Pensioni precoci, novità: tutto quello che c’è da sapere sulla Quota 41

Stefania Manservigi

28 Ottobre 2016 - 16:41

In arrivo con la Legge di Stabilità anche le novità per le pensioni dei precoci: ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Quota 41.

Pensioni precoci, novità: tutto quello che c’è da sapere sulla Quota 41

Pensioni precoci, è in arrivo la Quota 41.
A confermare quanto già era trapelato nelle ultime settimane è la pubblicazione della prima bozza della Legge di Stabilità, che sancisce le misure per i lavoratori precoci messe a punto dal Governo.
La Quota 41, ossia la possibilità di andare in pensione anticipata senza penalizzazioni al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati, riguarderà tutti coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo anche non continuativi prima dei 19 anni.
Vediamo di seguito tutto quello che c’è da sapere sulla Quota 41 in arrivo, la misura disposta dal Governo Renzi per i lavoratori precoci.

Pensioni precoci, Quota 41: chi ci rientra?
La Quota 41 permetterà ai lavoratori precoci che ne usufruiranno di andare in
pensione anticipando l’uscita fino a un anno e 10 mesi rispetto a quanto stabilito dalle Legge Fornero.
Ma chi sono i precoci che rientrano nella Quota 41 che verrà approvata con la Legge di Stabilità? Il testo in approvazione prevede che per entrare nella Quota 41 il lavoratore, oltre ad essere precoce, rientri in una delle seguenti categorie:
a) sia in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
b) assista, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
c) abbia una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
d) sia un lavoratore dipendente all’interno delle professioni indicate in un allegato alla Legge di Bilancio che svolge da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative "per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo". Ossia che sia un lavoratore impiegato da più di sei anni uno di quei lavori inclusi tra i mestieri considerati gravosi.

Pensioni precoci, Quota 41: quali sono i mestieri gravosi?
Quali sono i mestieri gravosi che consentiranno ai precoci di accedere alla Quota 41? Negli ultimi giorni sono emerse alcune indiscrezioni a riguardo. Per il momento, infatti, le professioni riconosciute come gravose sono undici e corrispondono alle seguenti: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; professori di scuola pre-primaria; facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati; personale non qualificato addetto a servizi di pulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori rifiuti.
Tuttavia la categoria dei mestieri gravosi verrà meglio individuata da un decreto della Presidenza del Consiglio. Alle professioni già individuate devono essere aggiunte quelle già disciplinate dal Dlgs 67/2011 in materia di lavori usuranti.

Pensioni precoci, quando partirà la Quota 41?
La Quota 41 non partirà con il 1° gennaio 2017 come si era pensato in un primo momento, ma decorrerà a partire dal 1° maggio 2017.
In ogni caso la misura riguarderà solamente i lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, ossia ai lavoratori che rientrano nel sistema misto.
Inoltre il requisito dei 41 anni di contributi può essere soggetto a futuri adeguamenti in base al variare delle speranze di vita.

Pensioni precoci, le limitazioni della Quota 41
Nella bozza della Legge di Stabilità che prevede la Quota 41, vengono previste anche delle limitazioni alla misura. Si segnala infatti la presenza di un vincolo di bilancio annuale per l’attuazione della misura. Ciò significa che, qualora si verifichi uno scostamento tra domande presentate e risorse annualmente stanziate, è previsto uno slittamento nella decorrenza del trattamento pensionistico. Inoltre per quanto riguarda la buonuscita, i dipendenti pubblici che andranno in pensione con la Quota 41 percepiranno il TFS solo alla maturazione dei requisiti con cui avrebbero avuto il diritto ad andare in pensione con la Legge Fornero.
I lavoratori che andranno in pensione con la Quota 41 non potranno lavorare per un periodo che va da 10 mesi a un anno e 10 mesi (a seconda che si trattino di lavoratrici donne o lavoratori uomini) dopo il pensionamento.
Infine per il raggiungimento dei 41 anni di contributi non potranno essere fatte valere le maggiorazioni contributive ad eccezione della disposizione prevista all’articolo 80 comma 3 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 in favore dei lavoratori che hanno prestato attività lavorativa con una invalidità superiore al 74%.

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