Oro: tensioni in Ucraina non bastano per far decollare i prezzi

Nicola D’Antuono

29 Aprile 2014 - 09:09

La crisi in Ucraina non scalda i motori dell’oro, che resta sotto 1.300$ l’oncia

Oro: tensioni in Ucraina non bastano per far decollare i prezzi

Nonostante la pericolosa escalation di eventi negativi in Ucraina, che stanno provocando l’insorgere di forti tensioni geopolitiche tra l’Occidente e la Russia, gli investitori non sono del tutto convinti di fare incetta d’oro, probabilmente almeno fino a quando lo scenario nell’ex repubblica sovietica non apparirà più delineato. Sui mercati internazionali l’oro stenta a decollare, sebbene sia considerato il bene rifugio per eccellenza quando imperversano turbolenze di natura finanziaria o politica. Ieri la quotazione dell’oro spot è scesa di mezzo punto percentuale rispetto alla chiusura di venerdì scorso, attestandosi a 1.296$ l’oncia.

Ieri, però, l’oro aveva toccato il massimo più alto da oltre dieci giorni a 1.306$ l’oncia, ma nel corso della seduta le vendite hanno prevalso spingendo nuovamente i prezzi sotto 1.300$. Intanto, secondo quanto riportato dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), nella settimana al 22 aprile le posizioni nette lunghe, ovvero la differenza tra i contratti long ancora aperti e quelli short, sono cresciute dello 0,5% a 90.572 contratti interrompendo una striscia negativa che durava ormai da circa un mese. Il 24 aprile l’oro ha toccato il minimo più basso da oltre due mesi a 1.268$,ma è riuscito subito a reagire riportandosi a ridosso dei 1.300$ nella stessa seduta.

Stamattina i prezzi sono ancora in calo e hanno toccato un bottom intraday a 1.292$, nonostante il clima di tensione tra Stati Uniti e Russia resti su livelli d’allerta. La sensazione è che qualcosa si muoverà domani sera nel corso del meeting del Fomc, il braccio operativo della FED. Le autorità monetarie di Washington dovrebbero mantenere i tassi fermi tra lo 0% e lo 0,25%, ma allo stesso tempo diminuire il piano di quantitative easing a 45 miliardi di dollari al mese. Per l’oro resta poi aperta la finestra relativa all’inchiesta sulla probabile manipolazione del fixing di Londra: sette banche d’affari sarebbero finite nel mirino della Financial conduct authority (Fca) per sospette alterazioni del prezzo di riferimento.

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