Padoan: perché un superministro economico Ue è auspicabile

Lorenzo Baldassarre

15 Settembre 2017 - 18:00

Padoan si dichiara favorevole alla proposta di Juncker sull’istituzione del superministro dell’economia Ue. Perché sarebbe una buona opzione?

Padoan: perché un superministro economico Ue è auspicabile

Uscendo dalla riunione dell’Eurogruppo a Tallin (Estonia), il ministro Padoan ha accolto con favore la proposta di Juncker su un superministro dell’economia europeo.

L’attuale commissario agli affari economici della Ue Moscovici si è detto il più preparato per tale compito, mentre il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem ha esternato i suoi dubbi.

Quali i motivi che hanno spinto il Padoan ad appoggiare la proposta e l’idea di un superministro dell’economia dell’Unione europea?

Padoan elogia il discorso di Juncker

Pier Carlo Padoan ha elogiato il discorso di Juncker sullo stato dell’Unione, in particolar modo la proposta relativa all’istituzione di un unico ministro di materie economiche Ue.

“L’impulso che il presidente ha dato alla necessità di semplificare la macchina istituzionale, racchiudendo in un’unica figura le funzioni della politica di un Tesoro europeo, è un’indicazione importante, oltre che una svolta è un’accelerazione”.

Padoan ha sottolineato che le idee esposte da Juncker a Strasburgo sono a grandi linee simili a quelle che l’Italia avanza da tempo. Proprio ora che la recessione è alle spalle e l’economia sembra rifiorire bisogna pensare a un rafforzamento delle istituzioni europee.

“È il momento giusto in Europa per pensare al rafforzamento dell’architettura istituzionale, visto che l’economia sta dando risultati importanti”

Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione Juncker aveva parlato anche della fusione delle figure del presidente della Commissione europea e del presidente del Consiglio europeo sia per semplificare le istituzioni europee sia per un fatto pratico: avere una persona sola al comando è necessaria.

Sulle altre proposte di Juncker, il ministro dell’economia italiano ha evidenziato come l’Europa necessiti di una web tax, ovvero di una tassa sulle imprese digitali.

La candidatura di Moscovici e lo scetticismo di Dijsselbloem

All’uscita dell’Eurogruppo di Tallin, Pierre Moscovici è stato incalzato da una domanda diretta della stampa lì presente, ovvero se fosse pronto a ricoprire eventualmente tale carica. La sua risposta si è mostrata carica di orgoglio e convinzione.

“Non è una questione personale, ma ho caratteristiche come pochi”,

ha affermato, soffermandosi poi sul suo curriculum anche per dare credito alla sua candidatura. D’altronde come egli stesso ha ribadito ha una certa esperienza come ministro.

Anche lui, come Padoan, trova la proposta di Juncker corretta, soprattutto condivide la teoria della leadership forte poiché è una proposta strutturale e necessaria. Egli ha ribadito la necessità di aumentare il controllo democratico nell’Eurogruppo.

Di altro avviso Jeroen Dijsselbloem, il quale è apparso scettico sull’ipotesi di riforme all’apparato istituzionale dell’UE proprio ora che ci si dovrebbe concentrare sulle mancanze dell’unione monetaria.

È un titolo che non mi dice molto nella sostanza, non capisco quali responsabilità e strumenti avrebbe. Il dibattito dovrebbe aprirsi dall’altro capo: invece di parlare del lato istituzionale, parliamo di cosa manca nell’unione monetaria, in termini di resilienza, competitività, solidarietà, dovremmo cominciare parlando di quali sono i problemi, e poi finire con il dibattito istituzionale

È difficile prevedere come e quando verrà studiata e messa a punto la proposta di Juncker, e soprattutto quali saranno i tempi, dal momento che il presidente della commissione europea vorrebbe vederla realizzata entro la fine del suo mandato, che sarà nel 2019.

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