Pensioni, mercoledì 1 marzo nuovo incontro Governo sindacati: al centro del tavolo i requisiti e la platea dell’Ape social. Quali novità finiranno nei decreti attuativi?
Pensioni, nuovo incontro Governo sindacati fissato per mercoledì 1 marzo: questa volta, sul tavolo del vertice ci saranno i requisiti e la platea dell’Ape Social, una delle misure descritte nella legge di bilancio e sicuramente tra le più centrali della riforma pensioni.
Dopo aver affrontato le tematiche degli usuranti e dei precoci nel primo incontro del 21 febbraio scorso, domani verranno definiti i limiti di competenza dell’Ape social, la versione dell’anticipo pensionistico che non ha costi di restituzione e che finora è disponibile soltanto per alcune categorie di lavoratori.
L’incontro di domani tra il ministro del lavoro Poletti e i segretari di Cgil, Cisl e Uil che avvia a una conclusione la seconda fase della riforma pensioni è stato confermato da Susanna Camusso, segretaria Cgil, per la quale il tavolo sarà l’occasione per vedere i testi relativi all’Ape Social, di cui la parte sindacale vuole studiare bene la platea e i requisiti.
Gli occhi dei lavoratori interessati sono puntati sulle novità che potrebbero arrivare dall’incontro tra Governo e sindacati, anche se l’ultimo ha sostanzialmente confermato quanto stabilito nella legge di bilancio, senza apportare modifiche ai requisiti per le nuove misure per precoci e Quota 41 e per usuranti.
Quali novità in arrivo sull’Ape social? Molto difficile da prevedere, dato che il Governo si è mostrato sin dal primo momento convinto di mantenere la platea dell’Ape sociale con quella della Quota 41, e si tornerebbe quindi alle problematiche relative agli usuranti edili che rischiano di rimanere fuori dalle tutele per la difficoltà di dimostrare continuità di lavoro nei 6 anni richiesti per avere accesso all’ape social o alla Quota 41.
L’incontro Governo sindacati di domani sarà seguito da almeno altri due appuntamenti, previsti per il 9 e 23 marzo, in cui verrà affrontato il tema delle pensioni giovani, della pensione per le donne, delle aspettative di vita e degli ammortizzatori sociali. I prossimi incontri faranno da cornice ai decreti attuativi attesi per la fine di marzo.
Dopo aver visto che non sarà estesa la platea della Quota 41, cerchiamo di capire se cambierà quella per l’Ape social, vedendo i possibili scenari dell’incontro di domani, mercoledì 1 marzo.
Pensioni, incontro Governo sindacati: novità Ape social in arrivo?
Nell’incontro di domani si discuterà sulla platea dell’Ape social, la versione leggera dell’anticipo pensionistico, che non ha costi di restituzione e copre fino a un tetto diverso dall’altra versione. Questa misura spetterà esclusivamente ad alcune categorie, e non è da confondere né con la Quota 41, poiché richiede un minimo di trent’anni di contributi, e né con altre misure.
L’Ape agevolato è un sussidio assistenziale che partirà dal 1° maggio 2017, e occorre al raggiungimento della pensione per alcune categorie di lavoratori meritevoli di una particolare tutela che hanno raggiunto il 63° anno di età e risultano in possesso di almeno 30 anni di contributi.
Il testo ufficiale della legge di bilancio ha stabilito che saranno quattro le categorie a poter beneficiare dell’Ape Social, purché tutti i lavoratori siano iscritti a istituti di previdenza pubblici obbligatori, gestioni speciali dei lavoratori autonomi e la gestione separata dell’Inps: coloro che non hanno lavoro, i lavoratori invalidi, chi assiste parenti disabili, e i lavoratori addetti a lavori usuranti.
Non c’è spazio per ulteriori inclusioni nella platea di riferimento della misura, specialmente dal momento che per i lavoratori ha un costo pari a zero e tutto si riversa sulle casse dello Stato.
Pensioni, incontro Governo sindacati: Ape sociale non cambia
Da tempo si conosce il debito di bilancio dell’Inps che con le nuove misure di fatto mette un prezzo alla flessibilità in uscita. Per questo motivo è difficile aspettarsi delle novità sulla platea dell’Ape social che molto probabilmente rimarrà invariata e circoscritta alle quattro categorie valide anche per la Quota 41.
- Lavoratori in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
- Lavoratori che assistano, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
- Lavoratori che abbiano capacità lavorativa ridotta, accertata come invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
- Lavoratori dipendenti nelle professioni indicate in un allegato alla Legge di Bilancio, che svolgano da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative usuranti e gravose.
Da questo sono esclusi tutti i lavoratori precoci che non fanno parte delle categorie e che quindi dovranno trovare altre strade per andare in pensione prima del previsto.
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