Paul Krugman: guerra delle valute? Tutto un equivoco

Erika Di Dio

17 Febbraio 2013 - 09:00

Paul Krugman: guerra delle valute? Tutto un equivoco

La gente mi ha chiesto cosa penso della questione riguardante la "guerra valutaria". La mia risposta è che è tutto un equivoco, e sarebbe davvero uno sbaglio se i politici la prendessero seriamente.

Prima di tutto, ciò che le persone pensano di sapere sulle guerre valutarie del passato non è vero. Tutti usano una frase combinata del tipo "protezionismo e svalutazione competitiva" per descrivere il presunto circolo vizioso degli anni ’30, ma, come Barry Eichengreen ha sottolineato più volte, questi due concetti davvero non vanno insieme. Se il paese A e il paese B si impegnano in un tit-for-tat delle tariffe, il risultato finale è un commercio limitato; se entrambi cercano di spingere verso il basso la loro moneta, il risultato finale è, nella peggiore delle ipotesi, di lasciare tutti indietro al punto dove sono partiti.

Differenza con anni ’30

E in realtà tutto quello che ora si chiama "guerra valutaria" è quasi sicuramente un vantaggio netto per l’economia mondiale. Negli anni ’30, questo è accaduto perché i paesi hanno gettato via le loro oro catene d’oro, ossia hanno lasciato il gold standard, e questo li ha resi liberi di perseguire politiche monetarie espansive. Oggi il problema non è questo, ma quello che il Giappone, gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno facendo è in realtà cercare di perseguire una politica monetaria espansiva, con il deprezzamento della valuta come sottoprodotto. La politica espansiva è ciò di cui il mondo ha bisogno, quindi perché questa è una brutta cosa?

È vero, l’Europa può sentire che sta soffrendo una perdita di competitività. Ma c’è una risposta per questo: emulare gli altri paesi avanzati, e far sì che la BCE partecipi all’espansione. In effetti, se la paura di un euro sopravvalutato mina i "falchi" monetari della BCE, questo è un bene per tutti.

Quando si parla del deprezzamento della valuta, in questo momento l’unica cosa che dobbiamo temere è la paura stessa.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Paul Krugman blog

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