Pensioni, al nuovo governo il tema non interessa. Quale futuro?

Sara Nicosia

30 Agosto 2019 - 10:49

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Il Pd non ha chiesto la cancellazione di Quota 100 ma il tema pensioni rimane assente nella bozza di programma del governo giallorosso. Bisognerà aspettare l’evoluzione della prossima legge di bilancio per capire come si muoverà il settore previdenziale.

Pensioni, al nuovo governo il tema non interessa. Quale futuro?

Pensioni, il tema caldo del momento è il grande assente nella bozza del programma di governo presentato da Pd e 5 Stelle. Spazio invece al salario minimo, a una nuova legge elettorale per il taglio dei parlamentari e alla web tax.

Stop all’aumento dell’Iva, investimenti pubblici nel settore della sostenibilità ambientale e progetto dell’acqua pubblica, sono solo alcuni dei punti che il governo giallorosso avrebbe consegnato al (di)nuovo premier Giuseppe Conte.

La prima bozza del programma di governo giallorosso riprende molti dei punti già cari ai 5 Stelle ma, come ci si aspetta, va anche incontro alle richieste del Pd. Per ora si tratta di un programma generico che nelle prossime settimane sarà oggetto di attente revisioni e trattative.

Un’indicazione però già emerge. Ci troviamo davanti a un esecutivo progressista, attento alle tematiche ambientali ma senza la giusta spinta, o volontà, di incidere davvero nel tessuto economico e sociale del Paese.

Non a caso nel documento presentato e consegnato al premier mancano molti temi scottanti che interessano i cittadini, primo su tutti pensioni e a seguire il Reddito di cittadinanza.

La cosa forse potrebbe non stupire più di tanto dato che, tra le condizioni poste da Zingaretti per far nascere la coalizione giallorossa, non si è mai affacciata né la richiesta di cancellazione di Quota 100 né tantomeno la revisione del reddito di cittadinanza pentastellato, nonostante entrambi fossero stati oggetto di dure critiche da parte dei dem.

Pensioni, cosa succederà con il nuovo governo

Sul tema pensioni emerge chiaramente la prima differenza rispetto all’ex governo gialloverde che aveva fatto del sistema previdenziale un punto chiave del suo programma grazie all’introduzione di Quota 100 e al rifinanziamento di Opzione donna.

Le due misure, salutate con un certo entusiasmo da parte dei cittadini, non sono mai riuscite però a soppiantare e superare quanto introdotto dalla riforma pensioni della legge Fornero. Un esempio? I lavoratori precoci che ad oggi si stanno ancora battendo per l’ottenimento di Quota 41.

E Quota 100? La misura, ricordiamolo, è stata introdotta in via sperimentale e finanziata fino al 2021. Dato l’attuale silenzio da parte del neonato governo giallorosso l’ipotesi più probabile è che la misura venga mantenuta per i prossimi due anni e solo allora, giocoforza, il governo in carica dovrà prendere una decisione.

L’altra ipotesi molto accreditata è che Quota 100 sarà oggetto di modifiche volte a depotenziarla per favorire la stabilizzazione di altre misure di pensionamento, come l’Ape social, considerate meno dispendiose e più inclusive.

Ape social, l’ipotesi rafforzamento

Il riapprodo del Pd al governo fa inevitabilmente pensare a una nuova apertura verso il pensionamento anticipato con Ape social, una misura fortemente voluta dai democratici che hanno partecipato al governo di Renzi prima e Gentiloni poi.

L’ipotesi che si fa largo è un suo progressivo potenziamento per arrivare nel 2022 a rimpiazzare definitivamente Quota 100 con un Ape ormai rafforzata, mirando a favorire il pensionamento delle categorie di lavoratori storicamente più deboli .

Come detto, pensare oggi di prendere e smantellare Quota 100 è quasi impossibile dato che possiede le coperture finanziarie e molti lavoratori hanno già investito su di essa programmando la propria uscita dal lavoro tra il 2020 e 2021.

Allo stesso tempo, è quasi impensabile però presupporre che non ci saranno ripensamenti sulla misura leghista da parte del nuovo governo giallorosso.

Pensioni e la legge di bilancio 2020

Resta il fatto che i cittadini restano in attesa di sapere quale sarà il programma definitivo del nuovo governo e come questo troverà posto all’interno della prossima legge di bilancio 2020.

La prima bozza della Manovra finanziaria, con settembre dietro l’angolo, dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane e solo allora si scoprirà qualcosa di più sulla natura degli interventi da prendere sul tema pensioni.

Quello che rimane certo è una manovra che chiederà risorse per circa 23 miliardi di euro e come obiettivo principe fermare l’aumento dell’Iva. Parte delle risorse potrà essere reperito dagli accantonamenti non utilizzati per Quota e Reddito di cittadinanza; risparmi che sono già stati dichiarati disponibili per altre poste. Un tesoretto che l’ormai ex ministro dell’Economia Giovanni Tria ha stimato tra i 6-8 miliardi di euro.

Il nuovo governo giallorosso sembra però nascere anche sotto la buona stella di Bruxelles; l’UE potrebbe infatti essere ben disposta a lasciare margini di manovra piuttosto ampi e questo, in altre parole, permetterebbe di realizzare gli obiettivi di governo (dal taglio del cuneo fiscale alle politiche green) facendo ricorso, ancora una volta, al deficit.

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