Pensioni esodati: le nuove misure di salvaguardia allo studio del Senato

Simone Casavecchia

9 Settembre 2014 - 09:30

Allo studio della Commissione Lavoro del Senato la sesta salvaguardia per gli esodati: si allarga la platea ma con una dilazione dei tempi.

Pensioni esodati: le nuove misure di salvaguardia allo studio del Senato

Inizia oggi, presso la Commissione Lavoro di Palazzo Madama l’esame del testo del provvedimento che, entro la fine di Settembre, dovrebbe rendere operativa la sesta salvaguardia per i cosiddetti esodati, i lavoratori che, in seguito alla riforma delle Pensioni varata da Elsa Fornero, sono rimasti prima senza lavoro, perché andati in pensione con le regole della normativa precedente e poi senza pensione, perché la riforma aveva allungato i tempi per ottenerla.

Rispetto al testo già licenziato dalla Camera non si prevedono cambiamenti sostanziali al provvedimento che, se fosse davvero approvato entro la fine del mese, dovrebbe garantire la salvaguardia di circa 32.100 lavoratori esodati. Di certo però, si tratta comunque di un provvedimento ponte che, nella maggior parte dei casi, va a proteggere categorie e posizioni già salvaguardate nei precedenti interventi normativi.

Una vera legge che risolva in modo definitivo il problema degli esodati mettendo anche in campo dei meccanismi che riescano ad evitare in futuro il problema (come le varie forme di prepensionamento), dovrebbe essere inserita, con ogni probabilità, nella Legge di Stabilità 2015.

Per quanto riguarda il dettaglio delle categorie interessate dal provvedimento:

  • per i 20.000 lavoratori salvaguardati dai precedenti interventi, per i quali il legislatore ha spostato di un anno il termine entro il quale poter maturare il diritto alla pensione, ovvero per i lavoratori autorizzati alla prosecuzione dei contributi dopo il dicembre 2011 (il mese della riforma delle pensioni Monti-Fornero), oppure licenziati o cessati in virtù di accordi individuali o aziendali, o ancora in congedo per cura di parenti affetti da malattie gravi, il termine viene fissato al 6 Gennaio 2016 in modo tale da ammettere una platea di lavoratori più ampia all’assegno pensionistico;
  • per i 12.000 lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi, la legge, in esame al Senato, prevede che possano rimediare al mancato pagamento di contributi se erano già stati autorizzati (alla prosecuzione volontaria) prima dell’entrata in vigore della sesta salvaguardia. In tal modo, attraverso la presentazione di una specifica richiesta, viene prevista la riapertura dei termini per il versamento dei contributi relativi ai dodici mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità.
  • Oltre alle precedenti categorie, sono toccati dal provvedimento 9.900 nuovi tutelati. Tra essi sono compresi anche 5.500 lavoratori che sono stati collocati in mobilità ordinaria attraverso accordi stretti entro la data del 31 dicembre 2011 e che hanno cessato il loro rapporto di lavoro entro i 9 mesi successivi (30 settembre 2012). Questi lavoratori sono tenuti ad ottenere i requisiti per il pensionamento seguendo i criteri in vigore prima della riforma Fornero, entro la fine del periodo di mobilità oppure, attraverso il versamento di contributi volontari, entro i dodici mesi successivi.
    In quest’ultima categoria sono stati inseriti anche 4000 dipendenti a tempo determinato che hanno cessato il loro rapporto di lavoro tra il 1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011.

Le domande per perfezionare le pratiche di pensionamento vanno presentate all’INPS, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge e il trattamento pensionistico non potrà, in alcun caso decorrere prima di quella data, anche qualora un lavoratore dovesse, ad esempio, averne diritto già da un momento precedente. Caso quest’ultimo in cui il lavoratore si vedrà costretto a perdere le mensilità di pensione spettanti tra l’effettivo momento di decorrenza e il momento in cui entrerà in vigore la norma.

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