Dal 2016 le pensioni degli italiani saranno più leggere a causa dei tagli dovuti alla revisione dei coefficienti per le pensioni con quote contributive. Vediamo come e perché.
Dal 1° gennaio 2016 gli assegni delle pensioni degli italiani saranno rivisti al ribasso a causa della revisione dei coefficienti per il calcolo delle pensioni con quote contributive.
Questo è l’effetto del decreto del ministero del Lavoro del 22 giugno, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Cosa sono i coefficienti per il calcolo delle pensioni con quote contributive?
Per capire il meccanismo del calcolo dell’assegno pensionistico bisogna partire considerando la riforma Dini del 1995 (legge 335/1995) che ha in parte modificato il sistema di calcolo dei trattamenti pensionistici prevedendo la quota contributiva; per quota contributiva si intende quella parte di pensione legata ai contributi versati da parte del datore di lavoro e del lavoratore. Questi contributi vengono rivalutati annualmente per l’indice Pil e diventano quindi quota di pensione attraverso l’applicazione di coefficienti di trasformazione legati all’età posseduta dal lavoratore al momento del pensionamento.
Ciò significa che maggiore è l’età, maggiore sarà la quota di pensione percepita.
Con la legge 247/2007 (riforma Damiano) i coefficienti hanno subito una diminuzione a causa dell’aumento legato alla speranza di vita.
Per garantire un equilibrio finanziario ed evitare che un pensionato, vivendo in media di più rispetto al passato, costi di più rispetto a quanto versato dallo stesso, nel 2010 con il decreto legge n. 78 è stata prevista la revisione dei coefficienti di trasformazione ad ogni aumento della speranza di vita.
Che conseguenza comporta per le pensioni? La revisione dei coefficienti porta a una riduzione dell’assegno pensionistico in proporzione all’aumento della speranza di vita.
Come mai le pensioni dal 2016 saranno più basse?
L’alleggerimento delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2016 è dovuto quindi all’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione a seguito dell’aumento della speranza di vita. Quello di ieri è stato l’ultimo aggiornamento triennale in quanto, dalla prossima revisione, gli aggiornamenti saranno biennali in base a quanto stabilito dal decreto Salva Italia (Dl 201/2011)
A quanto ammonteranno i tagli alle pensioni?
Considerando che dal 2016 la pensione di vecchiaia si conseguirà con 66 anni e 7 mesi, fermo restando l’importo del montante contributivo, la pensione scenderà di 8 euro al mese.
A fronte di questo, dunque, i lavoratori che hanno già raggiunto i requisiti per andare in pensione e che possono scegliere quando uscire dal mondo del lavoro avranno convenienza a farlo entro il prossimo mese di novembre potendo in questo modo beneficiare di coefficienti più generosi.
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