PD: Bersani tende la mano a Renzi. Le primarie si avvicinano

Valentina Pennacchio

6 Novembre 2012 - 10:41

PD: Bersani tende la mano a Renzi. Le primarie si avvicinano

Mancano ormai pochi mesi alle prossime elezioni che tutti, politici in primis, attendono curiosi per verificare l’effettiva disillusione del popolo italiano verso la politica, soprattutto dopo il governo tecnico targato Monti.

Mancano pochi mesi anche all’inizio di una campagna elettorale che, certamente, riserverà molte sorprese e colpi di scena.

Quella di oggi è la fase in cui si cerca un equilibrio, un compromesso per sondare il terreno e aprirsi a probabili “alleati” o, quantomeno, farsi un’idea chiara circa il volto di “amici” e “nemici”.

Questo è il momento di fare “offerte”, come il segretario del PD, Pier Luigi Bersani.

Bersani - Renzi: Amici o Nemici?

Questo è l’interrogativo che preme risolvere a poche settimane dalle primarie del partito, previste per il prossimo 25 Novembre. Mentre il sindaco di Firenze si trova in Sicilia a bordo del suo camper per fare proseliti, Bersani cerca il riavvicinamento. Prima di preoccuparsi dell’opposizione, infatti, il segretario deve guardarsi dai suoi stessi “colleghi”, primo fra tutti proprio il temutissimo Matteo Renzi, a cui indirizza una lieta novella: “Se diventerò presidente del Consiglio, darò un posto da Ministro a Renzi”. Scelta altruistica, segnata da stima e rispetto, o manovra opportunistica per evitare quella scelta tanto inevitabile, quanto pericolosa, dell’elettorato?

“Le primarie sono per scegliere candidato premier, non per fare bilanci e bilancini” spiega Bersani, che prosegue: “Comunque vadano le cose in ogni caso io resto segretario fino al prossimo congresso del Pd, nell’Ottobre 2013. Le primarie, che non c’entrano con il congresso del Pd, sono fatte da tutti i progressisti per scegliere il candidato alla guida del governo del paese”.

La posizione di Renzi: cambio radicale

In attesa di una “risposta” in merito, Renzi prosegue il suo cammino, convinto della necessità di un “cambio radicale”. “Bersani mi ha detto ‘se tu sei la rottamazione, io sono l’usato futuro’. Si, da un lato c’e’ il modello del futuro usato sicuro, del procedere senza scossoni, un atteggiamento molto serio e che rispetto; dall’altro, invece, ci siamo noi che pensiamo che l’Italia non si salva andando avanti in questo modo”.

“Pensiamo che la classe politica - prosegue - che ha governato in questi 25 anni, non può portarci fuori dalla crisi. Se perdiamo le primarie, onore al merito. Io non scappo, non sono tra quelli che poi fondano un nuovo partito, se vinciamo, però, il Paese cambia davvero”.

E Grillo?

Dopo la recente polemica del leader del M5S sui talk show, Bersani non ci sta e replica: “Grillo è spessissimo in tv, ma è abbastanza intelligente di farsi mandare in onda dagli altri. E la tv ci casca: Grillo ha trovato il modo di insultarli e di farsi riprendere. La tv lo sta sponsorizzando mentre lui la insulta”.

Invece Matteo Renzi, reduce dalle accuse del comico, che lo ha definito assenteista e indebitato, dichiara: “I conti del Comune di Firenze sono in ordine e non destano alcuna preoccupazione. Basta avere un minimo di competenza amministrativa per capirlo senza alcuna ombra di dubbio. Consiglio a Beppe Grillo un po’ di prudenza quando si avventura in questioni che evidentemente padroneggia assai poco”, sottolineando come Firenze sia “forse l’unica amministrazione che pubblica le fatture on line”. Il sindaco di Firenze ci mette la faccia e dà concreti esempi della sua voglia di cambiare i volti della politica, tuttavia ammette: “Va bene la partecipazione diretta, ma se diventa un’accozzaglia del protestume generico...”. Non è difficile intuire a chi si rivolgesse.

Così come è accaduto per i talk show e l’annessa paura di perdere voti, forse, Grillo cela dietro la fame di verità, unaltro timore: uno scontro diretto con l’avversario, probabilmente, più temuto dai competitors delle elezioni 2013, il “rottamatore” del PD, alias Matteo Renzi.

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