Non si è fatta attendere la risposta di Matteo Renzi all’offerta del segretario del PD, Pier Luigi Bersani. Il sindaco di Firenze non sembra accettare quella mano tesa verso di lui e alle telecamere dei giornalisti che lo interrogano risponde decisamente:“Fare il ministro di Bersani? No, nel modo più assoluto".
La posizione di Renzi, se tale resterà, non è in alcun modo equivoca, anzi, come ammette lui stesso, chiara e trasparente, sebbene discutibile, in entrambi i casi.
Se Renzi perdesse?
“Nel caso perda le primarie non voglio essere come tutti gli altri. Se perdo rimango a fare il sindaco, non vado in Parlamento e neppure a fare il Ministro”.
Nessun “premio di consolazione” per il Sindaco di Firenze che si dice pronto a rifiutare qualsiasi “sgabello” o “poltrona”, anche quella da futuro segretario, che resterà vacante a partire dal prossimo anno, dopo l’addio di Bersani.
”Ci sono persone molto più brave di me per farlo - ha dichiarato - credo di essere quello meno adatto. Non è nelle mie corde, mi piace fare le cose e vedere i risultati".
E se vincesse?
Il "rottamatore", con molta franchezza, ammette: “Se vinco io, vorrei lo stesso atteggiamento anche da parte degli altri. Chi perde dà una mano ma senza legare i propri contenuti a una sistemazione personale”.
Nella sua battaglia di rimodernamento della politica e cambiamento del centro-sinistra non c’è spazio per la “casta”, la vecchia classe politica, quindi non chiamerebbe Bersani nella sua eventuale squadra di governo, pur rinnovando la stima nei suoi confronti.
“Combatto una battaglia leale di rinnovamento perché penso che quelli che ci hanno portato in questa situazione non possono essere quelli che ci tirano fuori dal caos in cui siamo”.
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