Pensioni quota 100: tutti i problemi lasciati in sospeso

Sara Nicosia

5 Agosto 2019 - 09:58

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Ad agosto saranno oltre 6mila gli statali ad incassare il primo assegno Inps, e il numero potrebbe salire. Ma tra blocco delle assunzioni e pensionamenti anticipati cosa succederà alla macchina pubblica?

Pensioni quota 100: tutti i problemi lasciati in sospeso

La pensione con quota 100, seppur lentamente, progredisce e macina conferme con il pensionamento anticipato dei primi dipendenti pubblici. A partire da agosto saranno infatti oltre 6mila gli statali che incasseranno l’assegno Inps. Si prevede inoltre un’aggiunta di altre 3mila unità nel caso in cui l’istituto abbia provveduto a certificare le 31mila domande in giacenza; metà delle quali però, vedrà la decorrenza presunta scattare nel 2020. Se così fosse, il 19% delle 51mila domande presentate andrebbe a incassare la prima pensione con formula quota 100.

La riforma procede lenta, ma mostra i suoi risultati, eppure esiste la reale possibilità che si blocchino gli ingranaggi della pubblica amministrazione.

Pensioni quota 100, i settori a rischio

Il settore pubblico è quello che corre i rischi maggiori. Fra tutti i pensionamenti anticipati richiesti, molti provengono dagli uffici della pubblica amministrazione, dalla scuola e dalla sanità. Non solo nei centri urbani, ma anche nei piccoli comuni dove, non di rado, la singola persona svolge più servizi.

A questi bisogna poi aggiungere tutti coloro che hanno invece raggiunto i requisiti previsti della legge Fornero che, andandosi a sommare con quota 100, rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.

I concorsi, una soluzione a metà

L’inevitabile carenza di personale che si andrà creando con il pensionamento anticipato dei dipendenti statali, potrebbe trovare una soluzione nell’apertura di diversi concorsi pubblici.
Una soluzione parziale, ma soprattutto lontana visti i tempi tecnici di attuazione delle fasi previste. Nelle migliori delle ipotesi sarebbe infatti necessario almeno un anno prima di formalizzare le assunzioni, senza contare il blocco delle stesse che rimane in vigore fino a novembre; per ora solo scuole e comuni possono indire concorsi pubblici.

Di queste rimane salva la categoria dei vigili urbani che ha provveduto negli ultimi anni a portare attivamente avanti una politica di assunzioni.

Pensioni anticipate e la fuga delle competenze

Oltre ai rischi legati alla possibile carenza di personale e alla chiusura degli uffici più piccoli, nonché dei problemi legati all’organizzazione del lavoro nei piccoli comuni, per stimare il reale impatto di quota 100 bisogna tener conto di un ultimo fattore: la perdita delle competenze.

Con questa riforma è più che possibile che si vada creando una dinamica per cui i nuovi assunti entrino in servizio una volta che più esperti sono già andati in pensione. Questo, oltre a tutti i problemi del caso come possibili disservizi o interruzioni, darebbe luogo a una vera e propria fuga e dispersione delle competenze, che verrebbero invece garantite in un normale turn over generazionale.

Se è vero che oggi i futuri neoassunti possono contare su un grado di scolarizzazione maggiore rispetto al passato, non si può non tenere conto dell’enorme patrimonio culturale costruito sull’esperienza che andrà in pensione, non lasciando dietro di sé alcuna eredità.

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