Su entrambi i lati dell’Atlantico, i sostenitori dell’austerity sembrano essere fuori di testa. E questa dovrebbe essere una buona notizia, un’indicazione del fatto che si stanno rendendo conto, ad un certo punto, che stanno perdendo il dibattito.
Per prima, la triste storia di Joe Scarborough, la cui risposta alla mia apparizione anti-austerità nel suo show è stata una bizzarra campagna per convincere il mondo che assolutamente nessuno condivide le mie opinioni. Perché questo è bizzarro? Perché mentre potrei sbagliarmi sulla macroeconomia (anche se non mi sbaglio), non è proprio vero, non è dimostrabilmente vero che sono il solo a sostenere che il deficit attuale e quello del prossimo futuro non rappresentino dei problemi.
Il punto di Olli Rehn
Nel frattempo, Olli Rehn della Commissione europea, un convinto sostenitore dell’austerità, risponde alla disastrosa notizia economica in Europa, che ha confermato le avvertenze dei critici dell’austerità e che ha portato ad una diffusa rivalutazione dei moltiplicatori fiscali; sembra che siano in una grande trappola di liquidità, così come qualcuno di noi aveva previsto. La risposta di Rehn? Dobbiamo smettere di pubblicare questi studi economici, perché stanno minando la fiducia nell’austerità!
Le dichiarazioni di Rehn
Riportate dal "Not the Treasury View":
Niente dibattito, per favore. Siamo Europei
Ho fatto notare alla fine dell’anno scorso che il vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn ha predetto per almeno due anni, grazie alle politiche eccellenti raccomandate dalla Commissione e dalla Banca centrale europea, una imminente ripresa nelle economie in crisi della zona euro. Tuttavia, questa settimana - forse notando che al di fuori dei mercati finanziari, la luce alla fine del tunnel sembra essere un po’ sfuggente - ha provato una strada diversa. Ha dato la colpa agli economisti - e, in particolare, agli economisti che vogliono effettivamente fare delle analisi corrette, teoricamente ed empiricamente fondate per criticare le politiche della Commissione. Rehn, in una lettera ai ministri delle finanze europei, ha detto:
Vorrei illustrare alcuni punti su un dibattito che non è stato utile e che ha rischiato di minare la fiducia che abbiamo faticosamente costruito negli ultimi anni in lunghe riunioni sino a tarda notte. Mi riferisco al dibattito sui moltiplicatori fiscali, ovvero l’impatto marginale di un cambiamento nella politica fiscale sulla crescita economica. Il dibattito, in generale, non ci ha portato a nessuna nuova utile comprensione.
Gran parte del resto della lettera è dedicato al tentativo del signor Rehn (e presumibilmente degli economisti della Commissione) di sfatare i risultati del capo economista Olivier Blanchard, che ha trovato che gli effetti negativi del consolidamento fiscale erano davvero molto più grandi di quelli previsti dal Fondo o dalla Commissione.
Non voglio tentare una confutazione, ma tenere presente questo:
- Se è vero che da l’analisi del Fondo da sola non dimostra che la Commissione e il commissario Rehn stanno sbagliando, tuttavia tutto il peso delle prove, sia teoriche che empiriche, ne è la dimostrazione.
- Benché l’analisi di Blanchard non rappresenti certo la fine della storia, si tratta di un’opera professionale di uno dei più importanti macroeconomisti empirici del mondo. La confutazione della Commissione, al contrario, farebbe vergogna ad uno studente al primo anno di Master.
Ma, naturalmente, la cosa davvero sorprendente è che il signor Rehn dovrebbe scrivere ai ministri delle finanze, e al direttore generale del FMI, lamentando che un articolo accademico su un tema di grande rilevanza politica, ma altamente tecnico, rappresenti un "dibattito che non è stato molto utile".
Conclusioni di Krugman
Come ho detto, questi segni di disperazione sono gratificanti. Purtroppo, queste persone hanno già fatto danni immensi, e sono nella posizione di farne ancora molti di più.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: The Conscience of a Liberal |
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