Legge Fornero.
La soluzione ideale per i precoci sarebbe l’approvazione della Quota 41, la proposta avanzata dal presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. La Quota 41 consentirebbe a chi ha raggiunto i 41 anni di contributi versati di andare in pensione senza penalizzazioni e indipendentemente dall’età anagrafica.
L’ipotesi Quota 41 sembra tuttavia sfumata, a causa delle difficoltà a trovare un’adeguata copertura economica.
Secondo le ultime indiscrezioni, però, il Governo starebbe valutando di cercare una soluzione di compromesso tra le posizioni dei precoci e quelle dell’esecutivo stesso.
Pensioni precoci, novità: possibile Quota 41 e 10 mesi?
L’incontro decisivo tra sindacati e Governo durante il quale verranno decise le sorti dei lavoratori precoci è stato rinviato al 27 settembre. La decisione non è stata accolta di buon occhio dai lavoratori appartenenti alla categoria che da mesi si stanno battendo a tutela dei propri diritti e attendono risposte da parte del Governo.
La decisione di rinviare l’incontro, tuttavia, potrebbe non essere del tutto negativa: il Governo ha fatto sapere più volte che la Quota 41 non è realizzabile, a causa dell’eccessivo costo della stessa che le casse dello Stato non possono supportare.
D’altro canto i lavoratori precoci non hanno accolto di buon occhio l’alternativa avanzata dall’esecutivo, il bonus contributivo ipotizzato negli ultimi giorni. Secondo i precoci, infatti, questa soluzione restringerebbe troppo la platea dei beneficiari.
Il Governo, come ha fatto sapere il Ministro del Lavoro Poletti, ha deciso di spostare l’incontro al 27 settembre per fare delle valutazioni più approfondite sulla situazione.
Negli ultimi giorni sta prendendo sempre più campo la possibilità di una soluzione di compromesso, che possa essere accolta con favore anche dai lavoratori precoci: la Quota 41 e 10 mesi.
L’effetto della Quota 41 e 10 mesi, tuttavia, sarebbe sempre quello di restringere la platea dei beneficiari: la misura sarebbe infatti destinata a chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni fissando un numero minimo di mesi di contribuzione necessario per usufruire del bonus che dovrebbe essere di 3 mesi. I lavoratori precoci che soddisfano tali requisiti, potrebbero andare in pensione anticipata dal 2017 con 41 anni e 10 mesi di contributi invece che 42 anni e 10 mesi come prevede la Legge Fornero, con uno sconto quindi di un anno.
Una soluzione che, però, probabilmente non accontenta davvero tutti.
Pensioni precoci, novità: tempi stretti
Lo slittamento dell’incontro di ieri tra Governo e sindacati ha ridotto ulteriormente i tempi. Le parti sociali, infatti, speravano di poter avere una serie di incontri a disposizione, per riuscire a definire meglio i dettagli degli interventi. La riforma delle pensioni dovrebbe però essere inserita all’interno della Legge di Stabilità, e lo slittamento al 27 settembre del confronto rende difficile la possibilità di nuovi incontri.
La partita decisiva per i lavoratori precoci si giocherà quindi tra una settimana.
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