Pensione anticipata solo per gli esodati il Legge di Stabilità: le audizioni di Padoan e Boeri in Parlamento

Simone Casavecchia

25 Settembre 2015 - 08:06

Nella giornata di ieri il ministro Padoan e il presidente dell’INPS Boeri hanno fornito molti chiarimenti sul capitolo della pensione anticipata che, almeno in Legge di Stabilità, sarà prevista per i soli esodati e sulle ragioni del divario tra gli assegni pensionistici degli uomini e delle donne.

Pensione anticipata solo per gli esodati il Legge di Stabilità: le audizioni di Padoan e Boeri in Parlamento

Dall’audizione del ministro Padoan, tenutasi ieri in Parlamento arrivano preziosi chiarimenti riguardo al delicato capitolo delle pensioni e alle misure relative che saranno inserite in Legge di Stabilità.
La dichiarazione più importante, già largamente preannunciata dalle voci di corridoio circolate nei giorni scorsi è quella relativa agli esodati: gli unici veri beneficiari di un intervento che, all’interno della stessa Legge di Stabilità, gli consentirà di godere della pensione anticipata e di uscire dalla situazione di difficoltà in cui sono relegati.

Pensioni in Legge di Stabilità: gli interventi previsti
Proprio a causa delle scarse coperture economiche e della tenuta delle finanze pubbliche, questione a cui si aggiunge quella dell’allungamento della speranza di vita, pur essendo lo strumento della flessibilità in uscita e quello, correlato, della pensione anticipata, da tenere in considerazione per soddisfare le esigenze di singoli gruppi di cittadini, solo per alcuni sarà possibile intervenire in tal modo.
Sicuramente, stando alle dichiarazioni di Padoan per gli esodati è già allo studio una soluzione - che si configurerà come una settima salvaguardia - da parte dei tecnici del Governo e tale soluzione verrà, con ogni probabilità, inserita nella Legge di Stabilità:

"il Governo si impegna ad accertare le risorse per un nuovo definitivo intervento di salvaguardia (...) e a cercare soluzioni per il recupero delle economie degli esercizi pregressi e il relativo utilizzo per gli esercizi successivi previa compensazione sui saldi di finanza pubblica nel rispetto degli obiettivi programmati (...) Questi interventi saranno effettuati nella legge di stabilità"

Allo stato attuale, comunque, rimangono, anche riguardo agli esodati, vari nodi da risolvere: dovrà essere effettuato un consuntivo delle operazioni di salvaguardia ancora aperte, per capire se ci sono risorse economiche che si possono utilizzare e dovrà essere attentamente considerato l’impatto dell’intervento sul debito pubblico.
Allo studio dei tecnici del Governo anche un provvedimento che consenta l’apertura dei cosiddetti "vasi comunicanti" ovvero l’impiego di risorse economiche destinate alle precedenti salvaguardie (e messe a bilancio negli anni precedenti) per consentire a circa 3000 lavoratori, già in possesso della certificazione della DTL, di ottenere la pensione, bloccata per l’esaurimento dei posti disponibili nell’intervento di salvaguardia in cui essi erano inseriti.
Nonostante l’INPS abbia autorizzato la presentazione delle domande per l’opzione donna anche nel 2016, questo secondo intervento, invece, rimarrà fuori dalla Legge di Stabilità e dovrà essere elaborato un provvedimento specifico per consentire di utilizzare questo strumento anche da parte delle contribuenti che matureranno i propri requisiti pensionistici dopo il 31 Dicembre 2015.

Le considerazioni di Boeri sulla riforma delle pensioni
Nella giornata di ieri è avvenuta anche un’audizione del presidente dell’INPS di fronte alla Commissione Lavoro della Camera, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulle differenze nei trattamenti pensionistici di uomini e donne.
Per Boeri lo strumento della flessibilità in uscita e della pensione anticipata dovrà essere applicato senza ripristinare il vecchi requisiti di anzianità contributiva ma dovrà essere l’età l’elemento discriminante in base al quale decidere il momento in cui uscire dal lavoro.
Allarmanti i dati relativi al divario tra gli assegni pensionistici degli uomini e delle donne: quelle dei primi, lo scorso anno, sono state più alte del 40% rispetto a quelle delle seconde; anche se questo parametro si è ridotto negli ultimi anni, le donne rappresentano comunque la fetta più grande tra i beneficiari di un assegno pensionistico (53%) e ciò, implica che anche la spesa media per prestazione sia più alta per gli uomini che per le donne.
Questo divario è da imputare sia alla differenza nelle retribuzioni, sempre più elevate quelle degli uomini, sia alle diverse anzianità contributive, caso nel quale gli uomini sono stati avvantaggiati dai trattamenti di vecchiaia e dal sistema retributivo.

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